Tigri giudee. Immagine e narrazione del “martirio” di Simone di Trento nell’apologetica settecentesca (original) (raw)
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La pubblicazione di questo volume ha ricevuto il contributo finanziario dell' UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE, MILANO sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in essa espressa. Editing e coordinamento redazionale: Gioacchino A. Civelli Progetto grafico: Pietro M. Locarni © La Compagnia de' Bindoni -Magazzeno Storico Verbanese, Germignaga http://www.verbanensia.org; http://associazione.verbanensia.org Prima edizione: maggio 2018 ISBN 978-88-98306-22-0 In copertina: Dionigi Bussola, Statua di san Carlo Borromeo (già al Cordusio, e ora in Piazza Borromeo, a Milano).
Andrea Zauli, 2023
L’articolo segue la linea d’indagine diretta a verificare se sia possibile o meno riscontrare atteggiamenti resilienti nel rapporto tra “pagani” e cristiani dei primi secoli. Specificamente si orienta ad osservare la prospettiva cristiana all’interno degli Acta et Passiones Martyrum prendendo in esame l’atteggiamento tenuto dai martiri nei confronti della circostanza critica. L’analisi è condotta a partire da specifici concetti ed espressioni, da riscontri lessicali comuni a più testi e dai relativi contenuti dottrinali che essi veicolano, ponendosi nel solco delle ultime ricerche condotte da Ch. Gnilka. L’articolo è pertanto suddiviso in alcune sezioni. Nella prima si definiscono i concetti in esame, nella seconda si esamina il Martyrium Polycarpi a partire dai suoi capitoli iniziali e quindi si estende l’indagine al resto del testo, nella terza si verifica se sia possibile individuare riscontri analoghi anche in altri documenti martiriali; a conclusione del contributo sono proposte alcune prospettive di ricerca che mirano a fissare precisi elementi utili per avviare un’analisi sulla parte “pagana”, domandandosi, anche nel caso dei giudici, se sia possibile evincere eventuali atteggiamenti resilienti o meno.
La “pentecontetia” in Trogo e nell’epitome di Giustino
In C. Bearzot, F. Landucci (a cura di), in Studi sull’Epitome di Giustino. I. Dagli Assiri a Filippo II di Macedonia, Contributi di storia antica, 12, Milano, 85-124, 2014
This paper analyzes the reconstruction of the historical period corresponding to the "pentecontetia" of Thucydides in Trogus' prologi and in Justin (books II-III), with particular attention to the adopted periodization , the selection of topics and the historiographical tradition of reference. The analysis highlights the presence in Trogus / Justin a historiographical original path, independent from Thucydides, whose dependence on the historiographical thinking of the IV century is likely, although difficult to be reconstructed in details. Il lavoro analizza la ricostruzione del periodo storico corrispondente alla “pentecontetia” tucididea nei prologi di Trogo e in Giustino (libri II-III), con particolare attenzione alla periodizzazione adottata, alla selezione degli argomenti da trattare e alla tradizione storiografica di riferimento. L’analisi mette in evidenza la presenza in Trogo/Giustino di un percorso storiografico originale, indipendente da Tucidide, la cui dipendenza dalla riflessione storiografica di IV secolo è probabile benché difficilmente ricostruibile nei particolari.
