Neue Forschungen zur Basilica Aemilia auf dem Forum Romanum. Ein Vorbericht, RM 113, 2007, 493–552 (zus. mit Klaus Stefan Freyberger, Christine Ertel und Tobias Bitterer). (original) (raw)
I resti architettonici e l’analisi formale permettono di ricostruire quattro fasi edilizie. L’edificio originale inaugurato nel a. C. aveva soltanto un piano. Un restauro venne portato a termine attorno alla metà del II secolo a. C. Nella terza fase dell’edificio fu realizzato un piano superiore all’interno e un portico di dimensioni più grandi affacciato sull’area centrale del Foro. Dopo l’incendio del a. C. l’edificio venne costruito ex novo in marmo. Il confronto con lo studio eseguito da Heinrich Bauer ha permesso di ipotizzare una ricostruzione del tutto nuova. L’aula aveva soltanto due ordini, uno inferiore ionico e uno superiore corinzio. Alcuni dei capitelli ionici vennero restaurati o trasformati in epoca neroniana-flavia. I due ordini sono concepiti nella prospettiva dell’osservatore: sono visibili le forme impiegate nel piano inferiore lavorate per una visione dal basso e le due diverse forme di capitelli impiegate nella parte superiore. Sul lato sud orientato verso il Foro erano collocate undici taberne con un portico antistante costituito da una facciata a un solo piano con un ordine dorico e un attico ornato con imagines clipeatae e statue di barbari. Sono conservati frammenti di almeno diciotto statue in marmo policromo e bianco che si possono distinguere in due tipi contrapposti, ma simmetrici. Le teste sono eseguite in marmo bianco ornato con parti policrome inserite con perni dei quali restano i fori. Gli ornamenti architettonici e la decorazione scultorea che risalgono all’epoca augustea sono probabilmente stati eseguiti da diverse botteghe. A questa fase appartiene anche il cosiddetto fregio, costituito in realtà da una serie di rilievi raffiguranti in stile molto particolare episodi dell’epoca mitologica di Roma, che erano inseriti in pareti incrostate. Sopra le taberne e i portici si estendeva una terrazza monumentale, sulla cui parte posteriore era collocata una loggia decorata con i noti pilastri con girali vegetali. Sul lato orientale dell’area centrale del Foro si innalzavano due archi collegati fra di loro: quello settentrionale era dedicato ai due nipoti dell’imperatore, Gaio e Lucio Cesare, mentre l’altro, sopra la Via Sacra, sosteneva i fasti consulares ed era ornato con scene figurative ispirate alla politica augustea verso i Parti. L’allestimento della basilica metteva quindi in evidenza la storia di Roma dal mitico arcaismo fino all’attuale epoca aurea sotto la dinastia del princeps. Il lussuoso edificio adibito a banca e tribunale non era soltanto una costruzione pubblica, ma con il collegamento funzionale e simbolico agli edifici dell’area centrale del Foro costituiva il nerbo dell’interazione politica nel centro della città.
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"The Basilica Aemilia in the Forum Romanum is one of the most important buildings of ancient Rome due to its location, size and architecture. It is also especially well preserved in comparison with many other ancient buildings, and yet it has received very little attention in the scholarship. This study assembles and documents the surviving, Imperial-period remains of the building. This forms the basis for a detailed reconstruction of the building’s architecture, origins, and evolution. Particular emphasis is placed on the modes and meaning of the architectural decoration, above all with reference to the use of space and the broader urban context."
This contribution will discuss the Basilica Aemilia in the Forum Romanum, focusing on its architectural decoration: why were certain elements chosen, how were they implemented, and which iconographic patterns were repeatedly affected. The variety presented in the architectural details was often interpreted as an indicator of different construction phases in different periods of time. But analysis of the BA as a whole showed that all parts of the building originated at the same time. Therefore we must search for other reasons for these variations than prevalent styles in different periods. In our opinion, the Augustan Forum Romanum claimed an exceptional status in relation to tradition and function, which influenced and molded the repertory and design of architectural decoration in its aesthetical, semantical and atmospherical features, thereby creating a homogenous composition.
In: Olof Brandt (ed.): Acta XV Congressvs Internationalis Archaeologiae Christianae. Episcopvs, civitas, territorivm. Toleti (8 - 12.9.2008). 2 vols., vol. 2. Città del Vaticano: Pontificio istituto di Archeologia Cristiana (Studi di antichità cristiana, 65), pp. 1691–1710., 2013
Summary of my dissertation on the late Roman 4th century CE oval building of St. Gereon in Cologne (Germany), in which I analyzed the excavations and building research campaigns of the building and its surroundings from the 19th century to the 1990s.
Nec ut circum maximum a Caesare dictatore exstructum longitudine stadiorum trium. Latitudine unius, sed cum aedificiis ingerum quaternum, ad sedem CCL, inter magna opera dicamus. Non inter basilicam Pauli columnis et Phrygibus mirabilem forumque divi Augusti et templum Pacis Vspasiani Imp(eratoris) Aug(usti(, pulcherrima operum que nunquam vidit orbis?" 3
1 Suet. Tit. 8,3: Quaedam sub eo fortuita ac tristia acciderunt, ut conflagratio Vesuvii montis in Campania, et incendium Romae per triduum totidemque noctes, item pestilentia quanta non temere alias; Cass. Dio 66, 24,1; Tac. hist. 1,2,2. -Die in dieser Arbeit verwendeten Abkürzungen antiker Autoren und ihrer Werke richten sich nach dem Index des Thesaurus Linguae Latinae. Editio altera, Leipzig 1990 und H.G. Liddell / R. Scott: A Greek-English Lexicon, Oxford 1996; Zeitschriften werden nach dem System der Année Philologique 76 (2007) abgekürzt. 2 Tac. ann. 15,38-43; Suet. Nero 38. 3 Cass. Dio 66,24,2; vgl. Suet. Dom. 5: Plurima et amplissima opera incendio absumpta restituit, in quis et Capitolium, quod rursus arserat [...]. 4 Suet. Tit. 8,4 (Übers. H. Martinet): Urbis incendio nihil nisi publice perisse testatus, cuncta praetoriorum suorum ornamenta operibus ac templis destinavit praeposuitque compluris ex equestri ordine, quo quaeque maturius peragerentur. 106 Mart. epigr. 7,63,10. -Vitr. 1, pr. 2: Cum vero adtenderem te non solum de vita communi omnium curam publicaeque rei constitutione habere, sed etiam de opportunitare publicorum aedificiorum, ut civitas per te non solum provinciis esset aucta, verum etiam ut maiestas imperii publicorum aedificiorum egregias haberet auctoritates, non putavi praetermittendum, quin primo quoque tempore de his rebus ea tibi ederem, ideo quod primum parenti tuo de eo fueram notus et eius virtutis studiosus.
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