Nonsense-verse Made in Italy, «il verri» 60 (2016), 13-26 (original) (raw)

Sensibilia: Made in Italy, aisthesis di una modernità altra

Laboratorio Italia. Canoni e contraddizioni del Made in Italy, M. Borgherini, S. Marini, A. Mengoni, A. Sacchi, A. Vaccari (a cura di), Mimesis - DCP/IUAV, 2018

Volume in open access: https://www.iuav.it/DIPARTIMEN/IRIDE/IRIDE/PARD/ATTIVITA/progetti-e/Mimesis\_2018-Laboratorio.pdf Introduzione al volume "Laboratorio Italia. Canoni e contraddizioni del Made in Italy". Come tutte le etichette identitarie anche quella di Made in Italy riflette, sin dalla sua formulazione in una lingua straniera, la prospettiva di uno sguardo esterno che coglie e condensa i tratti di un'identità non immune da stereotipie nazionalistiche e da definizioni illusoriamente autoevidenti. Il volume raccoglie una pluralità di contributi che riconoscono, oggi, nelle forme del progetto italiano un'idea peculiare di modernità e un legame specifico con le forme dell'esperienza storica. Particolare attenzione è rivolta sia agli orizzonti di riflessione che hanno recentemente problematizzato la questione dei tratti identitari del pensiero e del patrimonio culturale e umanistico "italiano", sia ai modi di produzione e ai modelli di sviluppo che il Made in Italy ha implementato, e alle contraddizioni e conseguenze economiche, politiche e culturali di tali modelli. Questa indagine non trova la sua pertinenza e coerenza in una definizione esclusivamente territoriale, settoriale o nazionale del Made in Italy, ma intende scardinare questa definizione aproblematica per interrogarsi sui tratti paradigmatici che i diversi ambiti del progetto inteso nella pluralità delle sue culture - dalla moda alle arti, dall'architettura e dal design alla riflessione filosofica, dalle arti performative alla gestione del patrimonio - hanno elaborato in ambito italiano. Il laboratorio Italia, nutrito dalla pluralità delle sue culture del progetto, ribadisce così la non separazione delle pratiche e delle teorie e afferma anzi la loro costitutiva coalescenza, nella convinzione che gli oggetti, i progetti, le opere "pensino" attraverso la specificità delle proprie forme e che le elaborazioni teoriche siano inseparabili dall'immanenza dei propri oggetti di riflessione, dei propri modelli e delle proprie procedure di pensiero.

«sotto ’l velame de li versi strani» (Inf IX 63)

La "dottrina che s'asconde sotto 'l velame" e la relazione con la Lettera agli Ebrei. Relazione tenuta al XVIII Congresso dell’Associazione degli italianisti (Adi) - Padova, 10-13 settembre 2014. http://italianisti.it/upload/userfiles/files/Soro.pdf

La fucina, la vendemmia e il legname. Prose creative sui francobolli della serie "Italia al Lavoro" (Edizioni del Rosone, Foggia, 2012, pp. 64)

2012

I francobolli della serie “Italia al lavoro”, emessi nel 1950, sono rimasti nel cuore di molti, collezionisti e non, per la loro straordinaria bellezza. I diciannove esemplari (all'epoca l'Abruzzo e il Molise erano ancora uniti) offrono a Francesco Giuliani lo spunto per scrivere altrettante prose legate alle varie regioni, riunite nel volumetto “La fucina, la vendemmia e il legname”. Siamo di fronte ad un felice e originale incontro tra letteratura e filatelia, per cui i singoli brani creativi, affiancati dalle riproduzioni a tutta pagina dei francobolli, per gustarne meglio i particolari, offrono un’interpretazione personale, ma mai staccata dal contesto, delle vignette disegnate da Corrado Mezzana. Nella serie rivive un'Italia tradizionale, tra aratri primitivi e buoi di carducciana memoria, che mantiene una straordinaria forza di suggestione, anche a distanza di circa 60 anni. L’agricoltura, l’artigianato e le attività marinare sono fiorentissimi e presenti su tutto il territorio nazionale; anzi, nota l’autore, l’“Italia al lavoro” sembra ancora più vecchia di quanto lo sia realmente, ma questo, dal punto di vista artistico, è un pregio, non un difetto. Il titolo del volumetto si ricollega direttamente ai soggetti rappresentati nei francobolli. In particolare, il primo e il terzo termine si riferiscono, rispettivamente, al valore più basso, da cinquanta centesimi (Valle d’Aosta), e a quello più alto, da duecento lire (Trentino-Alto Adige); in mezzo, poi, c’è la vendemmia, che si ritrova sul valore da 30 lire, dedicato alla Puglia. A detta di molti studiosi e appassionati, si tratta della vignetta più bella realizzata da Mezzana, con la sua delicata tinta, lilla rosa, come specificano i cataloghi, e il suo soggetto, una vendemmiatrice posta in primo piano, con sullo sfondo il celebre Castel del Monte, di federiciana memoria. In appendice, infine, Giuliani pubblica un racconto, “I francobolli di Didimo”, ispirato dalla stessa passione per i magici rettangoli dentellati, intorno ai quali scorrono storie di passione e di amicizia.