Le geografie del martirio: figurazioni giuliano-dalmate nella trilogia di Stefano Zecchi
Con il patrocinio di: Giovedì 7 novembre 2019 Sala Vigini, piano terra ore 14.15 ARRIVO E REGISTRAZIONE ore 14.30 SALUTO DELLE AUTORITÀ ore 14.45 APERTURA DEI LAVORI Presiede: DONATO PIROVANO , Università degli Studi di Torino NEDJELJKA BALIĆ-NIŽIĆ, Università degli Studi di Zara, Croazia Il ruolo del paesaggio nella narrativa dello scrittore dalmata Marco Casotti (1804 -1842) FABIO DANELON, Università degli Studi di Verona Lo sguardo inter-nazionale di Niccolò Tommaseo sulla Dalmazia. Alcune osservazioni LAURA SANGUINETI WHITE, Università di Rutgers, NJ, Stati Uniti d'America In viaggio con il giovane Marin Sanudo ANTONIO SACCONE, Università degli Studi di Napoli L'esodo istriano e l'esordio di Fulvio Tomizza romanziere ANTONIO IURILLI, Università degli Studi di Palermo Istria, Fiume, Dalmazia in un viaggio scientifico di fine Settecento CONCETTO DEL POPOLO, Università degli Studi di Torino Proverbi e ricette in volgare a metà Quattrocento a Sebenico ARMANDO BISANTI, Università degli Studi di Palermo Orgoglio poetico e lode della patria nelle epistole di Girolamo Muzio al nipote Maurizio FRANCO MUSARRA, Università Cattolica di Lovanio, Belgio L'Istria nell'immaginario poetico dantesco ore 17.00 Pausa Ore 17.15 Presiede: PEDRO LUIS LADRÓN DE GUEVARA MELLADO, Università di Murcia, Spagna. PIETRO FRASSICA, Università di Princeton, NJ, Stati Uniti d'America Da Pirano a Pola. Paesaggi e metafore alimentari in Un altro mare di Magris ANNA BELLIO, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano «Nella notte de Nadal dute le bestie sa parlar» ANTONIO LUCIO GIANNONE, Università degli Studi del Salento Il viaggio in Dalmazia di Giovanni Battista Angioletti MANUELA BERTONE, Università Sophia Antipolis di Nizza, Francia «Nessun ingegnere ha requie»: Carlo Emilio Gadda alla scoperta dell'Istria DUŠICA TODOROVIĆ, Università degli Studi di Belgrado, Serbia I modi di ipotiposi in alcuni racconti di Tomizza ILVANO CALIARO, Università degli Studi di Udine Un sogno dannunziano di terre lontane: l'Istria ZOSI ZOGRAFIDOU, Università Aristotele di Salonicco, Grecia Paesaggi naturali della terra istriana nell'opera di Fulvio Tomizza ELIS OLUJIĆ DEGHENGHI, Università degli Studi di Pola, Croazia Viaggio naturalistico, enogastronomico e culturale nell'Istria di Marino Vocci e Ulderico Bernardi ALBERTO BIANCHI, Wheaton College Massachusetts, Stati Uniti d'America Abbazia e i fantasmi della 'belle époque' in Lucio d'Ambra e Vitaliano Brancati SERGIA ADAMO, Università degli Studi di Trieste Prendere le misure della distanza: immagini e racconti di Istria, Fiume e Dalmazia in scrittori e scrittrici migranti degli anni Duemila Cena Venerdì 8 novembre 2019 I SESSIONE PARALLELA Sala Quarantotti-Gambini, secondo piano ore 8.50 Presiede: Presiede: ANTONIO IURILLI, predetto FRANCO ARATO, Università degli Studi di Torino Tra erudizione e storia della natura: il Saggio d'osservazioni sopra l'Isola di Cherso di Alberto Fortis (1771) DIEGO VARINI, Università degli Studi di Parma «Ad argomenti di saporite risa». Avventure e peripezie dalmatiche di Carlo Gozzi FABIO RUSSO, Università degli Studi di Trieste Figure: rappresentare un'anima per quadri introspettivi. Lo sguardo di G. Stuparich e di B. Marin. La visione apostolica di E. S. Piccolomini MARINA VERSACE, Università degli Studi di Pisa La Dalmazia nelle Scintille di Niccolò Tommaseo PATRIZIA PARADISI, Accademia Nazionale di Scienze, Lettere, Arti di Modena Un locus amoenus a Sebenico: la sorgente di Roberto De Visiani nei versi latini del giovane Tommaseo SANJA PAŠA, Università degli Studi di Zara, Croazia La visione della Dalmazia di Michele Salom, prigioniero italiano a Klissa MASSIMO COLELLA, Società Dantesca Italiana di Firenze «Affascina col suo album di fasti». La Dalmazia secondo il viaggiatore G. Modrich (1892) PATRIZIA GUIDA, Università degli Studi del