Felix progenies Constantini Aug: alcune osservazioni intorno a RIC VII, Treviri, 442 (original) (raw)

V. Neri, B. Girotti (eds.), La famiglia tardoantica. Società, diritto, religione, Milano (Quaderni di Erga-Logoi 5), 2016, pp. 225-238

This paper aims to provide a different identification of the figures represented on the Felix progenies Constantini Aug reverse of a gold multiple from the mint of Trier, struck in the name of Crispus in AD 324, usually interpreted as showing the empress Fausta flanked by the two elder sons of emperor Constantine, Crispus (son of Minervina, a concubine or the first wife of Constantine I) and Constantine II (born from Fausta, the emperor’s second wife). However, in order to assert and consolidate the dynastic succession of the line of descent from Fausta, the reverse type of this two-solidi piece seems to be referable, in a more convincing way, to the representation of the empress between her two sons Constantine II and Constantius II, the latter raised to the rank of Caesar at the end of November 324, when also the title of Augusta was probably conferred on Fausta.

Un volgarizzamento fiorentino dell''Antidotarium Nicolai' (sec. XIII ex.)

Un volgarizzamento fiorentino dell'Antidotarium Nicolai (sec. XIII ex.)* 1. Il ms. 52 della Cushing-Whitney Medical Historical Library di New Haven (Yale University) contiene alle cc. 84v-96ra un volgarizzamento toscano, molto probabilmente fiorentino, dell'Antidotarium Nicolai salernitano 1 . Oltre all'Antidotarium, il codice trasmette una traduzione della Chirurgia di Ruggero Frugardo (cc. 1r-64v) 2 e due raccolte di ricette (cc. 65r-84r e 96ra-103v), la seconda mutila della fine (è visibile un frammento di una carta successiva, quindi 104, con una porzione di testo trascritta dalla medesima mano).

Constantinus rerum nouator: dal comitatus dioclezianeo ai palatini di Valentiniano I

Klio, 2008

Constantinus rerum nouator: dal comitatus dioclezianeo ai palatini di Valentiniano I 1. Comites e comitatenses Il panegirista galloromano del 313 d.C., narrando la preparazione e lo svolgimento del bellum Maxentianum, menziona esplicitamente tre gradi degli ufficiali superiori nell'esercito di Costantino, prima comites e duces, poi comites e tribuni. 1 I tribuni ovviamente rappresentano tutti gli ufficiali che comandavano i singoli reggimenti del comitatus e degli eserciti provinciali, cioè tribuni della cavalleria scelta, praefecti e praepositi delle legioni, praefecti della cavalleria alare, tribuni della fanteria ausiliaria; 2 i duces possono essere soltanto i sei duces limitum a disposizione di Costantino. 3 Giovanni Lido attribuisce l'istituzione dei duces allo stesso Costantino, 4 ma pare molto più probabile che il governatorato militare delle province confinarie sia stato progressivamente separato dall'amministrazione civile per volontà di Diocleziano dopo il 293 d.C., avviando un processo di riforma portato a termine durante la seconda Tetrarchia (305-311); 5 il primo dux limitis precisamente datato risale al 303 d.C., 6 e altri tre duces limitum possono essere genericamente datati appunto al periodo 293-305 d.C.. 7 Costantino dunque trovò i duces già al comando degli eserciti provinciali nel suo territorio: ma nella spedizione italica del 312 d.C. ci erano i comites, e quali truppe erano sottoposte alla loro autorità? La risposta alla prima domanda è logica e facile, se soltanto si ammette di identificare i comites del 312 con i comites rei militaris, datando la loro creazione appunto al primo quinquennio di Costantino. 8 Egli sembra avere coniato autonomamente tale grado, e può averlo applicato alla gerarchia del suo esercito già nel 307 d.C., dopo che ebbe assunto in forma ufficiale il titolo e i diritti di Augustus per mano dell'ex-imperatore e suocero KLIO 90 2008 1 124-161 1 Paneg. 12.2.4 omnibus fere tuis comitibus et ducibus non solum tacite mussantibus sed etiam aperte timentibus (la preparazione del bellum Maxentianum) e 10.3 An non ipsi te, caesis hostibus interfectoque etiam ipso eorum duce, comites et tribuni corripuere lacrimantes (la battaglia notturna presso Verona). Le mie citazioni dei Panegyrici Latini seguono sempre l'edizione OCT di R. A. B. Mynors, Oxford 1964. 2 Jones (1974) II, 878. 3 Sulla base della molto più tarda Notitia Dignitatum Occidentis, al principio del IV secolo d.C. mi sembra certa l'esistenza di cinque duces limitum (Britanniae, litus Saxonicum, Germania II, Germania I, Sequania), e molto probabile quella di un sesto (tractus Armoricanus et Neruicanus).

