" E LE DONNE ALTRIMENTI " . GRAvIDANZE ANOMALE NELLA MEDICINA ANTICA (original) (raw)

FARMACI ED AMULETI: AI CONFINI DEL RAZIONALE NELLA MEDICINA ANTICA

The aim of this study is to shed light on the interaction between rational and magic-popular medicine, using two different types of evidence. First, using literary texts we can reconstruct the framework of the activities of vendors of drugs and charlatans, but "official" medicine programmatically ignores these people and their methods of treatment, except in a specific area such as pharmacology, which can give a good indication as some remedies (especially of plant origin) had a twofold medical, but also magical meaning, like amulets with a protective function. Authors such as Theophrastus, Dioscorides and Galen (in the pharmacological works) reveal an interest in recording these beliefs, but as a tribute to the spirit of rationality and verification distance themselves from this tradition. Sometimes, however, a rational justification of the usefulness of amulets is given, as, for example, by Soranus, who also opposes any form of superstition, because they can bring benefits to psychological level. In the sixth century A.D. with Alexander of Tralles the process of acceptance is complete who, though respecting the principles of the medical art, advises various amulets to help patients.

I FANTASMI NELL'ANTICHITA' GRECO-ROMANA

The presence and the significance of supernatural and in particular of ghosts not only in literature but particularly in everyday life during the greek-roman antiquity. Many ghost-stories received from the ancients are evidence of their belief in the real existence of a wide range of such apparitions.

«EX VOTO SUSCEPTO» LA MEDICINA NELL’ANTICA ROMA TRA RELIGIONE E MAGIA.pdf

La medicina primitiva è sempre stata strettamente legata alla religione. L'uomo infatti, nella sua estrema fragilità, ha sempre avuto il bisogno di credere nella rassicurante presenza della divinità. Accanto alla medicina domestica e a quella religiosa esisteva una medicina magica, anche se poi in realtà è difficile tracciare un solco tra le due, poiché ognuna si manifestava sempre in commistione con elementi delle altre.

PER UNA STORIA DELLA MEDICINA MAGNETICA 4/ NULLUM AGENS AGIT IN DISTANS: SIR KENELM DIGBY E L'APOTEOSI DELLA POLVERE: DALL'ANIMA MUNDI AL CORPULARISMO CARTESIANO, pubblicato in ANTHROPOS & IATRIA, anno XXI n. 1, gennaio-giugno 2017, pp. 96-115.. PRE PRINT VERSION.

ANTHROPOS & IATRIA, 2017

Pubblicato in ANTHROPOS & IATRIA. Rivista italiana di studi e ricerche sulle medicine antropologiche e di storia delle medicine, anno XXI, n°1 (gennaio-giugno 2017), articolo n° 915, pp. 96-115, pre-print version. Tra il XVI ed il XVIII secolo, una serie di teorie di derivazione paracelsiana, basate sui rapporti simpatici innescati dalle influenze celesti e mediati dall'anima mundi, danno il via al dibattito sulle cure magnetiche, la 'transplantatio morbi' (il passaggio della patologia per simpatia dall'organo dolente del paziente a quello di un animale sacrificabile, o, in qualche caso, già sacrificato) e l'utilizzo di preparati medicinali specifici, quale l'Unguento Armario (proveniente da una ricetta pseudo-paracelsiana ed ottenuto da usnea capitis, fungo raccolto su di un cranio di defunto possibilmente morto di morte violenta, mumia aegyptiaca, sangue umano ed altri ingredienti minori) e la Polvere di simpatia, ottenuta da vetriolo calcinato dai raggi solari col sole in Leone. Entrambi questi medicamenti promettevano di guarire le ferite mediante l'applicazione sullo strumento che le aveva inferte o su di un panno intriso del sangue del paziente, il quale poteva anche essere assente, lontano, e che non abbisognava di ulteriori altre cure se non la pulizia della ferita. Entrambi questi medicamenti suscitarono schiere di sostenitori entusiasti e di detrattori scettici o preoccupati dalle possibili implicazioni stregoniche e diaboliche di tali mirabili rimedi a distanza. Dopo aver analizzato i primi passi dell'unguento armario, il successivo affermarsi della polvere di simpatia ed il delinearsi delle principali polemiche mediche e religiose legate ai due medicamenti, in questo quinto appuntamento esploriamo il progressivo sorgere ed affermarsi della spiegazione corpuscolarista dell'azione a distanza che, emersa organicamente nelle teorie Nathaniel Highmore e poi in quelle universalmente propagate da sir Kenelm Digby, costituirà un elemento centrale del dibattito scientifico nella seconda metà del XVII secolo.

