Dal Falco, F. (2015). Visitatori opere 2005/2015. Roma:Aracne FORMATO A TEMA NUOVA SERIE 001 (original) (raw)
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"Ricordare, rintracciare, vedere, partecipare, costruire": sono queste le parole chiave che caratterizzano i capitoli in cui si articola il volume dedicato a Daniela Ferrari per ringraziarla e riconoscerle i meriti di una lunga e intensa attività di studiosa e di direttrice dell'Archivio di Stato di Mantova. Le charte non solo si ereditano, si conservano e si custodiscono, ma parlano, si legano ad altre charte, creano itinerari, indicano strade, antiche e inedite. I quarantotto saggi che compongono questo volume elaborano le fonti storico-artistiche conservate nell'Archivio di Stato di Mantova, che festeggia i 150 anni dalla sua istituzione (1868-2018), e intrecciano fili rossi tra ambiti disciplinari diversi: dalla storia alla storia dell'arte, dalla musica alla letteratura, dal teatro all'archivistica.
Falco, Zerocalcare, Garrone e gli altri per un'estetica narrativa del bordo urbano
Polifemo - Numero 23, 2022
The aim of article is to demonstrate the existence of periphery aesthetics in contemporaneity fiction. It will investigate how the presence of some formal and thematic elements supports the idea of the suburban space as unique. In particular, it will look into a variety of spaceconnoting issues such as the "straniamento", the correspondence between the characters' body and some elements of space, r-urban construction of the space, the massive presence of useless objects and the unrealistic occurrence of violence by way of analysing different texts-from the novel to movies and comic books. I argue that the way of looking at the periphery has changed after the "boom-economico" and that fiction is particularly reflective of such change of perspective, which has contributed to its easier reception by the viewer.
università degli studi di perugia pastor alfonso sánchez cruz revista horizontes de arquitectura, méxico alberto sposito università degli studi di palermo Karin templin university of cambridge, cambridge, uK Comitato di redazione Giuseppe de Giovanni università degli studi di palermo marzia marandola università degli studi La sapienza di roma mabel matamoros tuma instituto superior politécnico José a. echeverría, La habana, cuba alessio pipinato università degli studi di padova Bruno pelucca università degli studi di Firenze chiara Visentin università iuaV di Venezia esempi di architettura
Cos'è l’artista se non l’«ospite parassita» delle sue stesse idee e ossessioni? Il titolo evoca la condizione ambivalente dell’essere ospitante, od ospitato, e la necessità di attingere energia emozionale da fonti e situazioni che ne alimentano la creatività. Il fascino, la sofferenza e il disgusto trasmessi dalla realtà sono per Arrivabene vitali forme di nutrimento, trasformate dall'immaginazione per costruire un nuovo modo di vedere, un mito personale da utilizzare come guida. L’influsso parassitario si estende anche all'interno dei dipinti: inserzioni entomologiche, peduncoli o infiorescenze si cibano delle carni dei personaggi effigiati, lasciando proliferare nuovi tessuti connettivi che talvolta finiscono quasi per fagocitarne il respiro vitale. Ne scaturisce una concezione visionaria in cui mondo vegetale, animale e umano coesistono l’uno nell'altro a stabilire un abbraccio perpetuo così come un naturale sviluppo/fusione teratomorfica. Quella di Arrivabene è una pittura colta e seducente, intrisa di simboli ed enigmi vivificati da innumerevoli modelli di ispirazione: dalla mitologia classica ai Maestri del XV-XVI secolo, in primis Leonardo, Dürer, Bosch, e nel passato più recente Moreau, Redon, Ernst. Lo spettatore risulta così catturato da messaggi velati, quasi dovesse partecipare a un viaggio iniziatico che conduce alla rivelazione di una conoscenza ancestrale, di cui l’artista è generatore e dispensatore. Alla stregua di un alchimista, Arrivabene fa rivivere esperienze di carattere mistico travalicando i limiti spazio-temporali della personalità, del conscio e dell’inconscio, nell'incessante esplorazione di un universo interiore che si snoda tra reminiscenze di vite già vissute o solo vagheggiate.
Bibliothecae.it, 2021
Correva l'anno 1710 e il principe d'Elboeuf Emanuele Maurizio di Lorena-da pochi anni comandante della Cavalleria del Viceregno di Napoli-era alle prese con uno spinoso problema di complementi d'arredo. I lavori di costruzione della sua nuova dimora sul porto del Granatello proseguivano, e per le decorazioni degli interni egli aveva tutte le intenzioni di affidarsi a un artigiano francese, capace di ottenere uno stucco speciale polverizzando antichi marmi pregiati. Ma dove trovarne? Giunse così all'orecchio del principe il nome di tale Enzechetta, un contadino di Portici che tempo addietro aveva scavato un pozzo nel suo campo cercando acqua e trovando invece un teatro romano sotterraneo. Con questo episodio (ri)comincia la storia di Ercolano, dopo l'obliterazione del 79 d.C.: di lì a poco, infatti, il nuovo re di Napoli Carlo di Borbone avrebbe promosso un progetto di scavo in grande stile (per i tempi, almeno) per bucare il durissimo strato di lava e fango pietrificati e accedere alla città sepolta attraverso un reticolo di gallerie sotterranee. Una di queste condusse gli scavatori a una villa dalla quale, nell'ottobre 1752, emersero dei reperti mai visti prima-apparentemente ciocchi di legno carbonizzato contorti e increspati, simili
Le novelle d'artista in Boccaccio: per una storia narrativa del visibile
2018
Il proposito di dare un fondamento “realistico” all’inventio narrativa condusse Giovanni Boccaccio a costruire, all’interno del Decameron, il cosiddetto “ciclo di Calandrino”, dove le figure di alcuni artisti ben noti nel pieno Trecento (Bruno, Buffalmacco...) svolgono il ruolo di chi attraverso la beffa sa scoprire il vero sotto l’apparenza del convenzionale. La lettura di alcune di queste cosi specifiche novelle permette qui anche di avvicinare criticamente il ruolo storico svolto dalla figura del pittore Giotto in ambito propriamente narrativo.The aim of giving a “realistic” grounding to narrative inventions led Giovanni Boccaccio to build up, within the context of Decameron, the so-called “Calandrino cycle”: here the characters of some painters of high fame in the 14th century – Bruno, Buffalmacco... – play the game of people able to discover the truth under the most conventional reading of the world. The analysis of some of these beffa tales allows us to join in the historical ...