"Patrie matrigne" [Recensione a "Delta del tuo fiume / Grykë e lumit tënd” di Gëzim Hajdari, Ensemble, Roma 2015], in «L’Indice dei Libri», n.4/2016, p. 28. (original) (raw)
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2021
Chi vuole evitare il passato? lavoroculturale.org/chi-vuole-evitare-il-passato/matilde-flamigni/2021/ Table of Goods (2017), installazione di Grada Kilomba. L'amore non c'entra nulla con questo; l'amore c'entra eccome. Originariamente pubblicato con il titolo Lose Your Mother. A Journey Along the Atlantic Slave Route (Farrar, Straus and Giroux, New York, 2007), il libro di Saidiya Hartman offre una potente riflessione sull'utilizzo della storia e della memoria per affrontare le questioni della tratta atlantica, della schiavitù e delle sue ricadute sul presente. Oggi Perdi la Madre è finalmente disponibile in italiano, grazie all'impegno della casa editrice indipendente Tamu e all'ottima traduzione di Valeria Gennari, che con cura permette di meglio avvicinarsi ad un testo complesso e, al contempo, necessario.
«Quella è la mia patria. È là che sono nato». La personalità e l’opera di Giuseppe Dessì, 2022
Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 - Roma, 1977) fu uno scrittore moderno. Fu moderno nell'approccio demologico e antropologico, nel relativismo prospettico e conoscitivo (straordinario antidoto contro ogni esclusivismo ed etnocentrismo) – che egli sperimenta come migliore dimostrazione della problematicità (se non talvolta impossibilità) gnoseologica, spesso sconfinante nell'incomunicabilità – nel rinnovato rapporto fra soggetto e oggetto, fra individuo e realtà, nel rapporto tra tempo fisico e tempo interiore, nell'analisi dell'inconscio e subconscio, nella riduzione fenomenologica attuata attraverso la coscienza dei personaggi. Grande è il significato che nella generale poetica dello scrittore assume la temporalità intesa bergsonianamente come durata soggettiva, misura del vissuto e del percorso esperienziale dell'io, come rapporto imperfetto e non speculare tra tempo interiore e tempo fisico (l'oggetto si dà per il soggetto conoscente che lo intenziona nella sua coscienza). Il flusso memoriale, se non proprio coscienziale, diventa scandaglio conoscitivo di universi ontologici, ricerca problematica di storie parallele, verticali e concentriche, verso verità spesso rinviate e rimandate all'infinito. La Sardegna è il correlativo oggettivo, l'equivalente emotivo del pensiero, di uno stato d'animo, di una condizione esistenziale; essa diviene, come per molti artisti sardi, il suo universale concreto. La scrittura creativa di Dessì è fatta di monadi, frammenti, di unità narrative autonome, di storie inizialmente e apparentemente distanti tra loro, che a un certo punto si ritrovano e si intrecciano dando vita a un sistema più grande, la cui identità è data dal contributo delle singole parti simbioticamente combinate. Nella rappresentazione letteraria dell’Isola la realtà si scompone e ricompone in un continuo ed elegante gioco di rimandi e di verità differite. Il policentrismo delle sue opere e la polifonia, discorsiva e prospettica, sono nient’altro che il risultato di questa articolazione, anche strutturale, che si fa unità, cifra di uno stile, connotatum poetico. Ogni elemento può essere centro e nel contempo periferia, dipende dal punto di vista. Questa interscambiabilità segnica e crono-topica investe esistenti ed eventi, nomi di personaggi e di luoghi, pragmatiche e profondità ontologiche. San Silvano, Sigalesa, Cuadu, Ruinalta, Norbio si traducono Biddaxidru. Villacidro e lo sfondo non neutrale della Sardegna e della sua storia rappresentano l’universale concreto, il centro dal quale si può e si deve raccontare al mondo la «dolorosa fatica del vivere» e l’epica del quotidiano di un’umanità mal fatata.
La «memoria falò» di Stefano Carrai. Il tempo che non muore, La traversata del Gobi, Equinozio: uno «sguardo retroso»., 2022
The article proposes a critical path through the poetry of Stefano Carrai, starting from the first collection Il tempo che non muore (Interlinea 2012), passing through La traversata del Gobi (Aragno 2017) and Equinozio (Industria & Letteratura 2021), in order to outline the themes-problems that emerge lyrical after lyrical – the key role of the summer seasons in the existence of the individual, the relationship between memory and oblivion, the interweaving of personal and collective history – and contextualize them in the production of the poet. A special attention is also given to the analysis of the ‘verso a gradino’, with the intention of showing how, even in the case of certain metric-prosodic aspects, a red thread can be traced that connects the different collections.
Filologia della letteratura degli italiani/Edes, Sassari, 2017
I saggi proposti in questo volume s'inseriscono nella più generale e articolata opera di recupero di una testualità plurilingue, orale e scritta (prevalentemente realizzatasi in sardo e in italiano) che ha concorso, a suo modo, a costruire nei secoli il variegato sistema linguistico e letterario dei sardi e degli italiani. Per secoli, come si sa, in Sardegna l'oralità ha rappresentato la modalità di trasmissione privilegiata di una testualità importante oltre che il serbatoio di forme e contenuti nell'elaborazione dei testi poi destinati a una circolazione scritta. Per lungo tempo, inoltre, i testi che venivano scritti erano destinati alla recitazione e al canto e nel contempo concepiti in previsione di una duplice diffusione: scritta e orale. I singoli contributi sono il risultato degli interessi di studio maturati negli ultimi anni da alcuni studiosi dell'università di Sassari, prevalentemente linguisti e filologi, in stretta connessione con il lavoro di ricerca svolto nell'ambito dell'insegnamento della linguistica e filologia italiana e della letteratura e filologia sarda. Un'attività di ricerca che sta trovando concreta attuazione in importanti lavori e che è da una parte finalizzata alla realizzazione di un corpus affidabile di edizioni critiche e dall'altra orientata alla costruzione di una sorta di mappa concettuale e tematica fatta attraverso ricognizioni ragionate della produzione testuale sarda e italiana. Filologia e critica non possono che essere discipline intrinsecamente funzionali, specie in una realtà articolata e policentrica come quella della Sardegna, i cui codici comunicativi, del passato e del presente, rivelano un plurilinguismo da sempre connotante: dalla più antica opera in lingua sarda, quindi, agli scrittori dell'ultima generazione. Tale aspetto risalta in maniera chiara in queste pagine nella nettezza del suo profilo: al di là di ogni ambiguità concettuale e secondo un'ottica nuova, moderna e aggiornata, scevra da pregiudizi. Grazie a essa è possibile porre la lente sulle diverse produzioni poetiche in tante lingue e tuttavia correlate all'intera produzione letteraria in lingua italiana.