"José Ángel Valente - Quattro frammenti di un'ecfrasi costante tradotti da Pietro Taravacci", «TINTAS. Quaderni di letterature iberiche e iberoamericane», 4 (2014), pp. 199-208. (original) (raw)

PIETRO TARAVACCI, «Il Montale spagnolo di José Ángel Valente», in Poeti traducono poeti, a cura di Pietro Taravacci, Trento, Università degli Studi di Trento - Dipartimento di Lettere e Filosofia, 2015

The present essay develops a critical reflection on the translations of a brief corpus of poems by Eugenio Montale; the author of the translations under ex- am is the Spanish poet and critic José Ángel Valente (1929-2000). The paper analyzes Valente’s first translation attempt, which dates back to 1954 and fo- cuses on Ossi di seppia, and his second, more substantial, translation from Diario del ' 71 e del ' 72, which the poet-translator published in 1975. The essay takes into consideration, in particular, the major affinities between the poetics of the two authors as well as Valente’s translation solutions both through an analytic comparison of the text of origin and the text of destina- tion and through the exam of the critical text that introduces Valente’s "ver- sions." The article further interrogates the reasons that led Valente to his tex- tual choices and publishes the letter (so far not in print) that Enrique de Rivas, a friend of Valente residing in Rome, writes to the poet-translator who had solicited a “rigorous” comparison between his Spanish translation and Monta- le’s original.

24. Parole condivise: un episodio di imitazione poetica fra le corti iberiche quattrocentesche, in "Pueden alzarse las gentiles palabras". Per Emma Scoles, a cura di I. Ravasini e I. Tomassetti, Roma, Bagatto, 2013, pp. 403-426.

INDICE  Paola CABIBBO L'orchidea di Emma. Una storia a trama stretta  Ines RAVASINI e Isabella TOMASSETTI «Possono levarsi le gentili parole…»  PUBBLICAZIONI DI EMMA SCOLES  Amicizia lungamente  Vicenç BELTRAN Els trobadors, la política i el pensament  Alessio BERGAMO Per una poetica dello sguardo in macchina (ovvero sull'a parte). Secondo episodio:Wile E. Coyote e Road Runner  Lorenzo BLINI La Celestina in versi di Juan Sedeño (1540)  Corrado BOLOGNA «Sancio, non più, oggi impazzir bisogna!». L'Orlando e il Chisciotte "furiosi" di Paisiello  Giuseppina BRUNETTI Asombro:'stupore'. Per La voz a ti debida, LIX, 31  Pedro Manuel CÁTEDRA La Década de la pasión de Juan Coloma (1576) y el género pasional en la encrucijada de los cambios poéticos del siglo XVI  María Luisa CERRÓN PUGA Los peligros de la pluma. Notas sobre Alfonso de Ulloa y la censura  Giovannella DESIDERI Dante, Fortuna e Francesco da Barberino  Giuseppe DI STEFANO L'edizione dei romances viejos. Sul testo del Gaiferos libertador de Melisendra nelle stampe cinquecentesche * Il presente lavoro si inquadra nell'ambito del Progetto FIRB -Futuro in ricerca 2010 (RBFR10102K 004) dal titolo: "Repertorio ipertestuale della tradizione lirica romanza delle Origini (TraLiRo)" (coordinatore: dott.A. Decaria). 1 Riporto i tre testi nell'appendice finale, pp. 416-426. Ho presentato una prima versione di questo studio nell'ambito delle XXI Jornadas Medievales (Città del Messico, 29 settembre-3 ottobre 2008), i cui atti sono tuttora inediti. 2 D'ora in avanti, per riferirmi ai testi menzionati, userò le sigle e la numerazione stabilite da B. Dutton, El Cancionero del siglo XV (c. 1350-1520), Salamanca 1990-91, 7 voll. La posizione del decir di Gómez Manrique nei due canzonieri è MN-54 e MP3-62. Per l'edizione digitale delle trascrizioni di Dutton rimando al repertorio ipertestuale Cancionero virtual, approntato a Liverpool dall'équipe diretta da Dorothy Severin (http://cancionerovirtual.liv.ac.uk). 3 La numerazione di questo testo nel repertorio di Dutton è MH1-145. Per la sua trascrizione cfr. Dutton, El Cancionero del siglo XV (c. 1360-1520) cit. e il menzionato Cancionero virtual. 4 La numerazione del testo nel repertorio di Dutton è 16RE-284.

Recensione di Lucio Anneo SENECA, I frammenti, a cura di D. VOTTERO (Università di Torino - Pubblicazioni del Dipartimento di filologia, linguistica e tradizione classica, 10), Pàtron Editore, Bologna 1998, pp. 534

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cità di seguire, attraverso i testi di tutta la latinità, il cammino e le trasformazioni di un motivo,-che rimane ciononostante sempre agganciato aimodelli antichi. La distinzione fra una tipologia «solenne e ominosa» ed una <<lieve ed idillica» è pienamente persuasiva ed i passi citati e discussi sono tutti pertinenti. Aggiungo una notazione a conferma dell'esattezza dell'analisi dell'autrice. Seno Phaedr. 1021 Cyclas exoritur nova rimanda non solo a Verg. Aen &,691-692 credas innare revolsas / Cycladas

[rec] Pietro Trifone, Ernesto Monaci, il Placito di Capua e l’Iscrizione di San Clemente, in «Lingua italiana: storia, struttura, testi», XV, 2019, pp. 9-20, in «La Rassegna della Letteratura Italiana», anno 125°, serie IX, n. 1, 2021, pp. 86-87

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