Il periodo Antico Minoico e l'origine del fenomeno palaziale a Creta: nuovi dati da Festòs (original) (raw)
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In the multidisciplinary study into the Cretan hieroglyphic script on seals, which advocates a synergy between anthropology, archaeology, epigraphy and semiotics, a connection can be postulated among the inscription’s meaning, the shape and the material of the seal on which it was engraved, the way the signs are arranged in the graphic space, the syntax of speci c sign-groupes, and the sphragistic use of seals. Concerning these very aspects, the so-called hieroglyphic ‘Archanes formula’ reveals a writing habitus completely different from the other hieroglyphic ‘formulas’, thus suggesting a different meaning and scope. This inscription later reappears in Linear A as the much discussed a/ja-sa-sa-ra-me ‘libation formula’. It now seems gener- ally accepted, from a combinatory point of view, that its meaning is linked to the semantic eld of ‘to give/to offer to – the deity’. This in turn allow us to hypothesize that hieroglyphic seals bearing the ‘Archanes formula’ may well have been used as personal status symbols and sphragistic instruments by factions or corporate groups who justi ed their claims to keep surplus resources thus subtracting them from the community as ‘offerings/things delivered to the deity’. Cretan hieroglyphic script – seals and sealings – hieroglyphic ‘Archanes formula’ – Minoan ‘libation formula’ – ‘Archanes script group’
I Palazzi Minoici di Festòs: resti architettonici
Creta, una delle isole più grandi del Mediterraneo, nel secondo millennio a.C. diviene la terra natia della civiltà minoica. I suoi abitanti erigono costruzioni monumentali comunemente note come palazzi. Nel corso del tempo vari cicli di costruzione e distruzione si sono susseguiti dando origine a diverse fasi palaziali. Dopo la creazione dei primi palazzi ne vengono costruiti di nuovi, i cosiddetti secondi, che a loro volta precedono i terzi palazzi, ossia le costruzioni in uso quando ormai l'intera civiltà è stata attratta nella sfera di influenza micenea. La tesi presenta una panoramica delle caratteristiche strutturali e funzionali dei primi palazzi e dei secondi, con particolare riferimento al sito archeologico di Festòs, l'unico in cui le due strutture siano chiaramente identificabili e distinguibili. In un primo capitolo introduttivo la civiltà minoica viene presentata e brevemente descritta nei suoi aspetti sociali, culturali e politici; vengono inoltre riesaminati i palazzi e il loro ruolo nella Creta minoica alla luce di nuovi studi archeologici. Nel secondo capitolo è introdotto il caso studio del sito archeologico di Festòs dove, a una introduzione sul primo e secondo palazzo, seguono la storia dei principali scavi condotti nel sito e la descrizione degli ambienti di entrambe le costruzioni. L'obiettivo del terzo capitolo è quello di dedurre informazioni utili per la determinazione della funzione dei palazzi attraverso la precedente analisi delle strutture. L'intento è anche quello di inserire il particolare caso di Festòs nell'ottica di più generali riconsiderazioni e interpretazioni dell'universo minoico.
Una rappresentazione arcaica di Pan a Creta? Note su una placchetta litica da Festòs
A small stone plaque discovered in 1928 in the area of the Upper Western Court of the Minoan Palace at Phaistos bears an incised decoration representing Pan (very probably in a cave) with lagobolon and syrinx behind a plant. The paper aims to determine chronology and meanings of the stone plaque: in spite of the presence of a huge Hellenistic building in the same Court, an Archaic chronology can be inferred for the small object. This very ancient chronology of the rapresentation of Pan (the most ancient one outside the Arcadia) is of some importance in view of the mention of a particular genalogy of Pan expressed by the Cretan Epimenides. It is inferred a possible link between the Pan representation and the male initiation rites known in Crete from the literary sources; the plant represented in the plaque behind the god could be identify with the «epimenideian» scilla, used in an Arcadian male ritual to strike a statue of Pan.
