Raccontare e raccontarsi: la magia del tirocinio (original) (raw)

CAP.3-FORMAZIONE E EDUCAZIONE AL DIALOGO

Il LED Laboratorio di Educazione al Dialogo è un'associazione senza scopo di lucro nata a Villa S. Ignazio nel 1978 e tuttora aderente alla Fondazione. Ha operato per quasi venticinque anni a Trento e nel Nord Est come agenzia forma-tiva, in quanto in tutto il mondo è andato diffondendosi rapidamente l'interesse per la psicologia e la pedagogia di Carl Rogers, forse perché egli non pretende di imporre grandi sistemi teorici né miti salvifici, ma semplicemente propone un metodo che promuove la crescita e la maturazione delle singole persone e dei gruppi, attraverso una bonifica profonda dei rapporti interpersonali, basati sulla partecipazione affettiva, sull'abbandono dei ruoli stereotipati e sulla responsabi-lizzazione di ciascuno. L'approccio rogersiano e i suoi benefici effetti sulle persone hanno svolto quindi un ruolo centrale nelle proposte del LED anche se, come vedremo, i formatori di questa agenzia si sono avvalsi di studi diversificati e varie prassi esperienziali che facevano riferimento alle discipline psicologiche e pedagogiche ed agli autori legati a vario titolo alla filosofia umanistica.

La tras-formazione dell’identità professionale del professore universitario: pratiche narrative e riflessive per abitare la disgregazione (Article)

MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni, 2016

A partire da un approccio epistemologico che fa riferimento ad una postura criticamente realista a matrice transazionale – secondo cui la conoscenza è, in senso deweyano, il risultato di quel processo di transazione originaria e costante tra soggetto e ambiente che si dà nella pratica –, l’articolo presenta l’impianto teorico e metodologico di una ricerca empirica condotta per analizzare la trasformazione dell’identità professionale del professore universitario nell’attuale contesto di cambiamento strutturale che caratterizza il sistema accademico nazionale e internazionale. In particolare, in una prima parte del contributo, questo cambiamento è analizzato – contro una certa rappresentazione sociale stereotipata, ampiamente diffusa tanto in ambito accademico quanto nel senso comune – come un processo le cui radici – politiche e pedagogiche – affondano in una storia di medio e lungo termine, fatta di costanti rotture e continuità, al fine di mostrare come la deriva tecnicista a cui la formazione accademica sembra essere sottoposta è il prodotto radicale di teorie e pratiche educative che fanno ricorso a una concezione solipsistica dell’apprendimento. Contro tale deriva, nella seconda parte del contributo, si propone una rilettura in senso deweyano dei processi di apprendimento mostrando come questi siano sempre il prodotto di pratiche sociali situate all’interno di contesti organizzativi specifici, la cui disamina – attraverso pratiche di ricerca e formazione di tipo narrativo e riflessivo – consente di produrre le condizioni per possibili apprendimenti trasformativi. Coerentemente a tale approccio epistemologico e teorico, l’ultima parte dell’articolo illustra le metodologie narrative e riflessive utilizzate in una ricerca empirica volta a esplicitare, investigare e comprendere i processi di transazione latenti e impliciti messi in atto dai professori universitari per abitare il mutamento in atto, ripensando le loro conoscenze, competenze e pratiche professionali. Based on a transactional epistemological approach – according to whom knowledge is the product of the original and continuous transaction between subject and context developed in the practice –, the paper illustrates the theoretical and methodological frame of a research whose aim is to investigate, towards narrative and reflective practices, the transactional processes acted by academic professors to transform their own professional identity in the actual reformed scenario of university system. By embracing a critically realist stance, the paper moves from the Deweyan notion of transaction, according to whom knowledge is the result of the original and continuous transaction between subject and context developed in the practice. Thanks to this notion, the paper presents the theoretical and methodological framework of an empirical research study, which explores the transformation of the professional identity of university professors in the contemporary scenarios of national and international academic systems marked by a constant process of reform. The contribution takes its cue from an analysis of higher education and interprets it against the backdrop of a long and medium term history, characterized by both continuity and discontinuity. In opposition to certain stereotyped social representations, widely disseminated both in the academic discourse and, more generally, in common sense, it is argued that the technical-functionalist drift of contemporary higher education is the outcome of educational theories and practices that assume a solipsistic conception of learning. In order to counter this technical drift, the second part proposes a Deweyan reading of learning processes, understanding them as the results of social practices, situated in specifically organizational contexts, the examination of which – through narrative and reflective devices – allows us to produce the conditions for activating paths of transformative learning. In the wake of the epistemological and theoretical approach illustrated in the first two parts, the third and last part of the contribution presents the narrative and reflective methodologies deployed within the framework of our empirical research, which has aimed at unearthing and investigating the latent and implicit transactional processes employed by professors in order to cope with and inhabit the ongoing changes of the academic system, by re-thinking and re-signifying their knowledge, competences and professional practices.

Il tirocinio tra scuola e università: la costruzione condivisa della professionalità docente.

