BOCCACCIO E LA SICILIA (original) (raw)

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Nipoti di Maritain, 2017

Il termine "boccaccesco" è, ormai, indissolubilmente legato alla tematica decamerotica del Certaldese in seguito ad una sua mala interpretazione dell'esegesi del corpus boccacciano nel corso dei secoli. In questo breve articolo, ho cercato di mettere in luce la dimensione teologica che Boccaccio esprime nella sua produzione, specialmente nell'opera "edulcorata" da Vincenzo Borghini in piena età controriformista.

IL BOCCALE DI SAN ROCCO TRA CULTO E ARTIGIANATO

2018

Ogni anno dal 12 al 16 Agosto si rinnova la tradizione del culto verso San Rocco. La devozione è talmente forte che Roccamontepiano, in provincia di Chieti, si riempie di migliaia di persone che accorrono da tutta la regione, per ottenere la benedizione del santo e usufruire dei poteri taumaturgici della fonte a lui dedicata. La festa si protrae per diversi giorni trasformando il paese in un luogo brulicante di persone, voci, rumori, odori e fuochi d'artificio. L'attuale edificio, realizzato negli anni cinquanta, sostituisce una precedente chiesa sopravvissuta alla grande frana del 1765 costruita a metà Seicento, probabilmente in occasione dell'epidemia di peste che afflisse il Regno di Napoli nel 1654. Ogni culto religioso è legato a precise condizioni materiali. E' questo anche il caso del culto di S. Rocco nel Mezzogiorno d'Italia e in particolare negli Abruzzi. Questo culto sembra seguire, quasi inseguire, le piaghe storiche che si sono diffuse nella nostra regione e una in particolare: la peste. Non c'è sempre una precisa corrispondenza, tuttavia il culto di S. Rocco si manifesta più frequentemente nei luoghi colpiti duramente da questo flagello. Nell'incisione un tipico abbigliamento indossato dai medici nel Seicento. Consisteva in una lunga tunica che arriva fino alle calzature, un paio di guanti, un cappello a tesa larga e, davanti al viso, una maschera lunga a forma di

SPAZIO SACRO NEL DE MONTIBUS DI GIOVANNI BOCCACCIO

The present paper discusses the various aspects of the religious places in Giovanni Boccaccio's De montibus. First, we focus on the religious places of ancient Greek and Roman mythology, afterwards, those in the Bible. Finally, we will tackle the common features of all three. We will find that the most important places for Boccaccio were those mountains and the rivers that are connected to those holy places.

