Scampoli di una perduta quadreria secentesca. Dipinti di Dal Sole e Burrini alla Pinacoteca di Faenza (original) (raw)

Dipinti " ritrovati " al Collegio Venturoli. Volti e ritratti dal vero nelle opere di Alberto Lamma

Strenna Storica Bolognese, 2016

A lberto Lamma nasce a Bologna il primo gennaio 1864, da Federico Lamma e Teresa Montanari. Il suo percorso di formazione artistica presso il Collegio Venturoli comincia all'età di dodici anni, il 16 novembre 1876 1 . Al momento del suo ingresso presso l'istituto fondato in seguito al generoso lascito dell'architetto Angelo Venturoli, il ragazzo risulta «da cinque anni orfano di padre e privo di mezzi di fortuna», mentre la madre deve farsi carico di «una fanciulla di minor età».

Tre marmi per tre secoli: sui ‘perduti’ ritratti in San Gennaro extra moenia

2019

Dopo i lavori tardo-ottocenteschi, ma soprattutto in seguito ai massicci “restauri” degli anni Venti del Novecento, l’interno della basilica napoletana di San Gennaro extra-moenia cambiò volto assumendo la veste oggi nota. Tra gli arredi già nella chiesa sono anche alcuni marmi che qui si presentano, ritraenti personaggi strettamente legati all’ospizio nel corso di tre secoli, che ben rappresentano tanto la storia di una tipologia artistica a Napoli, dal Sei all’Ottocento, che quella di un’importante istituzione assistenziale.

Giovanna Bonasegale, Immagini riflesse tra pittura e fotografia, saggio nel catalogo della mostra “La poesia del vero. Pittura di paesaggio a Roma tra Ottocento e Novecento”, Macerata, Palazzo Ricci e Camerino, Complesso Museale di San Domenico, 20 luglio-15 settembre 2001, pp. 20-28.

La diffusione dell’uso della fotografia a Roma assume da subito intricanti connotazioni di continuità e al tempo stesso di spartiacque non soltanto rispetto all’immagine della città, ma alla nuova funzione che il mezzo fotografico si trova a svolgere. Gli anni della dagherrotipia, della calcotipia e quelli del collodio (fino al 1880) continuano a documentare e a tramandare la visione della città classica, cara ai turisti e ai viaggiatori italiani e stranieri. Siti archeologici, mura, porte, vedute panoramiche dal Campidoglio o da Trinità dei Monti, chiese, ville, palazzi e infine ritratti e riproduzioni di opere d’arte sono i temi più frequentati, temi già prediletti dai pittori e dagli incisori, rispetto alle cui opere la fotografia offre il vantaggio immediato di essere meno costosa, più rapida nell’esecuzione, più facilmente trasportabile soprattutto per una committenza che molto spesso è in città soltanto di passaggio. Accade così che ci sia una trasmigrazione – non priva di dispute e di controversie – dal mondo dei pittori, degli incisori, dei medaglisti, dei miniaturisti verso l’utilizzo della nuova tecnica. Il saggio ripercorre i rapporti, anche ambivalenti, tra queste due forme d'arte, mettendo a confronto pittori e fotografi attivi a Roma nella seconda metà dell'Ottocento.

Due dipinti di Domenico Fiorentini nella Sagrestia Ottoboni di S. Pietro in Vaticano, in “Studi di Storia dell’arte”, 31, 2020, pp. 225-230.

L’articolo chiarisce la paternità di due dipinti conservati nella sagrestia Ottoboni della basilica vaticana, già variamente attribuiti negli studi pregressi. Le ipotesi errate nascevano da frammentarie e contraddittorie citazioni antiche mentre le tele sono opera del poco noto Domenico Fiorentini (1747-1820), non solo per la testimonianza dei documenti ma anche per i confronti stilistici con opere sicure dello stesso artista. I grandi quadri raffigurano i santi mansionari, cioè sagrestani, dell’antica basilica vaticana e furono commissionati dal Capitolo di San Pietro probabilmente per arredare i nuovi grandiosi locali della sagrestia di Carlo Marchionni. Tale commissione è inserita nel quadro di una contenuta ma interessante attività di mecenatismo artistico patrocinata dal Capitolo di San Pietro.

Dipinti di «paesi» e finte architetture «à chiaro e oscuro» del pittore Giovan Battista Sorisene per il palazzo del signor Giovanni Abramo Crescienzio Federici di Erbanno.

Storia, arte e archeologia in Valcamonica, Sebino e Franciacorta. Studi in onore di don Romolo Putelli, a cura di Federico Troletti, Capo di Ponte, CCSP, pp. 105-110, 2021

Il volume raccoglie i contributi di diversi studiosi, afferenti a varie discipline, con l'intento di offrire un aggiornamento alla ricerca sul territorio, determinante nella salvaguardia, nella divulgazione e nella valorizzazione dei beni archeologici, artistici, storici e etnoantropologici locali. L'area di indagine è, nella sua globalità, il Sebino, con le sponde bresciana e bergamasca, la Franciacorta e la Valcamonica. Gli studi, perlopiù inediti, offrono novità negli ambiti della storia economico-sociale, oplologia, letteratura, storia dell'arte, archeologia di epoca storica, etnoantropologia, architettura e archivistica. Le ricerche sono promosse da varie istituzioni rappresentative del territorio indagato con lo scopo di divulgare e stimolare nuovi percorsi di studio. La pubblicazione è dedicata a don Romolo Putelli, il pioniere degli studi camuni e della tutela del patrimonio artistico e documentario, a cui va il merito di aver salvato e conservato reperti archeologici, oggetti d'arte ed etnografici, fondi documentari e librari che oggi costituiscono il CaMus di Breno, la prima istituzione museale fondata in Valcamonica. € 35,00 Istituzioni che hanno promosso il progetto di studio Iniziativa editoriale promossa da con il contributo di EDIZIONI DEL CENTRO 2021 Storia, arte e archeologia in Valcamonica, Sebino e Franciacorta Studi in onore di don romolo Putelli a cura di Federico Troletti Storia, arte e archeologia in Valcamonica, Sebino e Franciacorta Studi in onore di don Romolo Putelli I ed. italiana, Capo di Ponte (Edizioni del Centro) ISBN 978-88-86621-60-1 Edizioni del Centro CEntro Camuno di studi prEistoriCi via Marconi, 7-Capo di Ponte (Bs)-Italy www.ccsp.