INTERVISTA SUL MEDIOEVO AD AUGUSTO VASINA A CURA DI LEARDO MASCANZONI (original) (raw)
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Introduzione al volume dedicato al card. Achille Silvestrini, 2021
Quella di S.E. mons. card. Achille Silvestrini (1923-2019) è figura troppo grande e nota perché io possa presumere di dirne qualcosa di nuovo o di particolarmente interessante di fronte alla competenza o alle testimonianze di vita di chi lo conobbe da vicino, lo frequentò e lo stimò profondamente. Il poco che fisserò sulla pagina qui ha piuttosto il valore di introduzione agli interventi che seguiranno che, come responsabile scientifico della Fondazione La memoria storica di Brisighella "I Naldi gli Spada", ho semplicemente, con l'indispensabile aiuto e consiglio di chi gli fu prossimo, commissionato a coloro che potevano scriverne limitandomi a seguire i vari contributi nel loro farsi e successivamente ad ordinarli e a disporli nel volume che ne verrà secondo un filo dove storia, di cui don Achille (lo chiamerò d'ora in avanti così per comodità e come lui gradiva) fu operoso e sagace tessitore, e felice memoria, che di sé lasciò generosamente, possano fondersi ed intrecciarsi in maniera il più armoniosa possibile. Don Achille Silvestrini è stata una delle segnalate personalità della Chiesa post-conciliare del secondo Novecento, segnatamente nel campo diplomatico, uno dei più convinti interpreti dell'afflato spirituale e sociale sprigionatosi dal Vaticano II 1 e un educatore profondo, sollecito e paterno, come testimonia il suo impegno alla guida di Villa Nazareth. Inutile ripercorrerne qui le innumerevoli tappe del brillante cursus honorum ecclesiastico progressivamente cresciuto dall'entrata, nel dicembre 1953, nella Segreteria di Stato della S. Sede fino a ricoprire, nel 1979, la carica di Segretario della sezione per i Rapporti con gli stati della medesima Segreteria di Stato ma che lo ha visto anche essere arcivescovo titolare della diocesi di Novaliciana, cardinale diacono di S. Benedetto fuori porta S. Paolo, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, gran cancelliere del Pontificio Istituto Orientale, cardinale dell'Ordine dei Presbiteri dal 1988 e tanto altro ancora. Senza contare che la ricchezza del suo percorso curiale ma anche umano lo portò in età ancora giovanile, e dunque in un momento quanto mai aperto ad acquisizioni e ad accrescimenti culturali ed esperienziali, a stretto contatto con personalità come Domenico Tardini e Amleto Giovanni Cicognani, entrambi Segretari di Stato negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, prima della successiva, stretta collaborazione con una personalità del calibro di Agostino Casaroli. *Si avvertono gli autori che i contributi presenti in questo volume sono stati adeguati dal curatore secondo criteri di uniformità e sobrietà redazionali. 1 Mi permetto, in quest'unica nota bibliografica, di ricordare l'importante volume a lui dedicato alcuni anni fa da eminenti personalità del mondo della cultura e della Chiesa:
ELENA MAZZINI LA CHIESA LIVORNESE E IL DIALOGO CON L'EBRAISMO NELL'EPISCOPATO DI ALBERTO ABLONDI
Salomone Belforte , 2020
Il contributo offerto da mons. Alberto Ablondi, Vescovo di Livorno dal 1970 al 2000, al dialogo tra ebraismo e Chiesa cattolica è stato di importanza decisiva, a livello locale, nazionale e mondiale. Il volume, frutto della ricerca storica di Elena Mazzini, ne dà conto con ricchezza di riferimenti, mettendo in luce i momenti di difficoltà ma anche gli straordinari risultati raggiunti, grazie soprattutto all’amicizia del Pastore livornese con il rabbino Elio Toaff e con Tullia Zevi, prima presidente donna dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI). La ricerca, arricchita dalla Presentazione di Brunetto Salvarani e dalla Postfazione di Bruno Di Porto, nonché dalle testimonianze di Annamaria Sammartano e Giorgio Guastalla, è stata promossa dall’Associazione Alberto Ablondi, con il sostegno della Fondazione Livorno del Rotary Club di Livorno.