LA LISSÈ PETRE IN OD. III, 293-296 ED I TERRITORI DI GORTINA E DI FESTÒS IN EPOCA ARCAICA Ovest 3 . L'autorità dello studioso inglese è stata seguita dalla maggior parte della critica successiva. Secondo alcuni, come S. West, non esisterebbe un punto preciso della costa meridionale di Creta atto a soddisfare tutte le condizioni descritte 4 . Nel presente contributo vengono avanzate tre ipotesi di natura filologica, geograficotopografica e storica: MATTEO D ' ACUNTO 266 3 PM II, pp. 86-91. Cfr. in tal senso anche l'opinione di TARAMELLI 1899, p. 296: «Lissae pétrh … che io ritengo fosse un luogo di approdo situato sul golfo di Matalla o di Messarà più a Sud di Dibachi in un luogo dove le colline del gruppo di Phaestos giungo-no al mare, formando una biancheggiante scogliera, contro cui si infrangono le onde del largo»; et TARAMELLI 1901, pp. La lissè petre corrisponde al Capo Lithinos: questo rappresenta il confine tra il territorio della polis di Gortina, che si sviluppa verso Est rispetto al capo, ed il territorio della polis di Festòs, che si sviluppa verso Nord rispetto ad esso.
Il santuario dell’acropoli nella prima età ellenistica: nuovi dati dalle recenti indagini
VELATHRI VOLATERRAE. LA CITTÀ ETRUSCA E IL MUNICIPIO ROMANO (Atti del Convegno, Volterra 2017), 2021
The chronological-structural sequence of the sanctuary of the acropolis of Volterra, well defined in the succession of phases thanks to the twenty-year research by Marisa Bonamici, still presented a stratigraphic gap related to the early Hellenistic age, crucial historical moment of the city, involved in the advance of the Roman army in northern Etruria. During the last excavation campaign of the University of Pisa (2014), this gap was finally filled, having reached the levels of the second half of the 4th century BC. In particular, the archaeological exploration brought to light, still in situ, a nucleus of cups and bowls deposed ritually: this discovery has been interpreted as the residue of a collective libation made by devotees at a time immediately preceding the deactivation of the late-archaic temple, dating back to the second half of the 4th century BC. The upper deposit, in addition to having returned an extremely high number of painted architectural terracottas and high-quality Hellenistic pottery, local and imported, has also allowed to date the obliteration of the same temple around 300 BC, a period that coincides with the construction of the second urban wall circuit and with an alleged siege of the Roman army to the city of Volterra, handed down by the historical sources. Subsequently, during the 3rd century BC, this area was occupied by a series of courtyards used to host metallurgical activities and, finally, was definitively levelled for the construction of temple A at the beginning of the 2nd century BC.
WEST & EAST IV 2019, 2019
La collina di Festòs ha restituito nell’ultimo secolo una fitta sequenza di livelli archeologici, dalla preistoria fino all’età ellenistica. Per quanto riguarda la fase minoica, i dati testimoniano l’esistenza di un primo Palazzo, poi di un secondo, edificato durante il TM IB, con funzionalità probabilmente solo cultuali, oltre a numerose strutture di dimensioni minori risalenti a diverse epoche. La revisione del record ceramico recuperato durante gli scavi di Doro Levi nel 1965-1966 nell’area a ovest del Piazzale I ha fornito nuovi dati relativi al TM I, un momento delicato per la storia di Festòs per il cambiamento degli equilibri nella regione centro-meridionale di Creta e la conseguente costruzione del Secondo Palazzo. Il lavoro è consistito nella rilettura accurata delle relazioni di scavo delle campagne 1965-1966 e nell’analisi puntuale del materiale inedito. È stato possibile aggiungere nuovi elementi all’interpretazione dell’utilizzo dell’area e del periodo interessati, legando Festòs alle vicende dei siti ‘vicini’ della Messarà. _ A sequence of archaeological levels ranging from Prehistoric times to the Hellenistic age has been detected on the hill of Festòs during the last century. For the Minoan phase, there are evidences first for an Older Palace, then for a Second Palace built during the LM IB for cultual and religious purpose only, as well as a number of smaller structures dating back to different times. The re-exhamination of the pottery recovered during the excavations of Doro Levi in the ground surface west of Piazzale I (1965-1966) provided new data on the LM I phase, a crucial juncture in the history of Festòs for the changing balance in the central and southern Crete and the construction of the Second Palace that followed. The work is an accurate re-reading of the excavation reports of 1965-1966 and a thorough study of the unpublished material. It has been possible to add new elements to the interpretation of the area’s destination in LM I, by linking Festòs to the events of the ‘close’ sites in the Mesara plane.