Salento La Dalmazia nei ricordi di viaggio di Giuseppe Modrich II SESSIONE PARALLELA Sala Budinich, ammezzato ore 8.50 Presiede: PAOLA PONTI, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano GIANNA MAZZIERI SANKOVIĆ, Università degli Studi di Fiume, Croazia La Fiume cambiata, 'cuore e simbolo dell'Europa del XX secolo', nelle pagine letterarie di autori quarnerini GINO BELLONI, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia La togneta di Ligio Zanini, opera unica nel suo genere, già pronta per la stampa. ROBERT BLAGONI, Università degli Studi di Pola, Croazia Visioni e allucinazioni d'Istria nei giornali istriani in lingua italiana dal 1944 al 1947 BRUNO CREVATO-SELVAGGI, Società Dalmata di Storia Patria, Roma Bruno Crevato-Selvaggi (1889-1977): liriche e prose istriane tra irredentismo, impegno civile, nostalgia ANTONIO ROSARIO DANIELE, Università degli Studi di Foggia Aprile 1941 -Marzo 1943. Da Fiume a Cirquenizza: Irene Brin e un pacifico diario di guerra SANDRO DE NOBILE, Università degli Studi G. d'Annunzio di Chieti -Pescara «guardo il sole scendere dietro la riva boscosa». Su Le lune di Hvar di Lalla Romano CINZIA GALLO, Università degli Studi di Catania Usi e costumi nell'isola di Fulvio Molinari ALESSANDRO CINQUEGRANI, Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia Telemaco in Dalmazia. Una mitologia di Umberto Saba NIKOLINA GUNJEVIĆ KOSANOVIĆ, Università degli Studi di Zara, Croazia «Reminescenze care» -visioni della città natia nelle poesie degli autori delle radici di Zara GABRIELLA MACCIOCCA, Università degli Studi di Cagliari Visioni della Dalmazia nel tempo di guerra: Eugenio Armati e altre memorie di vita militare DANIEL RAFFINI, Università degli Studi La Sapienza di Roma Visioni dell'Istria e della Dalmazia nella rivista «La Cultura» III SESSIONE PARALLELA Sala Conferenze, quarto piano ore 8.50 Presiede: ANTONIO SACCONE, predetto CHIARA VIGINI, Associazione delle Comunità istriane Biagio Marin. Prose profetiche DIEGO SALVADORI, Università degli Studi di Firenze Le geografie del martirio: figurazioni giuliano-dalmate nella trilogia di Stefano Zecchi BARBARA VINCIGUERRA, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia -Roma Suggestioni zaratine negli scritti e nei dipinti di Secondo Raggi Karuz, Franco Ziliotto, Adam Marušić MICHELA MAZZON, Università Libera di Bruxelles, Belgio I testimoni muti di Diego Zandel. Interrogativi sul significato dell'istrianità ELISA AMADORI, Università degli Studi di Macerata Quo vadis? BARBARA STURMAR, Università degli Studi di Trieste Fughe adriatiche. Visioni istriane negli appunti di viaggio di Paolo Rumiz MARIA PANETTA, Università degli Studi La Sapienza di Roma Visioni d'Istria, Fiume, Dalmazia nella produzione di Paolo Rumiz e Nelida Milani MARIA GRAZIA CHIAPPORI, Università degli Studi La Sapienza di Roma Quando 'sguardo' e 'bellezza' si fanno parola Pausa Ore 10.55 Presiede: ZOSI ZOGRAFIDOU, predetta LUCINDA SPERA E LIANA TRONCI, Università degli Studi per Stranieri di Siena Memoria, lingua e letteratura di/sul confine: Morovich, Un italiano di Fiume IRENE VISINTINI, Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia Enrico Morovich e la sua scrittura, ricca di fantasia e di trasognata inventiva CHIARA MARASCO, MIUR Dipingere attraverso la memoria: la letteratura per immagini di Enrico Morovich SILVA BON, Centro Isontino per la ricerca e la documentazione storico-sociale L. Gasparini di Gradisca (GO) Terra e genti d'Istria nell'amarcord di Guido Miglia Visioni infernali. Rappresentazione delle foibe nella letteratura di frontiera IV SESSIONE PARALLELA Sala Esilio, terzo piano ore 8.50 Presiede: CORRADO VIOLA, Università degli Studi di Verona BARBARA STAGNITTI, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano «sopraffatti da un incantesimo». Marine istriane di Giuseppe Caprin FRANÇOIS BOUCHARD, Università di Tours, Francia «Nell'orrido ventre di balena»: la Dalmazia nella memorialistica