Santuari, villaggi, centri fortificati e prima urbanizzazione tra sanniti e romani (Archeomolise 26 2016) (original) (raw)

338. G. Volpe, P. Favia, R. Giuliani, D. Nuzzo, Il complesso sabiniano di San Pietro a Canosa, in La cristianizzazione in Italia fra tardoantico e altomedieovo, Atti del IX Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Agrigento, 20-25 novembre 2004), a cura di R.M. Carra Bonacasa, E. Vitale, Palermo 2007, pp. 1113-1165.

Santuari e organizzazione del territorio in età romana nelle regiones V e VI adriatica

Archaeologiae Una storia al plural: Studi in memoria di Sara Santoro, 2022

conciliabulum, sia in quello della colonia repubblicana sia nella sua evoluzione di età augustea e tiberiana. Nella città abbiamo infatti quattro edifici sacri ideologicamente significativi e ciascuno connesso a fasi determinanti della genesi e dello sviluppo dell'abitato. Un edificio forse interpretabile come tempio tardo-repubblicano, e quindi connesso all'impianto della colonia graccana all'angolo dell'area forense, tracce del probabile Capitolium ed infine il ben noto tempio della Salus Augusta, ai quali, significativamente, grazie ad indagini recenti, si può presumere di poter aggiungere un quarto edificio sacro che si può individuare in una struttura rinvenuta nella cavea del teatro della città. Il conciliabulum Già da tempo è noto che l'angolo ai limiti sud-ovest dell'area che all'atto della fondazione e definizione urbana sarà destinata a funzioni forensi (A in fig. 1) fosse stato nella prima fase di vita dell'insediamento occupato da un complesso artigianale 3. Gli scavi più recenti, riavviati nel 2017 ed i cui risultati sono in corso di elaborazione ai fini della prossima pubblicazione, hanno consentito di appurare come l'area principale del complesso fosse occupata da tre fornaci di cui due (A e B) affiancate con direzione NS (fig. 2) ed una terza (C), connessa ad una precedente fase di vita del complesso, con direzione EO,. In una terza fase nell'area venne aggiunta una forgia. Il complesso era dedicato alla produzione di anfore e di ceramica d'uso domestico, con confronti morfologici che rimandano ad area tirrenica, oltre che, ma solo appunto nella sua fase finale, alla lavorazione dei metalli. Le sue fasi di vita sembrano collocabili cronologicamente nel corso della prima metà del II sec. a.C. dopo la quale

Culto dei Santi e villaggi di nuova fondazione nella Sardegna barocca

Theologica & Historica, XXIV, 2015

This paper explores the political use of the cult of the saints in 17th and 18th century Sardinia. The article analyses the role played by the processions in honour of St. Sophia of Parte Montis and St. Anthony of Santadi in preventing the project put in place by the Marquis of Quirra to repopulate the terralbese plain, through the establishment of new villages of foreign colonists. As the paper will attempt to show, the cult of those local saints was far more than a mere manifestation of “popular” devotion. It was an effective instrument available to the peasant elites of Parte Montis and Montangia, who used it in defence of their jurisdictional prerogatives and to legitimate their social and political rise.