Rappresentazioni per l'archeologia (original) (raw)

Appunti per un'archeologia del futuro

Quotidiana / Paesaggio della Quadriennale di Roma, 2022

The essay "Appunti per un'archeologia del futuro" [Notes for an Archeology of the Future] focuses on a trend in 21 st century ltalian sculpture: some works take on forms similar to those of archaeological finds whose features, instead of referring to a known past, seem to be projected towards a possible future. A sense of ‘end of the future’ is common to many artists and is conscious/y or unconsciously expressed in their projects. lt is deeply rooted in today’s society, in its sense of precariousness. The essay accompanies the exhibition of works by Alessandro Biggio (Cagliari, 1974) and Antonio Fiorentino (Barletta, 1987), presented at Museo di Roma / Palazzo Braschi in Rome as part of the exhibition cycle Quotidiana / Paesaggio promoted by Quadriennale di Roma.

La Natura delle Rappresentazioni

(Italian) La psicologia sociale è ovviamente una manifestazione del pensiero scientifico, 1) l’individuo normale reagisce ai fenomeni, alle persone e agli eventi nello stesso modo in cui reagiscono gli scienziati o gli statistici; 2) la comprensione consiste nell’elaborazione delle informazioni. (Moscovici) Ovviamente esistono quelle che chiamiamo tendenze cognitive, distorsioni soggettive e tendenze affettive, come sappiamo bene, ma esse sono precisamente tendenze e distorsioni in rapporto ad un modello, a regole che costituiscono la norma. Bower scrive: “di solito usiamo il nostro sistema percettivo per interpretare delle rappresentazioni di mondi che non potremo mai vedere. Nel mondo fatto dall’uomo in cui viviamo, la percezione delle rappresentazioni è altrettanto importante della percezione degli oggetti reali. Per rappresentazioni intendo una configurazione di stimoli fatta dall’uomo volta a servire come sostituto per una visione o un suono che potrebbero darsi in natura. Alcune rappresentazioni sono intese come surrogati dello stimolo, destinate a produrre la stessa esperienza cui potrebbe dar origine il mondo naturale” (Bower 1977, 58) In quanto individui qualunque, senza l’ausilio di strumenti scientifici, noi tendiamo a considerare e analizzare il mondo in modi molto simili, specialmente dato che il modo con cui abbiamo a che fare è sociale da ogni punto di vista. Questo vuol dire che non ci arrivano mai informazioni che non siano state distorte da rappresentazioni “sovraimposte” che conferiscono a oggetti e persone una certa vaghezza rendendoli in parte inaccessibili. Quando contempliamo queste persone e questi oggetti la nostra predisposizione genetica ereditaria, le immagini e le abitudini apprese, le memorie di essi che abbiamo preservato e le categorie culturali che utilizziamo si combinano tra di loro per renderli cosi come gli vediamo. In ultima analisi, essi costituiscono solo uno degli elementi in una reazione a catena di percezioni, opinioni, nozioni, e persino di vite, organizzate in una data sequenza. (Serge Moscovici)

Il RILEVAMENTO DI REPERTI ARCHEOLOGICI

Le tematiche inerenti l'analisi di reperti archeologici occupano un importante posto nello studio della storia e delle radici culturali dei popoli. L'attività svolta dal DITAG (Dipartimento di Ingegneria del Territorio, dell'Ambiente e delle Geotecnologie) del Politecnico di Torino nell'ambito della valorizzazione artistico-culturale dei beni archeologici si sviluppa attraverso l'introduzione in tale campo di metodologie di indagine altamente specializzate. Il primo degli aspetti che è necessario considerare nell'effettuare il rilevamento di reperti archeologici è legato alla scelta della strumentazione più adatta, sia in termini di contenuto tecnologico che di innovazione, in modo da rendere più dinamiche alcune fasi del rilevamento. Da ultimo, si devono esaminare e definire i criteri per condurre correttamente le fasi di rilevamento e trattamento dati.

