Il Dio del Nulla (original) (raw)
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2020
M’interrogo sul senso del NULLA, sui suoi diversi significati: filosofici, fisici e matematici; come anche artistici, in particolare letterari, pittorici, musicali, teatrali e perfino rivoluzionari, utili per condannare la censura la mancanza di libertà. Passo in rassegna le varie declinazioni del NULLA nelle diverse discipline, dando un significato a parole come: NULLA, NIRVANA, ZERO, VUOTO, NESSUNO, ASSENZA, ATTESA, SILENZIO, PAUSA. Una carrellata sul NULLA uno tra i più controversi concetti nell’arco della storia del pensiero umano, teso nella contrapposizione delle culture che lo hanno preso in considerazione: quella occidentale; quella orientale, da cui come si vedrà si è originato lo ZERO, il NULLA della matematica. La difficoltà di una definizione del NULLA deriva dalla difficoltà della comprensione stessa dell’idea a cui fa riferimento. Interrogarsi sul NULLA può sembrare inutile e banale, invece porta a riflessioni interessanti e non scontate che arrivano perfino a sconfinare in un dialogo con il suo opposto.
Creation without God, 2009
Certainly, the Darwinian investigation constituted one of the most sensational "deaths of God", a lethal blow inflicted on the enchanted vision of the world, in particular on creationist metaphysics ...
2024
Questa è una cazzata seria. Cosa succedeva se non esisteva ancora il Tempo? Come viveva, chi c'era allora, prima che fosse creata la luce? Te lo dico io: chi c'era viveva al buio. Non ci sarebbe stato il cono di luce nel diagramma di Minkowski. Quel che restava era il piano del presente, dove il futuro non si era ancora verificato e il passato si era già annullato. La struttura di quel piano era fatta di zeri fisici e quindi le sue caratteristiche erano uguali allo spazio mentale, senza dimensione. Ci sarebbe stato soltanto Dio, che è Mente oltre che Spazio. In quello spazio Dio, senza tempo, viaggerebbe a velocità infinita, sia in avanti nel tempo che indietro nel tempo... ma viaggerebbe al buio.
Il nulla come esperienza laica dell’infinito
Il nulla come esperienza laica dell'infinito, 2012
La filosofia della religione nasce come disciplina autonoma nell’epoca moderna. Nello specifico con la pubblicazione da parte di Baruch Spinoza del Tractatus Theologico-Politicus del 1670 [1] . Tale punto di partenza e convenzionale in quanto alla data, ma non rispetto all’epoca; anzi si puo sostenere che la filosofia della religione nasca come esigenza della ragione di vagliare la legittimita, l’universalita, la fondatezza di un fenomeno, quello religioso, non piu scontato ed evidente dopo lo sviluppo del metodo scientifico e l’affermarsi di un pensiero laico. L’uomo non e piu certo che Dio esista, che il mondo sia stabile e sensato e che l’esperienza religiosa dell’uomo sia dotata di senso e legittimita; e necessario quindi che l’intera esperienza religiosa venga sottoposta alla prova della ragione. Non bisogna dimenticare, pertanto, che e connaturale alla sua nascita la possibilita che la religione non regga al vaglio della razionalita e possa, in qualche modo, essere interpretat...
è in quanto creatura che l'uomo impara a conoscere in un primo tempo come suo signore il Dio, sempre più grande e perciò sempre più nascosto. E questo rapporto di velamento e svelamento è iscritto nel suo stesso essere. [...] Se egli si ribella a questa legge intacca se stesso. Certo, la rivelazione della parola è molto di più che il risveglio dell'ordine immenso nell'oblio del peccato. Ma essa è sempre anche questo e perciò rimanda sempre anche a una zona della necessità, dietro la quale la creatura non può più ritornare. Nella particolare non evidenza della fede cristiana si manifesta quindi anche e sempre qualcosa che, con le necessarie precisazioni, può essere chiamata evidenza del creatore, che si rivela velatamente come principio e fine di tutte le vie del mondo.
Perché l'uomo ha la necessita di parlare di Dio? Perché c'è questa ricerca dell'inizio della vita e dell'origine? Ovviamente non tutti hanno questa voglia di perché che nasce dallo stupore del bambino che alla fine rimane dentro di noi. Ovviamente ci sarà qualcuno, che o per verità o per puro voglia di essere antagonista dirà che non ha nessuna necessita ne voglia di parlare di Dio realizzando quella che poi diventerà anch'essa una religione, ovvero la ricerca spasmodica di dimostrare l'inesistenza, ma questa è un'altra storia. La teologia, volendo semplificare molto, alla fine è la voglia che l'uomo ha di parlare di Dio. Perché fin dal principio l'uomo anche "tribale" cerca di dare un senso alle cose più grandi di lui come il sole che poi ne diventerà un culto. Anche l'idea di Dio si evolve all'esigenze del "logos" che in quel momento storico si pone la domanda, forse perché Dio riflette la necessità contingente dell'uomo storico, la domanda viene spontanea forse è un Dio che cambia? Un Dio che si evolve certamente potrebbe essere superiore ad un Dio statico fermo su sé stesso. Se lo stesso universo è in espansione ed in movimento perché il suo Dio dovrebbe essere fermo su sé stesso? Se poi Dio nasce dall'esigenza del logos dell'uomo, (in principio era il verbo, Gv.) o meglio la sua indagine allora si potrebbe spiegare perché il tentativo di spiegazione dell'ente Dio sia mutevole. Ma l'ente Dio esiste a priori, ma per parlare dello stesso ente è necessario, fosse pure per i limiti del linguaggio umano e per il rigore della ragione, ricorrere alle idee su Dio e alla inevitabile sua "antropomorfizzazione". Lo stesso ente Dio se è vero che la creazione è la sua emanazione fisica si espande, e più l'uomo immagina grande l'idea di Dio più l'ente Dio si ingrandisce così dovrebbe essere per ogni categoria che l'uomo indegnamente attribuisce a Dio sia pure che si parli di grandi categorie, come: onnipotenza, eternità, infinitezza, bontà, onniscienza, onnipresenza. Una ipotesi della voglia di ricercare Dio ed il suo significato, potrebbe nascere dalla forma pensiero creatrice
2012
Alcune osservazioni sul quadro generale dell’incidente della Costa Concordia, dove tecnologie come il GPS el’AIS sono state tirate in ballo a sproposito dai mass-media. L’incidente non ha alcuna causa tecnica e neancheil banale errore umano, bensi la grave negligenza e l’illegalita della condotta della navigazione. The gods themselves ... Some arguing on the general context of the Costa Concordia grounding, where technologies such as GPS and AIS have been brought into play nonsensically by the mass-media. The accident was not caused by any technical or even banal human error, but by gross negligence and unlawful management of navigation.
