Politiche migratorie (original) (raw)

Politiche Migratorie e Autonomie Territoriali

2013

Der vorliegende Band entstand aus der gemeinsamen Forschungsarbeit des Instituts für Minderheitenrecht der Europäischen Akademie Bozen (EURAC) und des CIEMEN (Centre Internacional Escarré per a les minories ètniques i les nacions -Barcelona) im Rahmen des vom Europäischen Sozialfonds finanzierten ALIAS-Projekts (Autonomie, Arbeit und Integration in Südtirol). Ziel des Projekts war die Analyse von Politiken im Bereich der Einwanderung in autonomen Gebieten (Katalonien und Südtirol) und das Identifizieren von Praktiken, die die Integration neuer Minderheiten sowie den Schutz der traditionellen autochthonen Gemeinschaften und autochthonen Minderheiten garantieren. Das Institut für Minderheitenrecht steht für jahrelange Forschung zu Fragen des Minderheitenschutzes, der kulturellen Vielfalt und Europäischen Integration sowie ethnischer Konfliktlösung. Zusätzlich zur Forschungsarbeit bietet das Institut auch regelmäßig Fortbildungen und Politikberatung an.

Discutere di migrazioni

Servizio Migranti, n. 6/2016, pp. 45-56, 2016

Report of the Congress Migrazioni tra allarmismo e risorsa sociale, organized by ICSR Mediterranean Knowledge, Fisciano, 23-24 November 2016

migrazioni

Un giorno ho dovuto lasciare indietro quello che avevo, anche le mie amiche e allora pensavo che avevo lasciato la mia mente, i miei sentimenti, proprio tutto quello che avevo e che mi era rimasto solo un cuore rovinato da qualche parte.

Ultimi sviluppi della politica migratoria europea

2018

ANNO XIX -Bari, dicembre 2018 L'indubbia crisi che sta vivendo l'Europa ci deve preoccupare? Quali scenari, infatti, potrebbero aprirsi se nei Paesi membri andassero progressivamente al potere forze di estrema destra del tipo presente in Ungheria, con la costante cancellazione del sistema di valori che hanno caratterizzato la ricostruzione del secondo dopoguerra? E quali conseguenze si avrebbero se le prossime elezioni del Parlamento europeo nel maggio del 2019 esprimessero una maggioranza caratterizzata da tali forze? In realtà, la conseguente nascita di una "Europa degli Stati nazionali", con probabili richiami alla "Europa delle Patrie" di Charles De Gaulle, appare oggi una contraddizione in termini considerato, tra l'altro, che l'alternativa Europa federale non si propone assolutamente di cancellare le identità nazionali ("Unita nella diversità"). È, invece, a tutti evidente che sarebbe segnata la fine dell'integrazione europea, ridimensionata al massimo nei termini di un'area di libero scambio se non ad un neo-feudalesimo economico, con tanti saluti ai sogni di un Continente liberato per sempre, sulla base della solidarietà e di valori fondamentali condivisi, dalla guerra e dagli egoismi nazionali. Questi ultimi, peraltro, risorgerebbero in realtà solo formalmente in quanto ricollocati in una dimensione di apparente autonomia statale ma di sostanziale dipendenza da parte di ciascuno Stato membro dai reali detentori a livello mondiale delle redini del potere politico (vedi Russia, Stati Uniti, Cina) ed economico (più o meno indistinti soggetti multinazionali). Come i quattro capponi di manzoniana memoria -"le quali (bestie) intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura" -ci ridurremmo a scannarci per il classico tozzo di pane. In realtà, una delle ragioni più significative nell'appartenenza all'integrazione europea, considerati i nostri precedenti storici, era data dalla garanzia che

Analisi del voto ticinese sui temi di politica migratoria

Forum / Schweizerisches Forum für Migrations- und Bevölkerungsstudien = Forum suisse pour l'étude des migrations et de la population = Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione = Swiss forum for migration and population study, 2017

