Legittimismo popolare e questione demaniale. I repertori della protesta nella Capitanata del 1860-61, in "Meridiana. Rivista di storia e scienze sociali", 84 (2015), pp. 213-236 (original) (raw)

"Tra ordine e libertà. Prefetti e militari nella repressione del brigantaggio in Capitanata (1860-1864)" in "Le carte e la storia", XXIII (1/2017), pp. 71-85

Le carte e la storia, 2017

Working from administrative and military archival sources, the article investigates the dynamics of cooperation and conflict between the prefects and the army involved in the struggle against the counter-revolutionary brigandage in the Province of Foggia (Capitanata) after the Italian unification. Prefects and military leaders played a crucial role in elaborating a counter-insurgency strategy based on the combination of police measures, military operations and popular mobilization. The balance of power between the two authorities proved to be an essential issue in local politics, deeply influenced by the contrast between liberals and democrats on a nationwide scale. Claiming for a leading role of civil authorities in maintaining public order, the prefects, far from being the passive agents of the central government, acted as the representatives of their province's interests and tried to limit the military power within the new state.

Dall’ancien régime all’età napoleonica in Capitanata: i luoghi e le forme d’esercizio del potere a Foggia e Cerignola in I luoghi e le forme del Potere dall’antichità all’età contemporanea, cur. A. Araneo, Potenza, BUP - Basilicata University Press, 2019, pp. 291-303.

2019

Due to the extent of its political, social and economic innovations, the Na- poleonic era represented a watershed moment for the Kingdom of Naples. This is above all evident in where and how power was exercised as it revolved around the three fundamental poles of the University, Church and feudal institutions. The changes that took place during the decade also had their beginnings in the revolutionary ideas spread during the five-month period of the Neapolitan Republic during 1799 and which later developed during the Na- poleonic era. These changes also naturally spread to Capitanata. It is interesting to observe the effects they had there on a royal university like Foggia and on a feudal one such as Ce- rignola. Many of the main figures of Foggia’s late eighteenth and early nineteenth century political life continued to occupy public positions and charges at various administrative levels during the decade. However, in Cerignola the élite were characterized by their inexorable affirmation of the “anti-baronial” party whose members played a leading role in the city administration. Keywords: Napoleonic Age; Ancien régime; Institutions; Ruling classes

Intellettuali e Fascismo in Capitanata: alcune significative testimonianze, in "Gli anni del fascismo in Capitanata", tomo II, 2023

Atti del Convegno "Gli anni del Fascismo in Capitanata", a cura di Pasquale Corsi e Giuseppe Trincucci, Società di Storia Patria per la Puglia, 2023

Un'analisi delle opere degli scrittori che hanno operato in Capitanata o che, pur vivendo altrove, si sono ispirati alla Capitanata. I temi della valorizzazione del mondo rurale e della bonifica integrale del Tavoliere, ma anche la realizzazione della Ferrovia del Gargano, hanno favorito uno stretto legame tra Roma e la Capitanata, sancito anche da opere di Alfredo e Silvio Petrucci e Mario Carli. Un rapporto più articolato connota invece l'opera di Umberto Fraccacreta.

F. Castelli, «La rivolta nel quotidiano. Tempi, spazi e relazioni nella Comune di Parigi del 1871», in F. Biagi, M. Cappitti, M. Pezzella (a cura di), Il tempo del possibile: l’attualità della Comune di Parigi, «Il Ponte», supplemento al n. 3, Firenze, maggio - giugno 2018, pp. 111-121