Rappresentazioni Lessicali e

In questa relazione viene presentato il lavoro svolto in campo lessicale presso l'Istituto di Linguistica dell'Università di Venezia, sotto la direzione del Prof.Rodolfo Delmonte. Le persone che hanno collaborato e che ancora collaborano a questa attività sono parecchie, ma meritano di essere citate anche se in ordine sparso: . A partire dall'inizio degli anni '80 sono stati finanziati lavori in ambito lessicale da varie istituzioni e enti con scopo diversi. Il risultato dello spoglio di corpora è stato travasato in un unico database su cui sono state compiute una serie nutrita di analisi allo scopo di creare gli strumenti utili alla ricerca in campo morfologico computazionale e di descrizione automatica fonologica e prosodica della lingua italiana. Il risultato è un corpus di circa 500.000 occorrenze di testi provenienti da campi non omogenei, di dimensioni non bilanciate. Lo scopo del lavoro non è quello di fornire uno strumento di comparazione per definire l'italiano standard in un certo periodo temporale -gli anni '80, ma c'è anche un testo di Svevo! -ma semmai ricercare termini usati poco frequentemente e comunque non in disuso, nè arcaici. A questo scopo, tutte le forme risultate incomprensibili all'analisi automatica sono state controllate manualmente. La lista di frequenza o IWL (Italian Word List) si compone di 30.000 forme molto ricca di hapax legomena, cioè di forme con frequenza uguale o inferiore a 3 occorrenze. Se si confronta la nostra lista con le altre disponibili, cioè quella del LIF, quella del VELI e quella del LIP, la nostra è molto più estesa. La nostra lista contiene tutte le forme incluse nella zona alta delle liste precedenti di frequenza, cioè con frequenza uguale o superiore a 4 occorrenze, e tutte le forme del LIP. Inoltre, le attività più cospicue sono state indirizzate ad esplorare la possibilità di generare da una serie di descrizioni codificate secondo criteri di completezza linguistica, le rappresentazioni lessicali necessarie all'analisi sintattica, semantica e concettuale. In altre parole, la prospettiva di creazione di un lessico computazionale della lingua italiana che contenesse perlomeno il nucleo centrale dei lemmi più frequenti utili all'analisi e all'interpretazione dei significati letterali e non di un testo. La grammatica in una prospettiva lessicalista prevede che il lessico svolga una funzione autonoma di deposito di informazioni in grado di interagire con tutti i livelli di rappresentazione linguistica. 1.1 In particolare il lessico interagisce con il componente morfologico nella creazione di parole nuove e nella creazione delle forme flesse di una lingua: questo aspetto è stato studiato nella creazione di IMMORTALE, un programma che permette di analizzare e di generare le forme flesse della lingua italiana. L'ipotesi di partenza è quella che si indirizza al parlante maturo, che ha già creato un

Architettura per l'Archeologia

Applicazione del rigatino nel restauro pittorico: in alto, i resti emergono come sistema omogeneo; in basso, si propone il completamento del frammento. 2. Il tema del "paesaggio finale". A sinistra, R. D'Andria, Teatro di Velia: un esempio di riproposizione architettonica dei luoghi storici. A destra, F. Ceschi, Crypta Balbi: un esempio di valorizzazione nella direzione del fuoriscala del frammento.

Rappresentazioni della natura nel Medioevo

A cura di Giovanni Catapano e Onorato Grassi. Scopo del volume è evidenziare con un approccio interdisciplinare come le raffigurazioni della natura si trasformino, nei contenuti e nei modi, fra il V e il XV secolo. Accanto alle rappresentazioni concettuali, proprie delle discipline teoretiche, viene dato ampio a quelle figurative, letterarie e musicali. Non solo concezioni e teorie della natura, dunque, ma anche immagini, simboli, suoni che nel Medioevo riproducono, evocano o fingono mondi naturali. Rispetto agli studi gia esistenti sull’argomento, il volume si propone di suggerire letture innovative che possano mettere in discussione i paradigmi storico-critici vigenti e le nozioni date per acquisite, contribuendo così a reimpostare l’intera questione in una nuova.

Verso un'archeologia 2.0

in "Scienza eSocietà", 17-18, pp. 103-114, 2014

Alla luce del lavoro fatto dal Laboratorio MAPPA dell'Università di Pisa, l'articolo descrive cosa sono gli open data archeologici, come si possono aprire i dati, perché è utile aprirli senza timori sia per la ricerca, sia per il mondo del lavoro professionale,

Archeologia dell'impressione di realtà

Il problema del dispositivo e l’impressione di realtà ad esso correlata hanno le loro origini negli studi estetici e psicologici sulla locomozione umana che si sviluppano verso la fine del XIX secolo. L’articolo segue l’opera dell’estetologo francese Paul Souriau, L’esthétique du mouvement (1889), con il fine di analizzare le condizioni materiali in cui sorge concretamente la disposizione dello spettatore cinematografico, sottolineando le implicazioni ontologiche e politiche relative a questo fenomeno. Una particolare attenzione è posta in questo senso sull’incrocio che si crea tra le ricerche della teoria della rappresentazione e la nascita di dispositivi pre-cinematografici che fungono da strumento scientifico nel processo di oggettivazione e controllo del movimento umano.

Didattica museale in archeologia

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