"Nella memoria degli afflitti" (original) (raw)
Related papers
ebook
Riflettendo sull’anamnesi platonica alla luce del legame tra il pensiero di Platone e la concezione ontologica delle culture tradizionali messa in luce da Eliade si può cogliere come l’esperienza della reminiscenza sia intimamente legata ad un’idea di memoria che va ben oltre la capacità di immagazzinare dati empirici e che nel suo fondo più vero si presenta come memoria dell’originario, ovvero come memoria indelebile di un’esperienza religiosa primordiale. Ciò si lega ad una concezione del tempo che per l’uomo arcaico si presenta circolare ed è dunque lontana dalla moderna concezione della storia. Anche in alcuni miti platonici ritroviamo la medesima idea del tempo circolare e del ricordo di quanto accaduto in origine. Proprio il senso e il ruolo del mito riemerge nella sua centralità come mito anamnestico capace di ricondurre la conoscenza a modelli archetipici originari. Perciò, tanto per quanto riguarda l’anamnesi quanto per la conoscenza degli archetipi, non è difficile ritrovare nelle culture primitive una struttura che senza difficoltà può dirsi platonica. Reflecting on the platonic recollection in the light of the link between Plato's thought and the ontological conception of traditional cultures detected by Eliade, one can see how the experience of recollection is intimately linked to an idea of memory that goes far beyond the capacity to store empirical data and which in its truest background presents itself as a memory of the original, or rather an indelible memory of a primordial religious experience. This is linked to a conception of time that for archaic man presents itself as circular and is therefore far from the modern conception of history. Even in some platonic myths we find the same idea of the circular time and of the memory of what happened originally. In fact the sense and role of the myth remerge in its centrality as an anamnestic myth capable of bringing knowledge back to original archetypal models. Therefore, as regards both the recollection and the knowledge of archetypes, it is not difficult to find in primitive cultures a structure that without difficulty can be said to be platonic.
«In memoria» di Ungaretti [2011]
Lettura del testo di apertura di "Il porto sepolto" di Giuseppe Ungaretti, pubblicata in «L'incipit e la tradizione letteraria italiana. Novecento», a cura di P. Guaragnella e S. De Toma, Pensa multimedia, Lecce 2011 [ma 2013], pp. 213-8
«Bracconiere di ricordi». Memoria e oblio in Gesualdo Bufalino
«Diacritica», 2021
The essay aims to analyze the connection between memory and oblivion that Bufalino investigates in his inventive work. Memory and its reverse, forgetfulness, are important themes of a writing that questions itself on the very reasons for its making. Bufalino’s narrative is populated with characters without a past, constructed by subtraction, through a chiaroscuro made up of full and above all voids, omissions, erasures. In the stories of the book L’uomo invaso e altre invenzioni the ghosts of oblivion and the emblematic images of erased memory, of the bleeding of memories affected by «wounds of passing time» coexist with references to the literary character of the “forgetful”, who suffers from poverty or from an excess of memories. The figure of the “forgetful”has a metaliterary value and becomes a double of the narrator.
Anglani - Memoria e oblio nelle Reveries
Andrea Battistini DALL’INIBIZIONE ALLA LIBERAZIONE DELL’IO. IL GENERE AUTOBIOGRAFICO NEL TOURNANT DES LUMIÈRES Lezioni Sapegno 2019 Con interventi di Franco D’Intino e Bartolo Anglani, 2020
Figure della memoria e dell’inconscio
Fin dall'antichità, si sono prodotte metafore e allegorie della memoria. Più recenti sono immagini simboliche riferite all'inconscio, dove la memoria individuale o collettiva ripesca non di rado i suoi ricordi. Qui si tratta per lo più di vere e proprie figure, da Mnemosine dea della reminiscenza a Gradiva, Musa del Surrealismo e ancor prima della psicoanalisi. Se esse si adattano alla memoria del passato, non coprono però tutta la complessità dell'inconscio. Ve ne sono altre, quali l'“Angelus” di Millet e di Dalí o l'“Angelus Novus” di Klee e di Benjamin, che meglio ne esprimono una componente fatta di annunciazione o di prefigurazione, ma anche di aspettative e di delusioni...