Marcel Hénaff, "Esiste qualcosa come un'economia del dono?" (original) (raw)
Related papers
L'economia del dono ai tempi della globalizzazione
L’economia del dono ai tempi della globalizzazione, 2017
Questo articolo vorrà esaminare il concetto di dono in epoca moderna ponendo l’attenzione in primo luogo sugli aspetti principali studiati da Mauss nel suo Essai sur le don (1923-1924). Verranno poi analizzate le due principali economie del dono, Kula e Potlacht. Successivamente verranno introdotte alcune teorie moderne focalizzando l’attenzione sulla nuova concezione di dono per poi esporre inoltre le varie critiche al modello utilitarista compiute dal MAUSS (Mouvement Anti-Utilitariste en Sciences Sociales). Infine verranno proposte una serie di soluzioni analizzate da Giancarlo Provasi nel suo La lezione sempre attuale del «Saggio sul sono» di M.Mauss alla “crisi della modernità” ponendo l’attenzione sulle moderne pratiche del dono e come queste siano in grado di rivitalizzare i legami sociali e gli obblighi morali alla base della società civile.
Il dono come alternativa alla cultura dello scarto
1 / 1 La cucina collaborativa. Co-progettare la circolarità nel sistema del dono alimentare - Martina Carraro - Francesco Leoni - Erin McAuliffe - Stefano Maffei - Andrea Gollini Leggi un estratto La cucina collaborativa. Co-progettare la circolarità nel sistema del dono alimentare, 2023
Il presente articolo descrive un'esperienza di contrasto alla povertà alimentare, relativa al contesto di Reggio Emilia, che per le sue modalità e la sua vision risulta di particolarmente interessante. L’aiuto materiale è spesso percepito come un’attività di scarsa complessità, caratterizzata da assistenzialismo e soggetta ad un diffuso pregiudizio che la vorrebbe subalterna all’accompagnamento psico-sociale (Krumer-Nevo 2020). Il presente contributo intende, invece, mostrare la complessità del contesto in cui si colloca questa azione; contesto caratterizzato dai “paradossi del cibo” (BCFN 2016), in particolare la compresenza di fame e obesità e di povertà e spreco alimentare. Una volta contestualizzato l’aiuto alimentare si presenterà il caso di studio oggetto di analisi che per ha assunto la categoria del dono come possibile alternativa culturale, economica e operativa alla cultura dello scarto e come questa scelta abbia modificato le progettualità di aiuto.
L'economia del dono nella maternità e nella nascita
Le radici materne dell'economia del dono, a cura di Genevieve Vaughan, Vanda ePublishing, Milano, 2017, pp. 221-230.
L’attività materna di dare vita e di mantenerla è l’attività produttiva umana più evidente ma nella nostra società, fondata sul lavoro (salariato), non viene considerata e non le viene dato valore. Eppure, nessuno Stato ha ancora trovato modo per produrre lavoratori al di fuori dal grembo materno. L’economia femminista si è occupata di questo tema dagli anni ’70, calcolando che il lavoro riproduttivo e domestico (svolto in prevalenza dalle donne), occuperebbe il 40% del PIL (M. Waring). Le cure materne (che sono esercitate anche dai padri) vanno al di là di un semplice concetto di reddito, esse partecipano al benessere continuo sia degli individui che della società, esercitando di fatto un’economia del dono sulla quale poggiano tutte le altre attività. Il dono materno è invisibile, il suo stesso principio viene escluso dai “discorsi” ufficiali. È più facile considerare il linguaggio come eredità genetica che rendersi conto che la “lingua madre” è un dono trasmesso dalla madre nei primi anni di vita e attivamente ricevuto ed esercitato dal bambino, creando così un modello di comunicazione e di socializzazione (G. Vaughan). Questa assenza ha dirette conseguenze sulla società, sia dal punto di vista economico sia del benessere, influenzando il nostro rapporto con la terra e con l’ecosistema. Elena Skoko, L'economia del dono nella maternità e nella nascita, in Le radici materne dell'economia del dono, a cura di Genevieve Vaughan, Vanda ePublishing, Milano, 2017, pp. 221-230.
Il principio di “beruf” e il messaggio di Escrivá
Formiche, 2016
Il protestantesimo ascetico attribuiva un’importanza particolare a quella che Weber aveva definito come l’idea della vocazione professionale (beruf). Il modello sociale a cui mira il calvinismo non è affatto quello del ricco ozioso e lussurioso, bensì quello dell’imprenditore moderno che, per cautelarsi contro gli imprevisti rovesci della vita e sfuggire così alla rovina eterna, non si adagia sugli allori ma reinveste gli utili delle proprie attività. Nel mondo cattolico, dopo la dottrina sociale della Chiesa sorta a fine Ottocento, il più rilevante contributo proviene dal concetto di santificazione del lavoro e tramite il lavoro, che rappresenta il messaggio spirituale di Josemaría Escrivá.
L'Economico di Senofonte tra Giovanni Aurispa e Jean Jouffroy
Prometheus, 2023
The paper suggests that the anonymous translation of Xenophon's Oeconomicus preserved in the MS. Vat. Lat. 1069 could be that by Giovanni Aurispa, whose translation is mentioned by a contemporary source but is until now considered as lost.
Il dono come leva della crescita
L’economia del dono. La Fondazione di Comunità Bresciana tra scenari globali e dimensione locale, 2019
Il lavoro si sviluppa mettendo al centro la capacità della Fondazione Comunità Brecsiana di promuovere lo sviluppo del territorio, e, vedendo la questione dal punto di vista speculare, la capacità del territorio di proporre progetti e iniziative che possono promuovere concretamente lo sviluppo, attivando in primo luogo le risorse locali. L’analisi si appoggia sui dati del sistema informativo utilizzato per la gestione di bandi di finanziamento, che sono la modalità attraverso la quale la Fondazione definisce nel concreto obiettivi e criteri per garantire il finanziamento ai progetti. La nota si articola in vari punti. L'introduzione illustra funzioni e obiettivi della Fondazione Comunità Bresciana; segue l'analisi sommaria dell’operato delle commissioni di valutazione dei progetti, in modo da fornire il contesto nel quale vanno inseriti dati e analisi. A seguire sono presentate le caratteristiche della fonte dei dati e le avvertenze circa le scelte di aggregazione e ricodifica. Il lavoro si chiude con la presentazione di alcuni dati di sintesi dei progetti presentati ed esaminati nel periodo dal 2002 al 2015, evidenziando da un lato le linee strategiche dell’attività della Fondazione e dall’altro la capacità progettuale dei territori.