IL MANOSCRITTO MADDALENA (original) (raw)

LA MADONNA VESTITA DI VIGNANELLO

parò un complesso di 40 musicanti che si esibì in modo impeccabile, per cui fu concesso un premio di lire 200 a ciascuno dei partecipanti. Nello stesso periodo la banda si esibì con uno scelto programma musicale a Castelgiorgio, guadagnando 850 lire che furono divise tra i musicanti. Gli anni della seconda guerra furono difficili e il maestro Brinchi dovette attendere la fine del conflitto per riorganizzare le file e riprendere l'attività musicale. Con l'impegno e la collaborazione dei vecchi musicanti, circa 25 elementi, riportò la banda a un ottimo livello. Alla fine degli anni '50 lasciò l'incarico e subentrò al suo posto il fratello Egisto, il quale riuscì a tenere in vita il complesso, ridotto nel numero, ancora per numerosi anni. Nel concludere questa sintetica carrellata storica della banda musicale grottana, mi sembra opportuno evidenziare che soprattutto i maestri Ruspantini e Brinchi furono gli appassionati artefici della preparazione culturale musicale di numerosi grottani in un periodo di circa 80 anni. Essi insegnarono l'amore per la musica, un'arte che conquista, avvince, eleva, addolcisce e rende sensibili gli animi. Auguriamoci che ancora oggi la tradizionale passione per quest'arte continui e sia tramandata di generazione in generazione e che mai il nostro paese debba ricorrere a complessi bandistici in prestito per allietare e rendere solenni le nostre più importanti cerimonie.

MATELDA E IL TANTRA DI DANTE

The paper analyzes Dante's last Purgatory Cantos (particularly the XXVIII), their classical roots and their esoteric value, in a trans-cultural approach (universal philosophy, religion and panting), up to the point to read Matelda and other Purgatory female characters according to the Tibetan Buddhist Tantric ways.

LA MADONNA SVELATA 2

La Madonna svelata, 2019

Recensione al testo di Renzo infante, La Madonna Velata, Storia, leggenda e devozione di un culto singolare, Foggia, 2019, pp. 252. In cui si mettono in rilievo errori ed approssimazione oltre ad uno sproloquio finale del tutto fuori posto in un testo che vorrebbe costituire una pubblicazione scientifica sulla città di Foggia e i Foggiani.

LA GRANDE MADRE MEDITAZIONI MEDITERRANEE

I. Le pagine che seguono sono all'insegna di un'evasione e di un ritorno 1. Di un allontanamento, innanzi tutto, dal Nord, regno dell'attivismo sfrenato e di una greve malinconia, alla volta del Mediterraneo, illuminato dalla «serenità dionisiaca» 2 e accogliente come una «seconda Grande Madre» 3. Fin dalle prime battute, Jünger inscrive, così, il suo ritorno in Sardegna entro una dimensione mitica, numinosa e archetipica che getta luce su un altro episodio emblematico: la visita all'antica città di Biblo, sede, come sappiamo grazie a Frazer, del culto di Adonis e di Ishtar, «la grande dea madre, incarnazione delle energie riproduttive della natura» 4. Come ha osservato Alfonso di Nola, la ricostruzione dello studioso scozzese si basava su una visione evoluzionistica del corso della storia, culminante nel progresso scientifico, latore di indiscutibili vantaggi sotto il profilo intellettuale, morale e materiale. Tuttavia, il quadro tracciato da Frazer non è privo di ombre. Lungi dal formulare una filosofia della storia vicina alla teoria comtiana dei tre stadi, che implicava il passaggio dal predominio della religione a 1 In un'intervista rilasciata nel 1969 Jünger riconobbe che «la fuga ha giocato un certo ruolo nella mia vita» (E.

LA SCAPIGLIATURA MILANESE

Perché Milano, la più europea tra le città italiane, era anche la città che si avviava, nella seconda metà dell'800 a divenire una città industriale nella quale i valori del denaro e della affermazione sociale medievale divenivano predominanti. Contro la morale borghese si esercitò la polemica degli scapigliati.

LA CATTEDRALE DI PADOVA

Mi fu chiesto una volta: un anno fa, forse due, di preparare un volume sulla cattedrale di Padova. L' idea era partita da mons. Claudio Bellinati, che incontro quasi quotidianamente in via San Gregorio Barbarigo, a due passi dalla mia abitazione. Lo studioso, ben noto nella città antenorea e al quale son legato da sincera amicizia e da profonda riconoscenza per aver celebrato le mie nozze nel lontano 1971, mi aveva suggerito, col solito garbo che lo contraddistingue, di pubblicare un volume sulla cattedrale e dedicarlo a Sua Eccellenza il Vescovo Antonio Mattiazzo in occasione del suo settantacinquesimo compleanno. Non ho avuto esitazioni e ho accettato senza batter ciglio; del resto la proposta mi appariva particolarmente interessante, anche perché mi offriva la possibilità di dar vita al quinto volume della collana Chiese monumentali padovane, da me diretta per conto dell' Erma di Bretschneider di Roma. Anche il titolo che s'è voluto dare a questo libro segue lo schema degli altri volumi della collana; ma, a onor del vero, è stato lo stesso Bellinati a suggerirlo laddove, in uno dei nostri tanti incontri, l' assumeva quale risposta alla domanda intorno al significato delle realtà storiche artistiche archeologiche emerse da nuovi studi e al modo di coglierlo e comprenderlo nella sua compiutezza. Ma v'è un' altra, e chiarificatrice confidenza di Bellinati, che s' accorda col tema a lui tanto caro e che avrebbe voluto affrontare: il sito della primitiva cattedrale. All' uopo, lo invitai più volte a preparare un saggio sull' argomento, ma col passare del tempo m' avvedevo che le scadenze per la consegna incombevano, ragion per cui gli domandai, in via imperativa, di pensare un titolo, seppur provvisorio, per inserirlo nell'Indice del volume. Mi chiedo, ancor oggi, se l' ansia o, peggio, il panico l' avesse preso; o, piuttosto, se un po' di stanchezza e impegni istituzionali l' avessero portato a rinunciare ciò che forse avrebbe voluto fare più di ogni altra cosa. Comunque sia, credo sia stato un modo per venirne fuori. A tal fine è stata indirizzata questa breve divagazione, giacché premeva render conto dell' adozione di una proposta su come era nata: la stampa di un volume sulla cattedrale patavina come omaggio al Vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, in quiescènza dal settembre 2015