Melanconia e rivoluzione. Antropologia di una passione perduta (Editori internazionali Riuniti, 2012) (original) (raw)

Tra ignavia e perseveranza: il doppio valore della Melancholia. La personificazione di Metanoia/Paenitentia nella Calunnia di Apelle di Sandro Botticelli.

La Rivista di Engramma (online), 2016

Throughout this work we have tried to argue that the figure of Metanoia/Paenitentia in the The Calumny of Apelles, painting by Sandro Botticelli, is used to express ‘sloth’: the reluctance which prevents men from pursuing truth, good and justice, and from becoming better people. However, she also represents the perseverance that allows men to achieve these goals. These two, opposite, meanings are possible due to the interpretation of Metanoia/Paenitentia as Melancholy. Indeed, according to the doctrine of Marsilio Ficino, the melancholic state has positive and negative effects: melancholy is not only a temperament linked with sadness and apathy, but also a disposition which influences men leading them to a state of fervor or contemplation. Represented as an old woman, in mourning and overwhelmed by sorrow, Metanoia/Paenitentia looks like Melancholia, and she may well be interpreted as Melancholy, since she has a dark face, supposedly resulted from an excess of the black bile.

Luca Corchia, Sull'opera Melanconia e società di Wolf Lepenies, tot. pp. 38, in “The Lab's Quarterly”, n. 2, 2007.

2007

In Melanconia e società (1969), W. Lepenies si propone di individuare le cause storico-sociali e le conseguenze sociologicamente rilevanti degli atteggiamenti individuali e collettivi melanconici per la genesi, la conservazione e innovazione delle strutture sociali. Egli afferma che non intende definire a priori che cosa sia la melanconia, ma piuttosto ricostruirne il significato tramite le rappresentazioni dei vissuti interiori di coloro che si sono autodefiniti tali attingendo alla letteratura di corte, salottiera nobiliare e borghese, francese e tedesca. In realtà, egli esamina le differenti rappresentazioni della malinconia, alla luce del quadro clinico elaborato dalla psicoanalisi di S. Freud e dalla psichiatria di E. Kraepelin, H. Tellenbach, ecc., e dello schema sociologico dei tipi di adattamento di R.K. Merton. Queste categorie concettuali consentono a Lepenies di ricostruire gli atteggiamenti malinconici che si diffusero presso due diversi ceti sociali in tempi e in luoghi differenti: 1) i ceti nobiliari francesi dopo la sconfitta della Fronda e 2) la borghesia tedesca del ‘700.

'Il desiderio mimetico per un'antropologia della letteratura', L'immagine riflessa, 24/2 (2015): 1-22

This paper investigates some aspects of René Girard's mimetic theory. As some of Girard's essays on medieval literature show, the application of the mimetic theory to literary texts involves a hermeneutic limit forcing the text into a mere reflection of the violence inherent in the nature of human relationships. Yet, mimesis extends its reach beyond the textual boundaries. The character affected by mimetic desire may become, in turn, a mediator of desire for the reader, expanding and sublimating the specular mechanism of identification during the literary performative act. Literary discourse is not only the mirror of mimetic desire, but also a means to a constantly open mimetic process in which mimesis achieves its aesthetical-euphemistical potential.

Tra storia e letteratura: la passione irrazionale come motore di una tragedia nella "Marianna" di Lodovico Dolce

La donna nel Rinascimento: amore, famiglia, cultura, potere. Atti del XXIX Convegno internazionale (Chianciano Terme-Montepulciano, 20-22 luglio 2017), a cura di L. Secchi Tarugi, 2019

The purpose of this essay is to analyse the dram of Marianna, wife of Herod the Great, in the tragedy of Lodovico Dolce. The piece is based on the story we read in Joseph Flavius' works. However, in the construction of his characters and plot, Dolce uses also literary, mainly dramatic sources, both from the antiquity and the Italian Cinquecento. I try to place the Marianna's tragedy in this rich tradition and to focus my attention on the intertextual strategies in the creation of characters and in the unfolding of the tragic plot and on the novity of this play: a role of destructive, strong emotions leading to the katastrophé. key wordS: Lodovico Dolce, the Marianna, Italian tragedy of Cinquecento, irrational passion, intertextuality riaSSunto-L'intervento si pone come obiettivo l'analisi del dramma di Marianna, moglie di Erode il Grande, rappresentato dal Dolce nella tragedia omonima che trae l'argomento dalle opere di Giuseppe Flavio. Tuttavia nella costruzione dei ca-ratteri, nonché della vicenda tragica, l'autore fa un ampio uso di varie fonti, princi-palmente di quelle drammatiche, antiche e cinquecentesche. Si cerca di analizzare la tragedia di Marianna facendo ricorso a questa ricca tradizione e focalizzando l'attenzione sulle strategie intertestuali nella creazione dei caratteri e nello sviluppo della trama, nonché su una novità rappresentata da questa pièce: il ruolo di forti emozioni distruttive che conducono alla finale katastrophé. Parole chiave: Lodovico Dolce, la Marianna, tragedia italiana del Cinquecento, passione irrazionale, intertestualità * Università Jagellonica di Cracovia.

C. Ocone, "Il Sessantotto e il mito della 'rivoluzione tradita'

Come aveva ben colto, tra gli altri, Nicola Matteucci, lungi dall’essere l’avanguardia di un glorioso avvenire, il Sessantotto è un movimento che porta alla luce umori e idee che avevano accompagnato la ventennale storia della Repubblica: primo fra tutti il mito di una Resistenza incompiuta e di una rivoluzione tradita. Nonostante qualche occasionale incrocio, l’istanza di modernizzazione, che avrebbe poi trovato sbocco e espressione naturale nel cosiddetto ‘riflusso’ degli anni Ottanta, non è in nessun modo assimilabile a quella iperpoliticizzante e marxisteggiante del tardo rivoluzionarismo sessantottino. Il mainstream culturale del politicamente corretto, della mistica del diverso e delle minoranze, del cosiddetto «dirittismo», è l’eredità più rilevante e più dura a morire del Sessantotto.