CENTR O ITALIANO DI STUDI SULL'ALTO MEDIOE VO DIALOGHI CON BISANZIO
2019
Spazi di discussione, percorsi di ricerca Atti dell'VIII Congresso dell'Associazione Italiana di Studi Bizantini (Ravenna, 22-25 settembre 2015) a cura di SALVATORE COSENTINO, MARGHERITA ELENA POMERO e GIORGIO VESPIGNANI TOMO SECONDO FONDAZIONE CENTRO ITALIANO DI STUDI SULL'ALTO MEDIOEVO SPOLETO 2019
Nel 1996 ho avuto l'opportunità di svolgere alcune ricerche nell'Archi-vio Sereni depositato presso la Fondazione Istituto Gramsci. Fino ad allora poco o per nulla utilizzato, l'archivio non disponeva di un inventario e non era stato ancora organizzato secondo criteri scientifici 1. Tutto quello che possiamo aspettarci di trovare nelle carte di un uomo che era stato insieme uno studioso coltissimo e versatile, un combattente antifascista, un politi-co di alto rango, un tenace conservatore dei propri ricordi-le lettere, gli appunti, le note di lettura, le schede bibliografiche, i manoscritti e i dat-tiloscritti di vario genere, gli opuscoli, i ritagli di giornale, le fotografie, le agende e molto altro ancora-, era stato scomposto e ricomposto da mani inesperte dopo il deposito presso la Fondazione. Da troppo tempo inoltre-ben prima della sua scomparsa-la personalità totale di Emilio Sereni aveva smesso di suscitare un autentico interesse tra gli studiosi. La consultazione dell'archivio mirava a ricostruire il percorso sommerso compiuto da Sereni nella storia delle tecniche agricole e forestali, dei siste-* Ringrazio la professoressa Vincenzina Mazzarino per avere autorizzato la pubblicazione dell'articolo di Santo Mazzarino e il mio allievo Simone Rendina per aver agevolato questo lavoro. 1 Per l'attuale situazione degli «archivi Sereni» cfr. G. Bonini, Emilio Sereni. Biblioteca e ar-chivio d'autore, in E. Sereni, L'origine dei paesaggi della Grande Liguria. Due inediti dei primi anni Cinquanta, a cura di A. Gemignani, Gattatico, Istituto Alcide Cervi-Biblioteca Emilio Sereni, 2017, pp. 219-222. Sulle principali caratteristiche dei fondi, cfr. F. Albanese, Emilio Sereni: l'ultimo degli enciclopedisti. Fonti per la storia dei protagonisti dell'Italia del Novecento. Il fondo «Emilio Sereni», in «Annali dell'Istituto "Alcide Cervi"», XIX, 1997, pp. 197-245. Il recente e pregevole studio del fascicolo di una delle buste di «Note e appunti» dell'archivio di Gattatico, intitolato Estetica, arricchisce la nostra conoscenza della cultura antichistica di Sereni: M. Losacco, «Dove sono uomini, quivi è un baluardo sicuro». Le letture classiche di Emilio Sereni alla vigilia della Liberazione, in R. Otranto, P.M. Pinto, a cura di, Storie di testi e tradizione classica per Luciano Canfora, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2018, pp. 93-113.
I CASSINA, UNA BOTTEGA DI SCULTORI TRA LOMBARDIA E PIEMONTE
Viglevanum. Miscellanea di studi storici e artistici, 2021
The Cassinas, wood sculptors, were originally from Cernobbio and had a workshop in Casale Monferrato. The two known exponents were Paolo Felice and Severino Felice. The workshop's activity extended over a large geographical area between Piedmont and Lombardy. The author reconstructs the catalogue of works, which includes the Madonna of the Rosary in Rosasco, Lomellina, signed by Severino Felice. She also points out the 18th-century Madonna in the church of the Madonna dei Sette Dolori in Vigevano, a work of Roman derivation that in a certain way recalls Severino’s works.
La fabbrica dei cammei. Leonado de' Vegni (1731-1801) genio incognito del secolo dei Lumi. Architetto, erudito, inventore dell'Arte plastica dei tartari, 2022
The study on an 18th century scholar, Leonardo de' Vegni (1731-1801), architect, theorist, inventor, around 1760, of a factory for the production of cameos in limestone sediment, through natural processes, exploiting the thermal waters of Bagni San Filippo on the slopes of Monte Amiata, in the south of the province of Siena, in Tuscany. The cameos in limestone sediment, also called "tartars", a sort of artificial marble - or rather alabaster - had widespread and wide international fame at the time. The procedures for making them were published on several occasions by de' Vegni and were certainly later replicated in similar factories present in thermal localities, particularly French ones. The bas-reliefs in limestone sediment (petrified limestone bas-reliefs) produced in the Bagni San Filippo factory, made in various sizes, were used among other things in the decoration of architecture, especially interiors, and applied to the decoration of furniture, in the transition between the Rococo style and the new sensibility neoclassical, of which de' Vegni, living between Rome, Chianciano and Bagni San Filippo, was certainly one of the first promoters.
Renzo Zagnoni TRACCE MEDIEVALI DEI SASSI INCISI DELLE LIMENTRE
Nella valle della Limentra Orientale nel territorio montano pistoiese, si trovano due massi con scritte di origini diverse, che sono stati studiati da Leonardo De Marchi, I sassi scritti delle Limentre. Appennino pistoiese e pratese, Porretta Terme, Gruppo di studi alta valle del Reno, 2000 ("I libri di Nuèter", 26). Questo scritto cerca le tracce di questi massi nella documentazione medievale di questo territorio.