Chronica Monasterii Casinensis IV, 11: un’analisi sintattica e un’ipotesi genetica

The fourth book of the Chronica Monasterii Casinensis contains a narrative (paragraph 11) on the First Crusade. This section holds a peculiar position within the structure of the chronicle, in that it has no tie with the rest of the text (which is focused on the history of the Closter), and it is not clear who is the author of this paragraph: Hoffmann, in his introduction to the edition of the Chronica Monasterii Casinensis, on the basis of some (mainly lexical) linguistic data, maintains that this section is to be attributed to Leo Marsicanus. Hoffmann’s analysis is though short and not systematic. In this paper a more detailed analysis of some syntactic features of this section of the chronicle has been carried on. In particular, it has been analyzed the use of different kinds of complement clauses (Accusativus cum Infinitivo, quod- and ut-clauses) in this section and in the rest of the chronicle. The analysis eventually lead to the formulation of some hypothesis on the genesis of this section of the text.

Francesco Vitali, Tra riflessioni sul principato di Ferdinando I e trame antiottomane: la relazione del 7 novembre 1605 del nunzio Antonio Grimani

L'autore della relazione del 7 novembre 1605 qui pubblicata integralmente è Antonio Grimani, esponente dell'alto patriziato veneto. Figlio di Fulvio e nipote di Giovanni patriarca di Aquileia, Antonio Grimani, nominato vescovo di Torcello nel 1587, era giunto alla guida della nunziatura del Granducato nell'estate del 1605. Al momento dell'incarico, Grimani aveva già avuto precedenti esperienze diplomatiche in veste di ambasciatore di Venezia in Francia e in Belgio. A tali precedenti si era aggiunta poida ecclesiastico -la partecipazione alla legazione guidata dal cardinale Alessandro de' Medici ancora in terra francese nel 1596. 1 Senza dubbio l'esperienza vissuta al seguito di Alessandro de' Medici, insieme ai preesistenti rapporti amichevoli sviluppati con Ferdinando, avevano reso la sua designazione alla nunziatura gradita a Firenze. 2 Nel contempo, la nomina di Grimani si inscriveva nella ritrovata sintonia di rapporti tra Roma e Firenze, prodotta dall'avvento al pontificato di Paolo V, rispetto ai non pochi momenti di frizione, che si erano verificati nel corso del papato di Clemente VIII. 3 L'elezione del nuovo pontefice era stata il risultato di una mediazione, che aveva frustrato le candidature avanzate da Pietro Aldobrandini e la linea fortemente personalistica da lui portata avanti nel corso del conclave, fermamente contrastata da parte fiorentina. 4 La lunga lettera relazione del 7 novembre 1605 prende le mosse dai «sospetti che corrono» tra Spagna e Firenze. In una precedente missiva inviata al cardinal Borghese, segretario di Stato, il 24 ottobre, Grimani aveva segnalato che «si mandano da Napoli a Portolongone sei galere con sei compagnie di fanti», riferendo come il granduca «duole assai questo sospetto di Spagnuoli». 5

"«Felix querela». Un reimpiego delle Variae di Cassiodoro nell'XI secolo", «Spolia. Annual Journal of Medieval Studies» 17/7 (2021), pp. 1-24

L'articolo illustra e discute un reimpiego delle Variae di Cassiodoro rilevato in un documento romano tramandato dal cartulario dell'abbazia di Farfa (Lazio). Datato al 1012 e fortemente legato agli uffici giudiziari del prefetto urbano di Roma, esso consente di aggiungere un nuovo tassello alla storia delle Variae nel medioevo. This article illustrates and discusses a reuse of Cassiodorus' Variae in a document preserved in the cartulary of Farfa abbey (Lazio). The document is dated to 1012 and is strongly linked to the judicial offices of the urban prefect of Rome; it therefore adds a new chapter to the history of Variae during the Middle Ages.

Sulla praescriptio costantiniana. P. Col. VII, 175: ricostruzione di una vicenda processuale

SULLA PRAESCRIPTIO COSTANTINIANA. P. COL. VII 175: RICOSTRUZIONE DI UNA VICENDA PROCESSUALE * sommario: Premessa. -1. Ricostruzione del documento papiraceo. -2. Il verbale del processo del 339. Introduzione. -3. La prima edizione del papiro. -4. La ricostruzione di Arangio-Ruiz. -5. Altre interpretazioni del caso processuale. -6. La pubblicazione della prima colonna. -7. La seconda edizione della prima colonna. -8. Considerazioni riassuntive. -9. La posizione del fisco. -10. L'esito del processo: la sentenza richiama la legge costantiniana sulla praescriptio longissimi temporis. -Conclusioni.

Edictum Theodorici Regis: alcuni aspetti critici

L'Edictum Theodorici Regis, ovvero l'Editto di Teodorico, ha costituito e costituisce il massimo esempio di legislazione ostrogota in nostro possesso sebbene molti studiosi ne abbiano contestato la paternità al re ostrogoto, mentre altri ne hanno addirittura messo in dubbio la sua originalità.

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Testamento di Silvestro Pantaleoni (1342)

De Robertis T., Regnicoli L. & Zamponi S. (Eds.), Codice diplomatico dantesco. Nuova edizione commentata delle opere di Dante no. III 7. Roma: Salerno. 464-471, 2016