Tra pergamene e spigolature d'archivio: Vigilio Inama storico delle Valli di Non e di Sole (original) (raw)

Prendendo lo spunto dalla recente monografia di Carmine Carlone, dal titolo Le pergamene dei monasteri soppressi nell’archivio cavense, il contributo riflette sugli strumenti che possono essere utilizzati dal ricercatore nel momento di identificazione e ricognizione del materiale documentario e sulla sempre maggiore rilevanza offerta dalle nuove tecnologie, nell’ottica di una maggiore fruibilità del patrimonio documentario del nostro Paese e, soprattutto, a innovative modalità di salvaguardia della nostra eredità culturale. Le tecnologie informatiche hanno infatti velocizzato e modificato molti procedimenti di acquisizione dati: lo studio della storia, ma anche della paleografia, della diplomatica, dell’epigrafia, dell’archivistica, cioè di quelle che per lungo tempo sono state definite sue discipline ancillari – e in gran parte tali sono purtroppo ancora considerate – non possono ormai prescindere dall’utilizzo degli strumenti digitali, non soltanto per la comoda consultazione di testi e immagini on line, ma anche e soprattutto per l’elaborazione e la ricostruzione funzionale e applicata dei dati raccolti. Una solida organizzazione internazionale fondata sulla cooperazione e sulla comunione di intenti, permetterebbe inoltre di provvedere a una conservazione a lungo termine degli archivi digitali, garantita non soltanto da una oculata pianificazione, da un flusso di lavoro ben strutturato e da risorse tecniche e informatiche in continuo aggiornamento, ma anche da quel sostegno economico e quei finanziamenti che sarebbero inaccessibili se si operasse isolatamente. Taking its cue from the recent monograph by Carmine Carlone, entitled ‘Le pergamene dei monasteri soppressi nell'archivio cavense’ (‘Parchments of the suppressed monasteries in the archives of Carmine Carlone’), the contribution reflects on the tools that can be used by the researcher in the identification and reconnaissance of documentary material and on the increasing importance of new technologies, with a view to a greater usability of the documentary heritage of our country and, above all, to innovative ways of safeguarding our cultural heritage. Information technology has, in fact, speeded up and modified many data acquisition procedures: the study of history, but also of paleography, diplomatics, epigraphy, archives, i.e. of those areas of study that for a long time were defined as ‘ancillary disciplines’ - and, unfortunately, are still largely considered as such - cannot now ignore the use of digital tools, not only for the convenient consultation of texts and images online, but also and above all for the elaboration and functional and applied reconstruction of the data collected. A solid international organization, based on cooperation and common purpose, would also make it possible to ensure the long-term preservation of digital archives, guaranteed not only by careful planning, a well-structured workflow and constantly updated technical and IT resources, but also by the financial support and funding that would be inaccessible if they operated in isolation.