Atlante del Rinascimento. Gabriele d'Annunzio e l'architettura del XV e XVI secolo (original) (raw)
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Il Vate e l'Architettura. Gabriele d'Annunzio tra estetismo ed Eclettismo
Il Vate e l'Architettura. Gabriele d'Annunzio tra estetismo ed Eclettismo, 2019
Gabriele d'Annunzio è stato sempre considerato un dilettante di Architettura mentre la presente pubblicazione dimostra come egli abbia nutrito un interesse molto profondo che lo ha accompagnato in tutta la sua vita, intesa come "opera d'arte totale". Tale interesse si articola nei vari capitoli in cui è suddiviso lo studio: d'Annunzio e l'Architettura, l'architettura di Roma Capitale, d'Annunzio e la casa, l'esperienza estetica della Guerra, d'Annunzio e la Città, d'Annunzio e Pescara: le ragioni di un assenza. Al termine le note conclusive tracciano i lineamenti di una figura straordinaria così come la sua passione per l'architettura.
Classicismo giovanile di Gabriele D'Annunzio
Classicismo giovanile di Gabriele D'Annunzio, 2017
Until 1903, only those who had been in close contact with Gabriele D’Annunzio in school and family environment could be aware of a first confrontation with the ancient subjects consisting of four Horatian essays composed between 1879 and 1881, almost comple- tely forgotten by the critic. Formal analysis reveals an early example of Dannunzian «art prose»; it also emerges that annotator activity was the pretext for a productive confrontation with the Horatian ars, which becomes an anticipation and a statement of poetics: the same phenomenon that Giorgio Pasquali mentions in the essay Classicismo e classicità di Gabriele D’Annunzio. Contemporary, or shortly following, were the translations made by D’Annunzio from nineteen Latin poems (from Catullus, Tibul- lus and, above all, Horace) and four Homeric hymns; these texts are in appendix in Primo vere, the first poetic collection of the author. A thorough analysis of commentaries and translations allowed to discover poet-translator’s stylistic tendencies and some points of reflection regarding the relationship between classical literature and Dannunzian works.
La ripresa cinquecentesca dell'uso del laterizio facciavista in Toscana non ebbe la fortuna e la definizione formale delle fabbriche romane della Renovatio Imperii. Sotto il ducato di Cosimo I si verificò tuttavia il rifiorire in Valdarno Inferiore di una seconda 'Firenze civile' con palazzi dai " nudi campi d'intonaco " realizzati della Bottega dei Baglioni architetti e legniaioli fiorentini con la nascita delle originali facciate in mattoni e pietra serena a San Miniato al Tedesco, città di Ugolino Grifoni, esimio esponente della Corte granducale. The 16th century revival of the use of facing bricks in Tuscany did not have the fortune and the formal definition of the Roman brickworks of the Renovatio Imperii. However, under the duchy of Cosimo I, a second " civil Florence " flourished in Lower Valdarno, with buildings characterized by plaster façades of the Baglioni studio of Florentine architects and carpenters, through the creation of the original brick and pietra serena façades in San Miniato al Tedesco, the town of Ugolino Grifoni, a distinguished exponent of the Grand Ducal Court.
Historikà, 2013
L’iscrizione latina CIL XI, 4310 da Interamna Nahars, vista nel 1879 da Eugen Bormann a Terni e finora ritenuta dispersa, si conserva in realtà a Gardone Riviera (BS), presso il Vittoriale degli Italiani. L’articolo ricostruisce le vicende storiche che portarono il monumento epigrafico a essere trasferito da Terni all’ultima dimora del poeta Gabriele d’Annunzio. The Latin inscription CIL XI, 4310 from Interamna Nahars, which had been seen in 1879 by Eugen Bormann in Terni and thought lost so far, is now held in Gardone Riviera (BS), at the Vittoriale degli Italiani. This article offers information about the transfer of this inscription to the final home and resting place of the Italian poet Gabriele d’Annunzio.
Antonio Sant'Elia e l'architettura del suo tempo
Ananke, 2019
Gli Atti del convegno internazionale "Antonio Sant'Elia e l'architettura del suo tempo" (Didapress editore, Firenze 2018) tenutosi nel 2016 a Firenze nell'ex Palazzina Reale della Stazione di Santa Maria Novella, suggellano un biennio di studi e riconsiderazioni critiche della figura di Sant'Elia, incorniciate tra due centenari, la pubblicazione del Manifesto nel 1914 e la prematura scomparsa nel 1916 sui campi di battaglia del Carso. Morto giovane e quindi caro agli dei per la folgorante e luminosa traccia lasciata, il talentuoso architetto comasco entra quasi subito nel mito, prontamente creato da Marinetti e in seguito ravvivato da celebrazioni, analisi storiche e riflessioni critiche.