Hegel e la dialettica del riconoscimento nella lettura di Kojève. Desiderio, lotta e lavoro (original) (raw)
2013, COSTRUZIONI PSICOANALITICHE
M. Farina, Hegel e la dialettica del riconoscimento nella lettura di Kojève. Desiderio, lotta e lavoro, «Costruzioni Psicoanalitiche», 25, 2013. Quando si tratta il tema del riconoscimento, sia che lo si faccia muovendo da una prospettiva strettamente psicoanalitica, sia che si privilegi una lettura filosofica o storico filosofica del problema, si è soliti concepire il riconoscimento come un'attività, o meglio come una struttura, che in qualche modo ha luogo all'interno della soggettività. Indipendentemente che si tratti del riconoscimento come movimento trans-soggettivo, oppure come funzione di natura riflessiva, riconoscere significa, in un senso lato, dare legittimità -e dunque garanzia -a qualcosa. In questo senso quindi il riconoscimento è concepito, da un lato, come fondamento della prassi dell'intersoggettività e, dall'altro, come riflessione della soggettività al proprio interno, ossia come riconoscimento di sé. In ambedue i casi, però, il riconoscimento è inteso come funzione essenziale per la costituzione stessa della soggettività.