In this paper we analysed the processes of learning and its pedagogical dimensions that allow us to reconstruct the experience of traineeship in terms of active partecipation in a community of practice. In the first section we want to show if the prospect of communities of practice are fruitful for the understanding of the teacher's process of professionalization. Later we will consider the mechanisms of formation of secondary school teachers in order to identify how one can learn through the community of practices, with enhance the ability to communicate and share with others their experiences by putting oneself in a situation of exchange and mutual enrichment....

Clinica legale. Un manuale operativo (pp. 1-188)

“Clinica Legale. Un manuale operativo” è un testo scritto da sei studenti universitari partecipanti al Progetto “Place – Private Law and Clinical Education” (Messaggeri della Conoscenza), sotto la guida del Responsabile scientifico Prof. Guido Smorto, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza del tema delle cliniche legali: un metodo di insegnamento che, oltre a sviluppare le competenze e le abilità pratico-professionali dello studente, intende perseguire fini di giustizia sociale con l’offerta di servizi diretti alla comunità. La prima parte del manuale analizza le origini storiche delle cliniche legali e i modelli più diffusi nel mondo, sottolineando la scarsa diffusione di tale fenomeno nell’Europa occidentale. Successivamente il manuale si sofferma sui principali obiettivi di una clinica legale: favorire l’accesso alla giustizia in conformità a quanto prescritto dalla nostra Costituzione e dalle fonti sovranazionali e, sul piano pedagogico, fare in modo che gli studenti “imparino dall’esperienza” rapportandosi ad una clientela reale. La seconda parte del lavoro mira, invece, a fornire le nozioni base indispensabili per progettare l’apertura di una clinica legale ed il suo inserimento nei piani di studi universitari. Si approfondisce il tema del reperimento dei fondi necessari per la realizzazione di una clinica, della struttura fisica che questa dovrebbe presentare e degli strumenti per pubblicizzare il servizio offerto alla comunità. Si descrivono, inoltre, alcuni dei metodi interattivi di insegnamento più usati nei corsi c.d. “clinici” e le capacità pratiche che devono essere sviluppate dagli studenti, a partire dalla ricerca delle fonti e dalla scrittura di un testo giuridico. L’Appendice del manuale descrive la genealogia del Progetto Place e l’esperienza vissuta in Brasile dai sei studenti partecipanti, grazie alla quale hanno avuto l’opportunità di approfondire il tema delle cliniche legali e di redigere quest’opera.

“Drawing” as a key skill for visual literacy in life-long and life-wide learning

Visual literacy is both the capacity to interpret and create images. In several school curricula visual literacy is not supported or integrated in the different stages of life-long learning. We introduce “drawings”, with the aim of presenting and discussing their possible contribution (or abuse) to a competency-based approach, related to the hidden aspects experienced in the learning/teaching process and to the necessity of taking into consideration the entire person who lives and learns in different lifelong and lifewide settings. In addition we discuss, through CLIL (Content and Language Integrated Learning) methodology, how drawings can contribute, as a part of visual literacy, to competencies development from childhood to adult education. Drawings were first means of communicating and writing human experience. In the first stages of learning drawing-to-learn is associated to writing-to-learn, and children experience this communication tool for expressing and creating knowledge. During the following stages, drawing becomes a sort of personal talent, associated to artistic skills in the educational curricula. In the last decades qualitative research and adult learning activities have explored and revealed opportunities of drawings, above all as reflective tools and active methods for expressing latent aspects of reality and to enhance life skills. Drawings can function and serve as stimuli that create a balance between cognition and embodied cognition. However, in the last three years some authors have highlighted a new approach emphasizing their contribution as a part of visual literacy, which could support different learning outcomes both in the scientific field and in humanities. Our call is both for a drawing practice integrated in all the learning pathways, and according to Massa’s writings, for a reflective practice through the experience of “drawing” in teacher training before its implementation within the school and university setting.

Il processo di supervisione all’interno dei tirocini curricolari come fattore di costruzione della p.pdf

Il contributo considera l'attività di supervisione nei tirocini curricolari come elemento qualificante la tutorship universitaria in questa attività di orientamento in itinere. I tirocini curricolari rientrano pienamente nella terza missione dell'Università, come possibilità interazione tra Università e territorio; permettono l'immissione nel mercato di laureati con un bagaglio esperienziale che ne accresce l'employability . In questo senso diviene fondamentale il ruolo del tutor universitario come supervisore: un ruolo che è necessario esercitare secondo elevati standard qualitativi. Il documento ANSE “ECVision. A European System of Comparability and Validation of Supervisory Competences” mette in luce carattere e funzioni della supervisione. In particolare: L'attività di supervisione riveste una precisa funzione pedagogica. La pratica di supervisione può essere effettuata efficacemente, oltre che da supervisori esperti, anche da chi abbia una consistente esperienza professionale . La supervisione costituisce un fattore chiave per il miglioramento della performance e degli standard professionali; La supervisione arricchisce supervisor e supervisee, con incremento della conoscenza teoretica (circolarità teoria prassi). In definitiva la reciprocità nel rapporto di supervisione oltre a contribuire al benessere dei soggetti coinvolti, e dell'organizzazione, permette l'elaborazione di un nuovo elemento creativo di cui potrà avvantaggiarsi la ricerca scientifica/accademica.