In contrasto rispetto al passato, dagli anni '90, il Ticino si è profilato come un cantone fra i più restrittivi nell'ambito di votazioni popolari federali relative ai temi migratori. In anni recenti questo orientamento si è ulteriormente rafforzato, come dimostra l'esito del voto del 9 febbraio 2014 sull'iniziativa «contro l'immigrazione di massa», che in Ticino ha raccolto di gran lunga il maggiore sostegno rispetto all'insieme dei cantoni (68,2% rispetto a una media nazionale del 50,3%). Come spiegare questa singolarità ticinese? Per rispondere a questa domanda, osserveremo dapprima l'evoluzione dei risultati ufficiali di iniziative e referendum sulla politica migratoria, per verificare come è cambiato l'orientamento di voto ticinese. In un secondo tempo, cercheremo di capire come questa evoluzione possa riflettere una particolare rilevanza del tema migratorio nella percezione pubblica 1 . Infine, tenteremo di illustrare in che senso gli orientamenti relativi ai processi migratori s'intrecciano a una tensione centro-periferia, che nel Ticino, più che in altre parti della Svizzera, ha assunto in questi anni una rilevanza crescente. Il Ticino e le votazioni federali sulla politica migratoria Nell'arena referendaria, i temi di politica migratoria hanno acquisito nel corso degli ultimi decenni una rilevanza sconosciuta in passato. In primo luogo, nel corso degli ultimi venticinque anni, assistiamo a un'intensità inedita nel ricorso al voto popolare sulle questioni riguardanti gli stranieri rispetto agli anni '70 e '80. Infatti, dal 1970 al 1988, si contano dodici scru-tini riguardanti la limitazione del numero di stranieri, le naturalizzazioni o la legge sull'asilo. Nel periodo successivo, di poco superiore per durata a quello precedente (1994 -2016), il numero di referendum e iniziative aumenta sensibilmente a diciannove 2 . Il secondo aspetto da rilevare concerne il maggiore tasso di partecipazione che, a partire dagli anni '90, caratterizza le votazioni sulla politica migratoria (49%) rispetto alla media dell'insieme degli scrutini (44%). Infine, negli ultimi due decenni, la percentuale di oggetti in votazione sul tema degli stranieri nel quale governo e parlamento federali sono stati sconfessati è aumentata (26%) rispetto al periodo precedente (1970 -1988, 17%). A conferma di questa evoluzione, ricordiamo che negli ultimi anni, diverse iniziative popolari sono state approvate perché accettate da una maggioranza di popolo e cantoni (l'interdizione della costruzione di minareti nel 2009, l'espulsione di criminali stranieri nel 2010 e l'iniziativa «contro l'immigrazione di massa» del 2014).

Trasmigrazione

Trasmigrazione (transmigrazione; transmigratio) -Per dottrina della trasmigrazione delle anime, detta anche metempsicosi, si intende il passaggio di un'anima, dopo la morte, da un corpo a un altro. Più chiaramente che nel termine 'trasmigrazione', nell'etimologia di metempsicosi (meta + empsycho, 'animare', 'soffiare') si coglie l'originario significato di 'reinsufflazione dell'anima'. Le prime tracce di questa credenza nel mondo greco datano a partire dalla seconda metà del VI sec. a.C., in ambienti orfici e pitagorici. Secondo le testimonianze giunteci, lo stesso Pitagora sarebbe passato attraverso diverse incarnazioni (D.L., VIII, 4-5). È dibattuto se la trasmigrazione presentasse inizialmente connotazioni morali, se fosse cioè fin da subito legata all'espiazione di peccati precedentemente commessi.

Viaggio e politica

2010

storia del pensiero politico euro peo. Fra le sue pubblicazioni: Bentham and the Oppressed,

Dove sta andando la politica migratoria dell’Unione europea?

La Commissione europea ha recentemente pubblicato una comunicazione (del 27 settembre 2017, COM(2017)558 def.) sullo stato di attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione. Quest'ultima, presentata dall'esecutivo UE nel maggio 2015, è il documento sulla cui base è stata sviluppata la gran parte delle misure legislative e non legislative, di breve e di medio-lungo periodo, dirette ad affrontare la c.d. "crisi dei migranti" che ha interessato i Paesi europei a partire proprio dal 2015. A distanza di due anni e mezzo, la Commissione tira le somme delle misure già introdotte nonché delle iniziative avviate ma non ancora portate a termine e, soprattutto, traccia la rotta degli sviluppi futuri che, nonostante l'evidente "ottimismo della volontà", non sembrano innovare rispetto al passato inducendo, quindi, al "pessimismo dell'intelligenza".