Il tema della fabbricazione delle armi di Achille dalla Casa delle Quadrighe a Pompei, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Siena XIII, 1992 (original) (raw)

Le armi di Achille: l'eredità eroica nei Posthomerica di Quinto Smirneo

Questo articolo si concentra sul rapporto tra Quinto Smirneo e il suo modello, Omero. Il primo si presenta come successore del secondo, proprio come, all’interno dei Posthomerica, il giovane Neottolemo è chiamato a subentrare al padre Achille. Il simbolo concreto di tale eredità è costituito dalle armi del Pelide, che vengono consegnate da Odisseo a Neottolemo. L’articolo si focalizza in particolare su tre armi: lo scudo, già dettagliatamente descritto nell’Iliade, riceve un’ampia ekphrasis nel libro V, poi ripresa nel libro VII; l’elmo, che reca su di sé una raffigurazione di Zeus che scaglia fulmini contro i Titani – immagine dall’alto valore simbolico, dato che, come Zeus, anche Neottolemo, anch’egli rappresentato come fulmine lanciato dal re degli dèi, può essere considerato nell’opera il garante dell’ordine voluto dal Fato; la lancia, con cui Achille aveva trafitto Telefo ed Ettore e che Patroclo, contrariamente a Neottolemo, non aveva saputo sollevare. La descrizione che i tre oggetti ricevono all’interno dei Posthomerica si rivela esemplificativa delle modalità con cui Quinto opera rispetto a Omero, unendo elementi tradizionali e innovativi.

Sonia Merli, Miccia degli Oddi, in Machiavelli e il mestiere delle armi. Guerra, armi e potere nell'Umbria del Rinascimento, Catalogo della mostra a cura di A. Campi, E. Irace, F.F. Mancini, M. Tarantino, Perugia, Aguaplano, 2014, pp. 235-236.

Sonia Merli, Boldrino da Panicale, in Machiavelli e il mestiere delle armi. Guerra, armi e potere nell'Umbria del Rinascimento, Catalogo della mostra a cura di A. Campi, E. Irace, F.F. Mancini, M. Tarantino, Perugia, Aguaplano, 2014, pp. 221-222.

Sonia Merli, Biordo Michelotti, in "Machiavelli e il mestiere delle armi. Guerra, arti e potere nell'Umbria del Rinascimento", Catalogo della mostra a cura di A. Campi, E. Irace, F.F. Mancini, M. Tarantino, Perugia, Aguaplano, 2014, pp. 224-227.

Un'eccellenza dimenticata. La produzione fiorentina di armature tra XIV e XV secolo, in La Ricerca IN Archivio, Atti del convegno (Archivio di Stato di Firenze, Firenze 16-25 ottobre 2019), Roma, Direzione generale degli Archivi di Stato, 2023, pp. 249-268.

La Ricerca IN Archivio, 2023

ITA: Quando pensiamo alla Firenze del primo Rinascimento, il nostro pensiero va alle grandiose opere d’arte nel campo della pittura, dell’architettura e della scultura che tutt’oggi sono visibili ed apprezzabili. In quegli stessi anni la città divenne nondimeno celebre anche per altre creazioni di artigianato e ingegno che tuttavia hanno lasciato un segno molto più leggero, se non del tutto invisibile, nella memoria comune. Tra queste opere, quelle meno ricordate a livello storiografico sono sicuramente gli armamenti e in special modo quelli difensivi che all’epoca avevano una rilevanza non secondaria per qualità, funzionalità e ricercatezza. Questo saggio si pone come obiettivo quello di gettare una prima luce su questo settore produttivo, economico ed artistico, con un focus sulla fine del Trecento e i primi decenni del secolo successivo. Verranno identificate le Arti che si occuparono della produzione e del commercio di armature, armamenti corazzati e tutti gli altri elementi protettivi per il corpo e, tramite i loro statuti corporativi, sarà analizzato il lessico specifico utilizzato all’epoca. Al fine di valutare il numero complessivo di artefici e imprenditori che si dedicavano a tali attività, saranno esaminate le matricole corporative, laddove disponibili, e i dati ricavabili dal Catasto del 1427. Tramite quest’ultima fonte sarà inoltre possibile definire la collocazione spaziale delle botteghe all’interno del tessuto urbano, oltre ad altre informazioni utili a delineare un primo quadro di tale attività.

Manifattura dell’Italia meridionale, “Colubrina”, seconda metà del XV secolo, in «Museo Civico Gaetano Filangieri Napoli. Le Collezioni/2, Armi», a cura di I. Valente, Napoli 2021, scheda A.3, pp. 290-291

2021

Campagna fotografica le sue opere, a eccezione di quelle indicate nella Altre referenze fotografiche I, p. 121 Castello dei Landriani Beni Culturali Vidigulfo-Pavia

Sonia Merli, "I discendenti di Niccolò e Perugia: Bernardo Machiavelli e Giuliano de' Ricci", in "Machiavelli e il mestiere delle armi. Guerra, armi e potere nell'Umbria del Rinascimento", Catalogo della mostra a cura di A. Campi, E. Irace, F.F. Mancini, M. Tarantino, Aguaplano 2014.

I rapporti tra gli esponenti della famiglia Machiavelli e l’Umbria non si esaurirono alla morte di Niccolò. Nella seconda metà del Cinquecento, infatti, due discendenti del Segretario fiorentino – per la precisione si tratta di Bernardo, uno dei suoi figli, e del nipote Giuliano de’ Ricci – soggiornarono a Perugia per motivi di lavoro e di studio. Ripercorrere per sommi capi le tappe di queste loro vicende consente dunque, tra le altre cose, di meglio comprendere la portata dei cambiamenti politici e culturali maturati nella stagione che seguì la definitiva incorporazione della città nello Stato Ecclesiastico.