MODELLI PER LA STRUTTURA A TERMINE DEI TASSI (original) (raw)
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SEZ. III-I MODELLI CONTRATTUALI-L'orientamento del legislatore si è evoluto nella direzione di introdurre modelli di regolazione dei rapporti di lavoro diversi da quello standard, e perciò definiti flessibili o atipici. Questa linea politica del diritto è stata univoca nel periodo compreso tra il 1984-2003, durante il quale sono stati introdotti e regolati:-il contratto di formazione e lavoro, per favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro;-il contratto di lavoro a tempo parziale;-il contratto di lavoro interinale;-il contratto di somministrazione di lavoro;-il contratto di lavoro intermittente;-il contratto di lavoro ripartito;-il contratto di inserimento. Nello stesso periodo, il legislatore è intervenuto più volte ad allentare i vincoli posti all'utilizzo del contratto di lavoro a tempo determinato, ed ha profondamente rivisto e disciplinato ex novo una forma contrattuale, come quella dell'apprendistato. Le continue modifiche impediscono di realizzare serie verifiche degli effetti reali che i nuovi modelli producono nel mercato del lavoro; di conseguenza, impediscono anche di individuare ed apportare gli aggiustamenti necessari sulla base di una adeguata ponderazione, la quale dovrebbe essere basata proprio su congrui periodi di sperimentazione e sulla verifica dei risultati conseguiti. Da ultimo quindi, la legge n. 183/2014 ha delegato al Governo il compito di predisporre:-"un testo organico semplificato delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro", allo scopo "di renderli maggiormente coerenti con le attuali esigenze del contesto occupazionale e produttivo". In attuazione di tale delega, è stato emanato il d.lgs. n. 81/2015, il quale detta la disciplina vigente dei seguenti contratti di lavoro, diversi da quello standard:-contratto di lavoro a tempo determinato;-contratto di somministrazione di lavoro;-contratto a tempo parziale;-contratto intermittente;-contratto di apprendistato-contratto di lavoro ripartito, è stato soppresso.
VECCHI E NUOVI MODELLI DI ESEGESI TEOLOG
Francesco Capriglione VECCHI E NUOVI MODELLI DI ESEGESI TEOLOGICA: IL CASO RATZINGER L'esegesi biblica è stata, fin dalle sue origini, e tuttora continua, quasi sempre, ad essere un'esegesi teologica, che, quindi, riduce la filologia ad ancilla theologiae. Ciò è dovuto ad un insieme di fattori. In primo luogo, il fatto che quasi il 99% degli esegeti del testo biblico è costituito da teologi, da ecclesiastici e da credenti. In secondo luogo, la constatazione che il curriculum studiorum degli esegeti del testo biblico è talmente impegnativo (lingue classiche, lingue semitiche, filologia classica, filologia semitica, archeologia, epigrafia, papirologia, codicologia, ecc.) che questi costituiscono una élite molto striminzita. A tutto ciò si è aggiunta, negli ultimi decenni, la ricezione del paradigma gadameriano della precomprensione 1 , che ha portato a ritenere che il credente possa comprendere il testo biblico più a fondo del non credente: è come ritenere che possa comprendere più a fondo la Teogonia di Esiodo chi crede che Athena sia uscita dalla testa di Zeus. Perciò, di fronte alla riduzione della filologia ad ancilla theologiae e alla convinzione che la precomprensione di fede faccia comprendere più a fondo il testo biblico, mi sembra che l'esegesi teologica abbia i caratteri di un'esegesi parascientifica. Gli esegeti cattolici, in particolare, mettono costantemente l'esegesi teologica a fondamento sia dei modelli ermeneutici più "tradizionalisti", sia di quelli più "progressisti", come si evince dall'Intervento di papa Ratzinger alla XIV Congregazione Generale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, il 14 ottobre 2008, allorché dichiarò: il lavoro per il mio libro su Gesù offre ampiamente l'occasione per vedere tutto il bene che ci viene dall'esegesi moderna, ma anche per riconoscerne i problemi e i rischi. [...] Perciò per la vita e per la missione della Chiesa, per il futuro della fede, è assolutamente necessario superare questo dualismo tra esegesi e teologia. La teologia biblica e la teologia sistematica sono due dimensioni di un'unica realtà, che chiamiamo teologia. Di conseguenza, mi sembra auspicabile che in una delle proposizioni si parli della necessità di tener presenti nell'esegesi i due livelli metodologici indicati dalla Dei Verbum 12, dove si parla della necessità di sviluppare una esegesi non solo 1 PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, Prefazione di Joseph Ratzinger, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1993: "L'esegesi cattolica si avvicina agli scritti biblici con una precomprensione che unisce strettamente la moderna cultura scientifica e la tradizione religiosa proveniente da Israele e dalla comunità cristiana primitiva. La sua interpretazione si trova così in continuità con il dinamismo ermeneutico che si manifesta all'interno stesso della Bibbia e che si prolunga poi nella vita della Chiesa. Corrisponde all'esigenza di affinità vitale tra l'interprete e il suo oggetto, affinità che costituisce una delle condizioni di possibilità del lavoro esegetico. [...] Quando affrontano i testi biblici, gli esegeti hanno necessariamente una precomprensione. Nel caso dell'esegesi cattolica, si tratta di una precomprensione basata su certezze di fede: [...] Gli esegeti sono quindi orientati nella loro ricerca dalla riflessione dei teologi dogmatici sull'ispirazione della Scrittura"(pp. 78, 99).
MODELLI REGIONALI DI STRUTTURE DI CURE INTERMEDIE A CONFRONTO
Ospedali di comunità, case della salute e cure primarie: esperienze regionali e confronti, 2019
Capitolo del libro "Ospedali di comunità, case della salute e cure primarie: esperienze regionali e confronti" a cura di G. Banchieri, F. Colavita, G. Massaro, 2019.
INFOLIO, 39, Rivista del dottorato di ricerca in architettura, arti e pianificazione. , Coesistere in prossimità, 2022
Modelli genovesi per gli Scotti di Laino
This case study suggests a reflection on the subject of ‘Grande decorazione’ in Genoa between the seventeenth and eighteenth century. e essay presents the proposal of a possible Genoese influence and related patterns in the artistic production of the Scotti family from Intelvi Valley. e Scotti did not work in Genoa, actually. It is however necessary to remind that many artists (sculptors, architects, painters) came to Genoa from the Lombard region and not only during the Baroque era. In particular, the paper focus on the Genoese Domenico Parodi, painter and sculptor. He played a key role in this context, mediating between the local and European artistic tradition of the seventeenth century and the Rococo period.
L'onda di piena di progetto per piccoli bacini non strumentati si può stimare seguendo due differenti approcci. Nel primo, tradizionale, definito “event-based”, si identifica uno ietogramma di progetto associato ad un tempo di ritorno su cui si applica un modello afflussi-deflussi. Nel secondo, definito “continuo”, si simula una serie sintetica di precipitazione e si trasforma, sempre con un modello afflusso-deflussi, in una serie di portate da cui si evince, tramite analisi statistica, l'onda di progetto con associato un tempo di ritorno.