Azioni sciamaniche. Tra cure mediche e atti propiziatori

The purpose of this brief presentation is to introduce the theme of "shamanism" in the various perspectives. First of all, we will begin with a historical framework to trace its origins and to observe the successive evolutions and continuity with the origins. Since in the therapy with the patients it is central for the shaman to enter into a hypnotic trance that allows him to get in touch with the spirit world, the second point that we will deepen will be the characteristic elements of the modified states of consciousness. Among the shamanic actions for purposes that are no longer necessarily directed to the individual individual but to the community, we find those bellows and propitiatory ones for community needs. The last section will identify the traces of these ancient cults among the folds of the calendars traditions, in particular of the winter masks, of the "old Europe".

PER UNA STORIA DELLA MEDICINA MAGNETICA 5/ NULLUM AGENS AGIT IN DISTANS: EVOLUZIONE E PARABOLA CULTURALE DELLE CURE MAGNETICHE pubblicato in ANTHROPOS & IATRIA, anno XXI n°2, pp. 93-114. PRE PRINT VERSION.

anthropos & iatria, 2017

Pubblicato in ANTHROPOS & IATRIA. Rivista italiana di studi e ricerche sulle medicine antropologiche e di storia delle medicine, anno XX1, n°2 (luglio-dicembre 2017), articolo n° 925, pp. 93-114, pre-print version. Tra il XVI ed il XVIII secolo, una serie di teorie di derivazione paracelsiana, basate sui rapporti simpatici innescati dalle influenze celesti e mediati dall'anima mundi, danno il via al dibattito sulle cure magnetiche, la 'transplantatio morbi' (il passaggio della patologia per simpatia dall'organo dolente del paziente a quello di un animale sacrificabile, o, in qualche caso, già sacrificato) e l'utilizzo di preparati medicinali specifici, quale l'Unguento Armario (proveniente da una ricetta pseudo-paracelsiana ed ottenuto da usnea capitis, fungo raccolto su di un cranio di defunto possibilmente morto di morte violenta, mumia aegyptiaca, sangue umano ed altri ingredienti minori) e la Polvere di simpatia, ottenuta da vetriolo calcinato dai raggi solari col sole in Leone. Entrambi questi medicamenti promettevano di guarire le ferite mediante l'applicazione sullo strumento che le aveva inferte o su di un panno intriso del sangue del paziente, il quale poteva anche essere assente, lontano, e che non abbisognava di ulteriori altre cure se non la pulizia della ferita. Entrambi questi medicamenti suscitarono schiere di sostenitori entusiasti e di detrattori scettici o preoccupati dalle possibili implicazioni stregoniche e diaboliche di tali mirabili rimedi a distanza. Dopo aver analizzato i primi passi dell'unguento armario, il successivo affermarsi della polvere di simpatia ed il delinearsi delle principali polemiche mediche e religiose legate ai due medicamenti, dopo aver visto il sorgere e l'affermarsi della spiegazione corpuscolarista dell'azione a distanza delle cure magnetiche, dapprima emersa organicamente nelle teorie Nathaniel Highmore e poi in quelle universalmente propagate da sir Kenelm Digby,in questo quinto appuntamento esploriamo l'evoluzione del dibattito tra paracelsani-ancora ancorati al cosmo ermetizzante di Van Helmont e di Fludd-gli eterni scettici razionalisti ed i novatores corpuscolaristi variamente schierati pro o contro le meraviglie della polvere di simpatia.