L. Barelli, Il reimpiego delle preesistenze nelle costruzioni di età carolingia a Roma. Il caso dei SS. Quattro Coronati, in Il reimpiego in architettura. Recupero, trasformazione, uso, a cura di J.-F. Bernard, P. Bernardi, D. Esposito, atti del convegno, Rome 2008, pp. 315-327. (original) (raw)

In età carolingia a Roma continuò il reimpiego dei materiali da costruzione recuperati dagli edifici classici. Si riutilizzarono mattoni antichi per le cortine, caratterizzate dalle notevoli differenze dimensionali del materiale poco selezionato, dall'andamento ondulato dei giunti, dal fuoripiombo dei paramenti, nonché dai fori pontai piccoli e tondi 1 . In alcuni casi vennero inseriti nella cortina anche numerosi frammenti marmorei, come nella basilica di S. Francesca Romana 2 e nelle mura della Civitas leonina 3 . Le ghiere degli archi, spesso doppie, furono realizzate con 'fette' di mattoni romani sesquipedali o bipedali, disposti non sempre in modo perfetto lungo i raggi e con lunghezze anche sensibilmente differenti, co-Nuova), in R. Krautheimer, S. Corbett, W. Frankl, Corpus Basilicarum Christianarum Romae, I, Città del Vaticano, 1937, p. 219-241, in part. p. 228. 3 S. Pergola, Il fenomeno del reimpiego nelle mura leonine, in Archivio della Società Romana di Storia Patria, 125, 2002, p. 6-32, con bibliografia precedente. 4 Su questa particolare opera muraria, oltre ai testi citati alla nota 1, si vedano anche L. Barelli, M. Asciutti, M.C. Fabbri, Lettura storico-tecnica di una muratura altomedievale : l'opus quadratum a Roma nei secoli VIII e IX, in D. Fiorani, D. Esposito (a cura di), Tecniche costruttive dell'edilizia storica. Conoscere per conservare, Roma, 2005, p. 59-76; e L. Barelli, La diffusione e il significato dell'opus quadratum a Roma nei secoli VIII e IX, in M. P. Sette, M. Caperna, M. Docci, M. G. Turco (a cura di), Saggi in onore di Gaetano Miarelli Mariani, in Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura, n.s., fasc.