SANDRO BOCCIA

2010 2 2 A FRANCA E A CRISTINA "Mie care, questo libro che vi dedico, raccoglie quadri di Roma in versi che ho dipinto con naturalezza e semplicità, forse perché ho ritratto anche un po' di me". 8 8 condottieri, gentildonne, popolani e prostitute ci danno la vita di una Roma ormai leggendaria e tuttavia attuale, senza infingimenti ed eufemismi, con un realismo pietoso e crudele, colmo di umanità e di sdegno, di partecipazione e di rivolta. E' appropriato allora il titolo di questa raccolta, che non vuole essere una storia o una guida di Roma perché i miti e le leggende descritte dalla mia penna affiorano dal passato legati dall'ago del tempo che li fa rivivere nel presente e che li proietta nel futuro: quasi un gioco dell'oca, un carosello, una sarabanda di colori, un girotondo di voci, una giostra di sussurri, di sensazioni e soprattutto d'emozioni ove la fantasia del lettore non è costretta a spaziare entro percorsi obbligati ma che, al contrario, può procedere con libertà tra l'evocazione di personaggi, luoghi, monumenti, opere che i miei versi rimati ci descrivono come guida virgiliana. Ecco perché le orecchie di chi legge saranno capaci di raccogliere l'eloquio di queste "cose parlanti" che racchiudono nel loro intimo il fascino del mito e della leggenda: è un potere che gli antichi ben conoscevano e che ci hanno trasmesso raccontando, come eterni testimoni, le vicende degli uomini che poi i poeti, o presunti tali come me, con il loro estro, hanno gradevolmente tradotto in versi. Ecco perché dedico i miei, oltre agli affetti familiari più vicini, a Roma, mia città natale, e agli autori romani citati per la satira graffiante e per il sentimento che scaturiscono dalle loro opere, ancor oggi contemporanee, per l'immutabilità delle leggi che segnano le vicende umane; ed infine a chi sfoglierà queste pagine ed una particolare a chi avrà la voglia e il tempo di leggerle per apprezzare il fascino della Città eterna. E per ultimo, ma non per questo meno significativo, un sentito ringraziamento agli autori citati in bibliografia perché senza la consultazione dei loro testi, da cui ho tratto ispirazione attingendo a volte a pieni mani, questa mia opera non avrebbe potuto vedere la luce. Como, 31 dicembre 2010 Sandro Boccia 9 9 AUTORITRATTO D'AUTORE Chi è Sandro Boccia? A dirvi il vero è un fuoco d'artificio senza paragone, una bocca di vulcano in eruzione, un tric trac d'esultanza, non per niente è generale di finanza, dall'estro musicale è un guerriero, con la mente sveglia da profeta e l'animo sensibile da poeta. Un tennista pescatore dall'argento vivo addosso, un puer aeternus vanitoso, istrione e narcisista, seduttore, generoso, laziale per niente giallorosso, disponibile, ricco d'ansie e di talento: un artista! Ha un cervello con tante creazioni, un cuore pieno di palpiti ed emozioni. Quando ci parli quella mente ardente ti mette addosso una specie di corrente; come giocare a dama lui ha le mosse pronte: arciere di battute possiede una corazza, sagittario è come un cavallo selvatico di razza che lo vedi andar con il sole in fronte. Così abbiamo un altro poeta trilussiano che parla come mamma sua: ossia romano! Siccome, si sa', l'appetito vien mangiando, lui ci racconta prima la storia di Roma in una botta e via e subito dopo i miti e le leggende con un po' di fantasia, 13 13 ROMA CAPUT MUNDI Roma: sei proprio un teatro a cielo aperto, con il Tevere che, come dice una canzone, ti serve da cintura, eterna fonte di mille melodie in concerto, città unica al mondo, gemellata con l'arte su misura. M'imbevo d'antichità fra i ruderi d'un vecchio anfiteatro, pieno de crepe che il tempo nel tempo ha provocato. Roma: sei proprio, e non lo dico solo io, una città museo, d'ogni bellezza musa, che rinnovi il mito di Perseo contro la medusa barbara, tu maestra di civiltà, indomita, forte, giusta ch'hai vissuto con lealtà e severità! Culla del diritto, con le tue massime, ti sei fatta una nomea: "dura lex sed lex", "nemo profeta in patria", "mors tua vita mea". Roma: sei proprio un bel giardino dove assomigli a un fiore, con te mi sembra d'impazzir di gioia e d'allegrezza e quando ci ritorno mi sento batter forte forte il cuore, respirando un profumo delicato pieno d'amore e di dolcezza: appena che ti rivedo mi sale a mille la pressione e intanto m'asciugo una lacrima che m'esce così per l'emozione! I SETTE RE DI ROMA Dopo Romolo, regnò su una Roma ancora piena di miseria, Numa Pompilio, che istituì parecchi collegi sacerdotali, edificò il tempio di Giano, costituì il corpo delle Vestali e si racconta, fosse ispirato, nei boschi sacri, da la ninfa Egeria. Tullo Ostilio, terzo re, riprese la tradizione militare, combattendo contro Albalonga, la città più potente del Lazio, e la guerra fu decisa con il famoso duello ove sopravvisse solo un Orazio. Anco Marzio estese poi il dominio di Roma fino al mare, dove fondò il porto di Ostia, guerreggiando contro l'esercito latino. Gli successe Tarquinio Prisco, che favorì l'influenza greca nella città, costruì il foro, il Circo Massimo, il tempio di Giove capitolino e la Cloaca Massima che servì ai bassifondi per farli prosciugar. Servio Tullio continuò la politica del predecessore, alla pace propenso, riformò la costituzione e divise il popolo secondo il censo; edificò poi le mura che racchiudevano i sette colli (Palatino, Campidoglio, Quirinale, Aventino, Celio, Viminale e Esquilino). L'ultimo re Tarquinio il Superbo, come i precedenti due, etrusco, dette a Roma splendore e potenza con un modo di governar assai brusco tanto che, con la propia famiglia, in fretta e furia, se ne dovette andar via, favorendo l'avvento della Repubblica e dando così addio alla Monarchia! A titolo di curiosità, in tempi moderni, i Romani, a ogni esperienza rotti, hanno proclamato ottavo re prima Claudio Villa e poi Francesco Totti!