2018

Bernard Noël, Il tesoro perduto 12 Michael Löwy, Un momento del passato carico di tempo presente 18 Massimo Cappitti, Immagini del tempo 27 Mario Pezzella, La Comune e la somma dei possibili. Commento alla «Proclamation de la Commune» di Henri Lefebvre 45 Kristin Ross, La settima meraviglia della Zad. Attualità della Comune 58 Francesco Biagi, Quando il popolo non si accontenta di immagini 72 Marc Berdet, Walter Benjamin e la Comune 89 Mauro Farnesi Camellone, La politica oltre la forma. Sulla capacità istituente dell'organizzazione comunista 101 Simona De Simoni, La Comune di Parigi come archetipo della rivoluzione urbana 111 Federica Castelli, La rivolta nel quotidiano. Tempi, spazi e relazioni nella Comune di Parigi del 1871 122 Jordi Carmona Hurtado, Che cos'è una comune 131 Leonardo Lippolis, Gli artisti e la Comune 146 Arianna Lodeserto, La «Comune fotografata» e le sue attualità possibili: indagini, esperimenti, compenetrazioni 158 Alessandro Simoncini, La Comune come risorsa politica. A partire da «Communal luxury» di Kristin Ross 2 169 Agostino Petrillo, La Comune, l'autogestione e i municipalismi contemporanei 186 Chiara Stenghel, Realizzare l'impossibile: la festa della Comune di Parigi nella filosofia del quotidiano di Lefebvre 195 Gianfranco Ferraro, Gloria della Comune APPENDICI 209 Manifesto del Comitato dei venti arrondissements 212 Dichiarazione al popolo francese 215 William Morris, Versi dal canto XI dei «Pellegrini della speranza» 216 Michail Bakunin, Progetto di federazione internazionale (1864) 221 Gli autori Questo supplemento è stato licenziato per la stampa il 14 maggio 2018 Foto di coperta: Raspou.Team, «Journal Illustré de la Commune de Paris», Crieur (2 aprile 2011). Si ringraziano gli autori per la gentile concessione dell'utilizzo dell'immagine. 111 111 LA RIVOLTA NEL QUOTIDIANO. TEMPI, SPAZI E RELAZIONI NELLA COMUNE DI PARIGI DEL 1871

Aprile 1860, Stato e Rivoluzione prima dei mille in «Società e Storia» n. 159/2018 gennaio -marzo

2018

Negli ultimi anni la storiografia sul Risorgimento ha vissuto un tempo di forte rinnova-mento. I nuovi studi sul processo del nation building si sono misurati con la ricerca di nuove fonti e l'aggiornamento delle categorie storiografiche, intersecando il consolida-to dibattito europeo ed atlantico che incrocia la nascita degli stati nazione con le rivo-luzioni e i conflitti. In particolare è stato il Mezzogiorno a occupare maggiore spazio in questo dibattito perché, a differenza degli stati della penisola centro settentrionale che vissero una transizione morbida nell'annessione allo stato sabaudo, il Regno delle due Sicilie attraversò, prima e anche dopo i plebisciti, una lunghissima stagione di rivolu-zioni e conflitti intermittenti che, se condivisero con gli altri la matrice liberale prima e le pretese costituzionali poi, intercettarono il problema nazionale all'interno di un con-flitto politico interno molto diverso. Le Due Sicilie, infatti, rappresentarono non solo un modello statale alternativo a quello liberal unitario ma anche la principale nemesi del progetto nazionale pan italiano. Il Regno, dalla fondazione fino al dissolvimento, rappresentò una realtà geopolitica solida, sia sul piano interno che su quello internazio-nale. L'equilibrio tenne in piedi il sistema fino a quando, nella primavera del 1860, il nemico interno più pericoloso, la Sicilia, non avviò l'ennesima insorgenza che costrin-se le autorità e il nuovo sovrano a misurarsi con il controllo del territorio e la repres-sione del dissenso. Il moto della Gancia del 4 aprile, prima di canalizzarsi nella guerra unitaria, fu soppresso senza troppo sforzo dall'esercito ma avviò la guerriglia che per le settimane successive agitò le campagne e le grandi città, coinvolgendo e mobilitan-do buona parte della regione. L'insorgenza e i suoi sviluppi sono stati ricostruiti dalla storiografia nazionale come episodi minori, espressione del radicato dissenso interno, necessario preludio all'impresa eroica di Garibaldi. In realtà quei fatti, grazie a una ric-ca e in gran parte inedita documentazione, risultano essere particolarmente interessanti se considerati nella prospettiva opposta, quella, cioè, del principale interprete della controrivoluzione: la monarchia di Francesco II. Vista attraverso lo sguardo dello stato duosiciliano, la dialettica che si innescò tra territori, istituzioni e comunità si presta perfettamente a rispondere ad alcune delle questioni aperte dal dibattito sull'Antirisor-gimento: i protagonisti, le strutture, la proposta politica, i modi e le forme di costruzio-ne del consenso, gli apparati identitari, gli aspetti simbolici, le strategie di potere ne costituiscono i nodi storiografici centrali. L’aprile del 1860, da mera fase di passaggio alla guerra nazionale, si trasforma così in tempo privilegiato per comprendere i caratteri dell’ultima, e ancora vittoriosa, controrivoluzione borbonica.