dei deportati cisalpini a Sebenico MICHELA RUSI, Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia Visioni dell'Istria e della Dalmazia nei Taccuini e nella scrittura di memoria di Gabriele d' Annunzio CORINNA GERBAZ GIULIANO, Università degli Studi di Fiume, Croazia La tradizione anteica nella produzione letteraria dell'area fiumana GIUSEPPE NOTO, Università degli Studi di Torino «sì com'a Pola, presso del Carnaro» (Inf. 9, 113) Un dossier da riaprire THOMAS PERSICO, Università degli Studi di Bergamo Visioni d'Istria negli antichi commenti alla Divina Commedia: il caso di Inf. IX 112-117 GIUSY CRISCIONE, Associazione culturale Carta adriatica, Roma Sergio Anselmi: storie di Adriatico, un viaggio nel tempo fra le due sponde tra personaggi immaginari ma non troppo GIANNI CIMADOR, Università degli Studi di Trieste «Vivere tutti i desideri e tutte le passioni umane»: Giovanni Comisso e l'impresa di Fiume VINCENZO PERNICE, Libera Università di Lingue e Comunicazione, Milano Trillirì di Mario Carli. Il romanzo fiumano tra cronaca e allegoria V SESSIONE PARALLELA Sala Vigini, piano terra ore 8.50 Presiede: ANDREA RONDINI, Università degli Studi di Macerata DONATELLA SCHÜRZEL, Università degli Studi La Sapienza di Roma Luoghi dell'anima. Visioni ed immagini dell'Istria e della Dalmazia negli scritti di Nelida Milani, G. Claudio de Angelini, Lucio Toth NIVEIN YOUSSEF, Università degli Studi del Cairo, Egitto D…come dalmata. Poesia dialettale di Raffaele Cecconi dedicata a Zara tra identità linguistica e nostalgia EDDA SERRA, Centro Studi Biagio Marin, Grado Paesaggi arborei e storici intorno a Buie d'Istria negli scritti di Vlada Acquavita NATALIA VACANTE, Università degli Studi di Bari Il filo rosa della memoria. Paesaggi e scenari istriani negli scritti di Goli Otok tra storia e metafora nell'opera di Magris LUIGI FERRI, Istituto Comprensivo Statale Bonaccorso da Montemagno -Quarrata (PT) Mundus imaginalis. I paesaggi dalmatico-istriani nelle rime di viaggio di Gatto e Luzi LUCILLA BONAVITA, Liceo Statale Niccolò Machiavelli --Roma Fiume: il limen di Valentino Zeichen Pausa Ore 10.55 Presiede: DUŠICA TODOROVIĆ, predetta ALBERTO BRAMBILLA, ELCI, Parigi, Francia 'Paesaggi interiori e paesaggi identitari'....
Simone di Filippo, detto “dei Crocifissi”. Pittura e devozione nel secondo Trecento bolognese
di Gianluca del Monaco, 2018
imone di Filippo, ribattezzato “dei Crocifissi” nel Seicento per sottolineare il valore devozionale della sua produzione, è tra i protagonisti della pittura bolognese della seconda metà del Trecento. Autore di affreschi e tavole dipinte, è una personalità tipica di artista pienamente inserito nella realtà sociale, religiosa e politica di una città comunale italiana. Nonostante la quantità di opere firmate, relativamente alta per un pittore della sua epoca, la valorizzazione della sua figura ha dovuto attendere il secolo scorso e la riscoperta critica del Trecento bolognese da parte di Roberto Longhi. Dopo aver ripercorso la vicenda degli studi, il volume esamina l’intera attività artistica di Simone, interrogandosi sulle questioni ancora aperte, dalla formazione a contatto con Vitale e gli altri protagonisti della pittura e miniatura bolognese del secondo quarto del Trecento, al dialogo con le novità neogiottesche e tardogotiche sul finire del secolo, ai problemi dell’organizzazione della bottega in vista di commissioni di diverso prestigio. Il catalogo ragionato, interamente illustrato, per la prima volta riunisce tutti i dipinti attribuibili all’artista, quelli già a lui riferiti in passato e quelli noti solo grazie alla citazione delle fonti. Il libro offre un fondamentale contributo alla conoscenza della pittura del Trecento italiano, concentrandosi su una delle principali figure di un centro di primo piano come Bologna, che continua a stupire e affascinare per l’originalità delle sue soluzioni rispetto alla più studiata produzione di area toscana.