Indecent Theology: The queer God. Nell'affrontare il commento di questo libro mi sono premurato di suffragare ogni mia affermazione e giudizio con la citazione delle ipsissima verba dell'autrice, il cui saggio ho letto anche nella versione originaria in lingua inglese. La casa editrice Claudiana di Torino nella collana Piccola biblioteca teologica ha offerto per la prima volta al pubblico italiano il saggio il Dio queer della pensatrice argentina Marcella Althaus Reid, deceduta nel 2009 ad Edimburgo presso la cui università insegnava da alcuni anni teologie contestuali. Il libro è preceduto da un'ampia presentazione di Gianluigi Gugliermetto che l'ha egregiamente tradotto ed è seguito da una postfazione di Letizia Tomassone. L'autrice, da annoverarsi tra le principali epigoni del pensiero queer, aveva già pubblicato nel 2000 un altro saggio all'emblematico titolo Indecent Theology: Theological Perversions in Sex, Gender and Politics. Per cercare di comprendere i motivi ispiratori del libro giova innanzitutto soffermarsi sul termine queer che nella lingua inglese era originariamente sinonimo di strano, eccentrico e singolare, ma che l'inizio del secolo scorso ha cominciato a contrassegnare tutto ciò che non è eterosessuale. Coglie indubbiamente nel segno Claudio Canal quando, dopo aver ricordato che utilizzare l'espressione "teologia queer," è anche un'operazione politica, fa opportunamente notare che in italiano sarebbe come parlare di "teologia frocia" o "teologia finocchia" giusto per rendere l'idea dispregiativa! 1 Ma qual è l'oggetto di questo new trend queer che l'autrice stessa nel saggio citato precedentemente aveva appunto definito indecent? Per dirla con le sue stesse parole, il Dio Queer è un libro che riguarda questa riscoperta di Dio al di fuori dell'ideologia sessuale che è stata prevalente nella storia del Cristianesimo e della teologia. Per fare questo, è necessario facilitare il coming out di Dio, la sua uscita dal nascondiglio, attraverso un processo di queering teologico. Con questo s'intende un'interrogazione deliberata dell'esperienza e del pensiero eterosessuali che hanno dato forma ai nostri concetti di teologia, di ermeneutica e del ruolo di chi fa teologia. 2 Il fine proposto quindi è quello di prendere i corpi sul serio, 3 di smantellare l'ideologia sessuale della teologia, 4 di disfare la teologia totalitaria, 5 di pervertire la teologia cristiana, togliendo alla teologa le mutande che ancor stanno li a darle una reputazione, 6 di scandalizzare, di ripensare 1 Dall'articolo Il Dio queer. Quando l'amore divino rompe la gabbia della decenza di Claudio Canal pubblicato sul Manifesto dell'11 dicembre 2014. 2 Pag. 47 op. cit. 3 Pag. 71 op. cit. 4 Pag. 46 op. cit. Affinché nessuno abbia dubbi sul fine eversivo che sottintende il suo pensiero l'autrice scrive: le teologie queer vanno in diaspora adottando tattiche di occupazione temporanea, pratiche scompaginati che non devono essere necessariamente essere ripetute e riflessioni il cui scopo è quello di sconcertare. Pag. 55 op. cit. 5 Pag. 55 op. cit. 6 Pag. 65 op. cit.
«Non c'è Dio»: semantica di un misero
2019
Moving towards the medieval intelligence of imagines one meets the polysemic character of insipiens, framed in the initial letter of Psalm 52 between XIII and XV centuries and in the tarots card the Fool. This fool is 'senseless' at various levels and experiences a semantic and narrative density, both textual and iconographic. All those nuances of meaning are not alien at all to the observer interacting with this figura, really and deeply a miser: a real presence resuming ad unum the dramatic reality of denying the human accomplishment according to the harmony given by God to the created world.
Concezione di Dio nel Paradiso di Dante
La visione di Dio nell'ultimo canto del Paradiso in corso di stampa nel volume Dire l'indicibile: esperienza religiosa e poesia dalla Bibbia al Novecento (titolo provvisorio), a cura di Cesare Letta, Pisa, ETS