Futuro(s) presente(s) (original) (raw)
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Sincronie, schizzo di articolazione globale della composizione (Paul Sacher Stiftung, Sammlung Luciano Berio, mappa «Sincronie»).
Cosa pensiamo della scienza in generale o di una certa innovazione tecnologica in particolare non dipende semplicemente dall'alfabetizzazione scientifica o dalle informazioni che abbiamo su quell'innovazione. Da quando la percezione pubblica viene studiata sono stati messi in evidenza fattori sociali che contribuiscono alla formazione dell'opinione dei singoli. Ed esplorare il ruolo dell'immaginazione è divenuto rilevante in tutti quei casi in cui si ha a che fare con visioni nitidamente contrapposte dell'innovazione. Da un lato, c'è chi la vede come un insieme di benefici potenziali e, dall'altro, chi la vede come una manomissione della natura. La comunicazione tra questi due si riduce a un monologo bipolare. Secondo "l'ipetesi zero" della sociologia della scienza, la conoscenza scientifica è l'esito di una costruzione sociale. Andrannno indagati quindi anche simboli, credenze e sentimenti nel loro lavoro quotidiano di costituire la scienza. L'innovazione scientifico-tecnologica mette sotto scacco tanto la percezione pubblica quanto la formazione specialistica dello scienziato, rischiando di inibire l'immaginazione sociologica del nostro futuro. Immaginazione sociologia, come la descrive Mills, è la facoltà di abbracciare con la mente le trasformazioni più impersonali e remote e le reazioni più intime della persona umana e di fissarne il rapporto reciproco. A muoverla è semore il bisogno di conoscere il senso sociale e storico dell'individuo nella società. (occhi con i quali ognuno di noi guarda dentro la casa nella quale sta vivendo). E allora lo studio della nostra immaginazione sociologica non può esimersi dall'analizzare la rappresentazione che ci diamo del cambiamento in atto, dell'innovazione, del futuro. Dobbiamo quindi individuare gli odierni pilastri cognitivi del nostro futuro. (SPIEGAZIONE DEL TITOLO DEL LIBRO). La storia non passa, ma semplicemente si sedimenta in una complessità stratificata, al fondo di una cultura potremo ritrovare tracce di tutte le culture che l'hanno originata.
Considerazioni sulla crescita, picco e declino di quanto riguarda gli esseri umani
A fini accademici si specifica che l'"introduzione" è stata scritta da entrambi gli autori, che a Marco Assennato si devono i paragrafi da "Etica ambientale, dualismo, nostalgia" a "architettura e naturalismo", mentre le "conclusioni" si devono a Françoise Very. 1 Sulla valutazione politica del vertice di Copenhagen si rimanda qui alla rivista «Mouvements. Des Idées et des luttes», 63, juilletspetembre 2010, interamente dedicata al tema, e a Stenglers, 2009.
Vogliamo viaggiare non emigrare. Le cooperative femminili dopo il terremoto del 1980, Avellino, Officina Solidale, 2013 36 Flares Facebook 36 Google+ 0 T wit t er 0 36 Flares × Di Sara Z iz z ari Volumet t o prezioso Vogliamo viaggiare, non emigrare (Fondazione di comunit à Of f icina Solidale, 2013) recent ement e scrit t o da St ef ano Vent ura, dot t ore di ricerca in St oria Cont emporanea che, sebbene giovane, sono diversi anni che si occupa di t emat iche legat e al t erremot o del 1980 in Irpinia.
Le arti e il gioco nelle strategie educative dell’inclusione Atti del Convegno, 2022
Il gioco è uno dei grandi temi del futurismo. Te‐ matizzato specificamente da Balla e Depero, che ad esso dedicheranno un Manifesto, anima l’inte‐ resse di molti altri rappresentanti del movimento: Russolo, Azari, Cangiullo, Prampolini. Il gioco per i futuristi è invenzione, fonte di rinnovamento e di rallegramento dell’esistenza. Non si gioca solo da bambini, ma bisogna giocare anche da adulti, a nascondino, ad esempio, affinché la realtà non ci ingabbi nelle sue maglie. Gioco è quindi, per i fu‐turisti, in essenza dinamismo, potere trasformativo, immaginazione senza fili.
i-lex, 2024
In this paper I would like to reflect on how different uses of AI systems affect the dichotomy between being and ought. By the end of the paper, I will argue that some of these ways involve a restructuring of modes of norm production that requires a comprehensive rethinking of the dichotomy. The main novelty lies in the peculiar way in which these modalities can bring about the future. I will also argue that it also gives rise to a powerful urge to reconceptualise the ways in which law relates to the social substratum in which it is called upon to intervene.