I missionari e l'iconoclastia: la tela del Ritiro San Pellegrino
Intrecci d'arte, 2014
The missionaries of the New World and the iconoclasm: the canvas of the Retirement S. Pellegrino The article focuses on the study of a painting conserved in the collection of Retirement of S. Pellegrino, depicting an iconoclasm scene occurred in American continent by missionaries, as the long inscription specifies. Some religious are seen to baptize and to convert likely Indians, dressed as Europeans of the 16th century, and to break down the idols. The article is composed of four paragraphs. The first one is focused on the few historical hints which have been able to find on the painting and the collection. The second paragraph continues with the transcription, the translation and the interpretation of the complicated Latin inscription, in gothic characters, which is on the low part of the canvas, in which stands out the figure of Benedictine Bernardo Buil, missionary in the New World. The third paragraph is just dedicated to him, who was an important Catalan monk and followed Columbus in the second travel in 1493. The fourth and final paragraph of the article deepens, as a result of have thrown light on the inscription and the historical data gathered, the iconography and makes some proposals about the style and the provenance of the interesting painting.
Augustine, Augustinians and Augustinianisms in the Italian Trecento, a cura di Johannes Bartuschat, Elisa Brilli, Delphine Carron (convegno di Zurigo, UZH – Room, 7-8 dicembre 2018), 2019
Sin dalla metà del XIII secolo diversi nuclei di eremiti della Tuscia, che nel 1256 confluiranno negli Eemitani di sant’Agostino, vengono ripetutamente richiamati dalle bolle pontificie di Innocenzo IV e Alessandro IV sulla necessità di uniformare la propria veste. A questo primo passo in direzione di un’identità visiva dell’ordine, ne seguì un altro nel 1274, quando il concilio di Lione costrinse la comunità religiosa a riflettere sulle proprie origini e ad avvalorare un’improbabile fondazione da parte di Agostino nel IV secolo. Questa versione dell’origine dell’ordine, che nel corso del Trecento venne “ufficializzata” dagli scritti dei membri dell’ordine, tra cui Enrico di Friemar e Giordano di Sassonia, ebbe un ampio riscontro nella produzione artistica commissionata dagli eremitani che iniziarono a raffigurare Agostino come un confratello contemporaneo, con saio nero e cinta di cuoio, in contrapposizione con la tipologia diffusa da altre comunità – prima su tutte quella dei canonici regolari – e che col tempo si impose anche in contesti “neutri”, laddove il santo era chiamato ad interpretare il solo ruolo di dottore della Chiesa. Nel Trecento gli eremitani presero coscienza che l’iconografia fosse un utile strumento di propaganda: lo dimostrano la proliferazione di cicli narrativi che confermano le notizie riportate dalle nuove biografie di Agostino e la promozione dell’immagine del fondatore all’interno di scene che i fedeli già conoscevano perché diffuse in altri contesti, attraverso una serie di rimodulazioni iconografiche che nel secolo seguente divennero ancora più frequenti. Si pensi da una parte alla valenza data alla scena della vestizione durante il Battesimo negli affreschi di Guariento agli Eremitani di Padova, dall’altra all’Agostino alter Christus ai piedi del crocifisso di Semitecolo nella stessa chiesa o, negli esempi quattrocenteschi, all’Agostino nel ruolo della Vergine della Misericordia del convento di Santo Stefano a Venezia o al Cristo dell’Ultima cena a Gravedona.