Marcello Carlino, Poetica (original) (raw)
Non inganni l'apertura con Aristotele, del resto quasi obbligata per un lavoro che rechi questo titolo: non ci si appresta a sfogliare una storia. Senza tradire la traccia cronologica, Carlino si sposta nel tempo per compressioni e decompressioni esemplari come esito di scelte precise, rapido nel guadagnare la via del Novecento, terra d'elezione dei suoi interessi, e di lì muoversi verso una proposta specifica (l'ultimo capitolo, su cui si tornerà, è appunto La mia poetica). L'impronta saggistica prevale rispetto all'urgenza di una puntigliosa documentazione dell'analisi che, per quanto prodotta da un profondo sostrato di riferimenti cui spesso si accede, per dirla con Perec, decrittando "implicitazioni" -e scritta con uno stile impegnativo, di fruizione non sempre agevole -, lascia di sé impronte minime in termini di bibliografia (quindici titoli in tutto). Nonostante sia "parolachiave", stando alla collana che inaugura, il volume presuppone così un destinatario autonomo, capace di situarne le prese di posizione: non tanto un lettore novus, ma un ideale interlocutore per il dialogo cui invita una letteratura intesa, con Jakobson ma non solo, come «forma di comunicazione sociale» (68). E tuttavia una certa attenzione per l'eventuale neofita non manca: in questo senso, anzi, si dovrà evidenziare come la sezione aristotelica risulti una delle più felici del libro, essendo in essa contenuta un'efficace riscoperta dell'opera nel suo carattere autenticamente originario e fondante, ancora al di qua di partizioni a venire -preziosa