I viaggi in Italia di Paolo Rumiz (original) (raw)
in “La letteratura degli italiani: 3. Gli italiani della letteratura. Atti del XV Congresso Nazionale dell’Associazione degli Italianisti Italiani (ADI), Torino, 14-17 settembre 2011. Sessioni parallele”, a cura di C. Allasia, M. Masoero, L. Nay, Torino, Edizioni dell’Orso, 2012, pp. 49-59.
Il movimento che collega centro e periferia -un movimento fondamentalmente narrativo -è con ogni probabilità quello che, con ininterrotta costanza, da più tempo regola la scrittura del viaggio nel mondo occidentale. Affondando nel paradigma spaziale più antico, quello della localizzazione, risponde a una configurazione gerarchica del mondo e a un'immaginazione geografica qualitativa che, dai poemi omerici alla fisica aristotelica, situa ogni spostamento entro un orizzonte polarizzato, all'interno di un campo di forze individuato da luoghi che intrinseche qualità contrappongono fra loro. Se questo paradigma non ha mai cessato di esercitare il suo potere gravitazionale, caricando di senso il racconto di passaggi e attraversamenti -da spazi privati a spazi pubblici, da ambienti familiari ad ambienti estranei, da luoghi sacri a luoghi profani -non per questo è riuscito a sottrarsi alle profonde negoziazioni che l'ascesa di paradigmi epistemologici radicalmente diversi ha reso inevitabili. A tentare di appianarne i dislivelli costitutivi è stato innanzitutto, in senso orizzontale, lo spazio quantitativo e misurabile, e perciò più descrittivo che narrativo, della viabilità romana e poi dell'estensione galileiana; ma è stato anche, più recentemente e in senso verticale, lo spazio di dislocazione della contemporaneità, in cui, attraverso il ritorno all'elemento temporale, le relazioni fra i luoghi e gli spazi sembrano dipendere sempre meno da rapporti di disuguaglianza od omogeneità, quanto da rapporti o meno di simultaneità. Non solo l'apparizione di nuovi centri e la scomparsa di vecchie periferie -e viceversa -ma anche i cambi di direzione e traiettoria dei movimenti che hanno costituito i centri e le periferie come tali possono dunque essere assunti come chiave storica di lettura dei racconti di viaggio e soprattutto di quanto essi possono ancora restituirci del loro contesto di produzione.