Corpus Speculorum Etruscorum. Italia, 7.1. Italia. Fasc. 1. Roma, Museo Nazionale Romano Fasc. I. Museo delle Antichità Etrusco Italiche Sapienza Università di Roma.Collezione Gorga (original) (raw)
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Corpus Speculorum Etruscorum. Italia, 8. Musei dell'Etruria Padana
A cura di G. Sassatelli - A. Gaucci. Testi di G. Baldini, M. Cavalieri, P. Desantis, A. Gaucci, E. Govi, R. Macellari, L. Minarini, A.C. Penzo, C. Pizzirani, G. Sassatelli. A cura di Sassatelli Giuseppe e Gaucci Andrea Anno di Edizione: 2018 Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER Collane: Corpus Speculorum Etruscorum. Italia, 8 ISBN: 978-88-913-1705-6 Rilegatura: Rilegato Pagine: 296, 200 ill. B/N Formato: 23 x 32 cm Nel 1981 quando nell' ambito dell' iniziativa del Corpus Speculorum Etruscorum fu inaugurata la serie dei musei italiani con la pubblicazione degli specchi conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna (CSE Bologna 1 per gli specchi di collezione e CSE Bologna 2 per gli specchi di scavo di Bologna e territorio) ci si rese immediatamente conto che la ripartizione dei fascicoli del Corpus per musei, tuttora in vigore, presentava qualche problema con particolare riguardo al fatto che per alcuni musei il numero degli esemplari conservati non era sufficiente per programmare un fascicolo autonomo. E già allora all' interno della Commissione Italiana che si occupa del Corpus fu prospettata l' idea di raggruppare in un unico fascicolo tutti gli specchi conservati in musei minori' di una stessa regione che non necessariamente doveva corrispondere ad un assetto amministrativo, ma che poteva anche riferirsi ad un' area culturale e storica. Se si prescinde dal caso un po' particolare di un gruppo di specchi da Palestrina, conservati sia a Palestrina che a Villa Giulia, riuniti in un unico volume per mantenere l' unità del luogo di rinvenimento (CSE Villa Giulia 2), con la pubblicazione di questo fascicolo viene messo in atto, credo per la prima volta in Italia mentre è consuetudine largamente utilizzata per i Musei stranieri, l' accorpamento in un unico volume degli specchi conservati in diversi musei di una stessa regione o area culturale con una soluzione che potrebbe rivelarsi utile anche in altri casi. Questo fascicolo comprende infatti tutti gli specchi conservati negli altri musei, oltre a Bologna, non tanto dell' Emilia Romagna quanto dell' Etruria Padana, una ripartizione che si giustifica pienamente nel caso degli specchi etruschi tenendo conto della coesione culturale del territorio. I musei interessati sono il Museo Nazionale Etrusco Pompeo Aria' di Marzabotto (15 esemplari), il Museo Civico Archeologico Luigi Fantini' di Monterenzio (6 esemplari), il Museo Archeologico Nazionale di Spina a Ferrara (16 esemplari), il Museo Archeologico Nazionale di Adria (3 esemplari), il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena (2 esemplari), i Musei Civici di Reggio Emilia (6 esemplari) e il Museo Archeologico Nazionale di Parma (20 esemplari) per un totale di 68 esemplari. Nei Musei di Marzabotto, Monterenzio, Adria, Spina e Modena sono conservati solo specchi che provengono da scavi di queste località e dei loro rispettivi territori; nei Musei di Reggio Emilia e Parma sono conservati solo specchi di collezione.
Corpus Speculorum Etruscorum Italia 8
2018
MUSEI DELL’ETRURIA PADANA MUSEO NAZIONALE ETRUSCO ‘P. ARIA’ DI MARZABOTTO MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO ‘L. FANTINI’ DI MONTERENZIO MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI FERRARA MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI ADRIA MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO ETNOLOGICO DI MODENA MUSEI CIVICI DI REGGIO EMILIA MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI PARMA
2020
The work of Carlo Ruspi is closely linked to the enterprise of documenting at its best and guaranteeing to the posterity the vestiges of the Etruscan paintings found in the Twenties and Thirties of the 19th Century. At first, we see him hired at the Institute of Archeological Correspondence of Rome for the production of the early tracings, and later at the service of the King of Bavaria for making the full scale reproductions, destined to the Museum in Munich. Ruspi’s replicas will be the evocative setting both for the Etruscan antiquities exhibition by the Campanari Brothers, held in London in 1837, and the newly born Gregorian Etruscan Museum, which at the present time still counts in its collections the replicas of six Tarquinian tombs (of the Inscriptions, of the Dead Man, of the Baron, of the Bigae, of the Triclinium, Querciola I) and of the missing Campanari Tomb at Vulci, as well as the reproduction of the entire pictorial cycle of the François Tomb at Vulci, that was later found in 1857, reproduced by the artist in 1862, a year before his passing. The Vatican series is presented in its historical, artistic and documentary value, as well as in the context of the transformation of museography in the 19th and 20th Centuries.
Carmela Roscino (Conversano, 1968), è professore associato di Archeologia Classica all' Università degli Studi di Bari Aldo Moro, dove insegna Archeologia della Magna Grecia e conduce ricerche sulla ceramica attica e italiota a figure rosse, sulla pittura greca e sui rapporti tra iconografia e teatro antico. Per i tipi dell'Erma di Bretschneider ha collaborato con testi di inquadramento iconografico all' opera La ceramica a figure rosse della Magna Grecia e della Sicilia, a cura di Luigi Todisco (2012), e ha curato i fascicoli del Corpus Vasorum Antiquorum Italia sui vasi a figure rosse dell' Apulo Medio del Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia (II, 2015; V, 2018).
Within the thriving production of Etruscan bronze mirrors, it has been possible to identify a small group that, in our opinion, is particularly influenced by Attic red-figure pottery. These mirrors are decorated with complex mythological scenes and have a specific feature: a figured border. This case study attempts to analyze whether or not this decoration reflects the Etruscan conception of the cosmos (Sky, Earth, Ocean/Underworld). Furthermore, it aims to highlight how this phenomenon concerns not only the iconography, but also the structure itself of the decoration. It is a matter of great interest that also involves, for obvious reasons, the organization of the Etruscan bronze workshops.