Boccaccio e la «matta bestialità»

2019

In copertina: Bibliothèque nationale de France, ms. Français 112, f. 239r. Informazioni sul catalogo e sulle ristampe dell'editore: www.ledizioni.it Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da Ledizioni.

Boccaccio e le donne

Bocaccio e le donne, Aracne, Roma, 2014, 2014

OGGETTI E SOGGETTI L'oggetto e il soggetto sono i due poli che strutturano la relazione critica secondo Starobinski. Il critico individua l'oggetto da interpretare e in qualche modo lo costruisce, ma lo rispetta nella sua storicità e non può farne un pretesto per creare un altro discorso in cui la voce dell'interprete copre la voce dell'opera. Ma d'altro canto egli non si limita a parafrasare l'opera né ad identificarsi con essa, ma tiene l'oggetto alla distanza giusta perché la lettura critica produca una conoscenza nuova. In questa collana si pubblicheranno contributi articolati sulla distinzione e sulla relazione tra gli « oggetti » e i « soggetti », ossia fra il testo dell'opera o delle opere e la soggettività degli studiosi.

Boccaccio

nato nel 1313 a Certaldo in Toscana, può ben essere considerato il padre della prosa volgare italiana e, insieme a Petrarca e a Dante, il più importante scrittore del XIV secolo sia in Italia che in Europa. Dopo i primi studi a Firenze, nel 1327 si trasferisce a Napoli dove si dedica ai classici latini e alla letteratura italiana e francese e proprio qui vedono la luce le sue prime opere: Filocolo, Filostrato, Teseida, Caccia di Diana e Rime. Durante i successivi soggiorni a Firenze e nelle corti di Romagna compone oltre al Ninfale fiesolano e ad altre opere minori, la sua opera capitale: il Decameron, terminato nel 1351. È in questi anni che stringe amicizia con il "glorioso maestro", Petrarca, e si dedica allo studio dell'opera dantesca. Viene a mancare nel dicembre 1375.

BOCCACCIO - De mulieribus claris

Testo completo del «De mulieribus claris» di Giovanni Boccaccio, con breve introduzione, bibliografia, succinte note di commento (sulle fonti dei singoli capitoli) e, in appendice, la recensione di A. Bisanti al libro di Elsa Filosa, Tre studi sul «De mulieribus claris», Milano 2012 (apparsa on line in «Mediaeval Sophia» 15-16 [2014], pp. 233-237). "Dispensa" a uso universitario, utilizzata per le lezioni di Letteratura Latina Medievale e Umanistica per il Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell'Antichità, anno acc. 2016-2017, secondo semestre, presso l'Università degli Studi di Palermo (Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale).

STUDI SUL BOCCACCIO FONDATI E GIÀ DIRETTI DA VITTORE BRANCA

LA GENEALOGIA E IL DE MONTIBUS: DUE PARTI DI UN UNICO PROGETTO* La Genealogia deorum gentilium e il De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludibus et de nominibus maris liber sono le prime due opere composte da Boccaccio dopo l'incontro personale con Petrarca, sull'onda del rinnovato rapporto con gli auctores lanciato da quest'ultimo, e sono in latino e di carattere erudito 1 . Iniziate nei primi anni '50 furono portate avanti fino alla fine della vita, giovandosi man mano dei contributi che potevano offrire le nuove acquisizioni, in particolare di cultura greca attraverso Leonzio Pilato. Entrambe si fondano sulla centralità e l'ineludibilità per i moderni dello studio della poesia antica.