Una didattica per project work (original) (raw)

Il libro illustra parte dell'attività didattica svolta nei laboratori di progettazione del prof. Antonio Lavaggi nei primi due anni del Corso di laurea in Scienze dell'Architettura della Federico II. Sono proposte e documentate le inizia-tive didattiche relative agli aspetti teorici e alle attività pratiche svolte dagli studenti; il tutto nella logica della gra-dualità (dal più semplice al più complesso). Le differenti sezioni del libro sono state curate dagli architetti Aniello Barbarulo, Tiziana Fusco e Adelina Picone: determinante il loro contributo alle attività svolte. Antonio Lavaggi è stato professore ordinario di "Composizione architettonica e urbana" nel DIARC (già Facoltà di Architettura della Fe-derico II). Qui dal 1970 al 2012 ha svolto attività didattica e di ricerca con particolare attenzione ai problemi della città; su questi temi ha coordinato convenzioni con la pubblica amministrazione, ha pubblicato studi e ricerche e ha partecipato a concorsi, convegni e mostre. Fino all'inizio degli anni 90 ha svolto attività professionale nel campo della progettazione architettonica e urbana; suoi progetti sono stati pubblicati su riviste di architettura e pubblicazioni di settore italiane e straniere. Chi ben comincia… la didattica del progetto nei primi due anni Questo libro documenta parte delle attività didattiche svolte nei labo-ratori di progettazione dei primi due anni del corso di laurea di Scienze dell'Architettura della Federico II. Un libro che esce con molto ritardo e diventa una sorta di testimonianza a posteriori. Nel frattempo i laboratori di progettazione hanno visto un sostanziale ridimensionamento dei cre-diti con la conseguente contrazione delle ore di didattica frontale: è im-pietoso Il confronto con quelle a disposizione dei Corsi di Progettazione dei precedenti ordinamenti. Ne discende che le attività documentate in questo libro oggi sarebbero improponibili considerati i tempi a disposi-zione. E se è vero che quantità e qualità non sempre sono direttamente proporzionali è innegabile che la diversificazione delle esercitazioni aiu-ta la crescita dello studente stimolandolo a comprendere ed affrontare le molte facce del progetto. In questa ottica, stante l'attuale monte ore, sarebbe auspicabile al primo anno il coordinamento tra le attività del laboratorio di progettazione e il corso di Teoria e tecnica della proget-tazione architettonica. Corso di Teoria e tecnica che, in coordinamento con il laboratorio, potrebbe trattare gli aspetti teorici, quelli che al primo anno rivestono importanze decisiva, quelli che salvano il progetto da logiche improntate alla creatività, all'intuizione, all'emozione, a percorsi con obiettivi formali predeterminati; aspetti questi che troppo spesso animano i neo iscritti. Dunque un progetto da costruire, in un percorso appunto di "costruzione logica" che si misuri con gli aspetti che hanno a che fare con la tipologia, con il contesto, con la struttura, con la tecno-logia, con la storia dell'architettura, con gli impianti, con la rappresenta-zione … e allora lo studente nel porsi le giuste domande scoprirà che il foglio non è mai bianco. Una questione di metodo dunque che consente tra l'altro allo studente di primo anno di dare la giusta collocazione agli insegnamenti che incontrerà nel corso di studi. E in questa logica i la-boratori di progettazione dovrebbero rappresentare l'asse portante del corso di studi, rivendicando alla Composizione architettonica e urbana la responsabilità di "tenere insieme" l'apparente eterogeneità dei diversi settori disciplinari. Il corso di studi andrebbe dunque progettato senza lasciare ai singoli docenti la libertà di proporre percorsi troppo spesso tra loro discordanti: altro, ben altro è la libertà di insegnamento! euro 12,00