Il sarcasmo di Tiresia (Soph. OT 353), “Eikasmòs” XXVIII (2017) 47-56

Il sarcasmo di Tiresia (Soph. OT 353) È risaputo che uno degli elementi fondamentali del sistema linguistico greco è la distinzione tra oggettività e soggettività: è altrettanto risaputo che in questo àmbito le proposizioni 'implicite' introdotte da ὡς + participio indicano un livello, più o meno marcato, di soggettività 1. Ciò nonostante, non sempre questo elemento è adeguatamente rispecchiato nelle traduzioni: in particolare, nel teatro, se si tra-scurano tali sfumature, si rischia talora di perdere finezze che sono di una certa importanza nel testo originale. In questa sede fornirò un significativo esempio. Uno dei punti nodali dell'Edipo re di Sofocle è il momento in cui Tiresia rivela a Edipo la verità, una rivelazione che non viene accolta con raccapriccio ma rifiu-tata dall'interlocutore, il quale reagisce minacciando l'indovino. Essa avviene nel corso di un serrato dialogo che presenta diversi momenti successivi: dopo l'iniziale reticenza, che aveva già innervosito Edipo, Tiresia ai vv. 337s. (ὀργὴν ἐμέμψω τὴν ἐμήν, τὴν σὴν δ' ὁμοῦ / ναίουσαν οὐ κατεῖδες, ἀλλ' ἐμὲ ψέγεις) fa una prima velata allusione, la quale viene percepita dall'altro come un insulto gratuito, e innesca un diverbio che si fa sempre più acceso; il primo esplicito riferimento, fatto, a mio avviso, con un tono fortemente sarcastico, è quello dei vv. 350-353: ἄληθες; ἐννέπω σὲ τῷ κηρύγματι ᾧπερ προεῖπας ἐμμένειν, κἀφ' ἡμέρας τῆς νῦν προσαυδᾶν μήτε τούσδε μήτ' ἐμέ, ὡς ὄντι γῆς τῆσδ' ἀνοσίῳ μιάστορι. Edipo reagisce avvertendo l'indovino che pagherà il fio della sua impudenza, ma l'altro, a questo punto, rivendica il fatto che il suo pensiero coincide con la verità, perché di essa egli è il custode (v. 356 πέφευγα· τἀληθὲς γὰρ ἰσχῦον τρέφω) 2 ; ciò costituisce la premessa della vera e propria rivelazione, che avviene ai vv. 362 (φονέα σέ φημι τἀνδρὸς οὗ ζητεῖς κυρεῖν) e 366s. (λεληθέναι σέ φημι σὺν 1 Illuminanti sono le pagine di Kühner-Gerth II 91s., cf. anche J. Humbert, Syntaxe grecque, Paris 1972 3 , 129 e N. Basile, Sintassi storica del greco antico, Bari 1998, 480. Dell'importanza di questo elemento nella traduzione mi sono già occupato in Rachele Pierini-R. Tosi, Capire il greco, Bologna 2014, 197. 2 Appare significativo che già ai vv. 298s. il Coro introduca Tiresia con un esplicito ᾧ / τἀληθὲς ἐμπέφυκεν ἀνθρώπων μόνῳ.

Progettare l'altrove. Una nota su inferni e utopie alla metà del Cinquecento, «Rinascimento», LVIII (2018)

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L'inconscio n. 13: "Joyce e l'inconscio"

You were dreamed, dear. Joyce's writing from the real to dream The intention of this paper is to examine how Joyce's writing changed from his juvenilia to the works of his artistic maturity and how that changing was influenced by Freudian ideas. This will be outline first (1-2) by analyzing the Joycean use of epiphany Abstract Notes on plagiarism: Benvenuto, Musatti e Lacan The article carries out a reflection on the theme of plagiarism starting from the essay La ballata del mangiatore di cervella. Kris, Lacan e l'eredità freudiana written by Sergio Benvenuto. The aim of the article is to show the analogies on the issue of plagiarism between Cesare Musatti's position and the Lacanian one.