L'importanza della traduzione nei paesi periferici: l'Argentina di Borges (original) (raw)

Borges e la traduzione

recensione al volume di Sergio Waisman "Borges e la traduzione. L’irriverenza della periferia"

Rassegna iberistica Prime traduzioni di Borges in Italia: 1927-1937

The article identifies the first stages of Borges reception in Italy on the basis of some translations and scattered critical interventions that have been neglected by previous criticism. Attention is devoted to the years between 1927 and 1937, a period when three different translators published Italian versions of four Borges's poems. These one attest the Italian focus on Borges' avant-garde poetry as an important representative of innovation in Argentine literature. They are at the same time the oldest translations of Borges' texts in Europe, all prior to the French translation made by Néstor Ibarra in 1939. The analysis of this material reveals some aspects that allow us to connect these texts to the same cultural context, in which are particularly important (personal and cultural) relationships within the Italian-Argentine community.

Volgarizzare e trasporre. Una postilla al lessico della traduzione

Critica del testo XVII / 2, 2014 viella Critica del testo, XVII / 2, 2014 Luca Morlino Volgarizzare e trasporre. Una postilla al lessico della traduzione Questa nota integra il fondamentale contributo di Gianfranco Folena sul lessico della traduzione con alcuni esempi italiani medievali e moderni del verbo trasporre riconducibili a questo campo semantico.

Cattaneo, Angelo (2022). Tradurre il mondo. Le missioni, il portoghese e nuovi spazi di lingue connesse nella prima età moderna. Roma: Bulzoni Editore, 2022 (ISBN: 978-88-6897-292-9)

Roma: Bulzoni Editore, 2022

'TRANSLATING THE WORLD. Missions, the Portuguese Language and New Spaces of Connected Languages in Early Modernity' focuses on the heterogeneous missionary contexts associated with the Portuguese Empire, from Brazil, to sub-Saharan Africa, India, Tonkin, China and Japan. In these areas, between about 1540 and 1650, the Portuguese language, generally interpreted as 'companheira do Império' (companion of the Empire) was used by Catholic missionaries, especially Jesuits, and their local interlocutors, as a contact and translation idiom for numerous languages then unknown in Europe. These included Tamil and Malayalam (Dravidian languages); Konkani, Marathi, and Bengali (Indo-Aryan languages); Chinese, Japanese, and Vietnamese; the Tupi and Tupi-Guarani languages; and Kimbundu and Kikongo (Bantu languages), among others. These early modern linguistic and cultural translations have been neglected outside the field of missionary linguistics. Instead, this volume highlights their extraordinary documentary potential for early modern cultural history beyond linguistics and mission history. The implications of this shift in perspective are relevant in three main areas: first, in the perspective of the complex relationships between empires, religious proselytism and linguistic practices, from a global perspective; second, in reference to the periodization of connected histories as a form and moment of contact between previously disconnected peoples, languages and cultures; and finally, on the formation, in the early modern age, of a new way of thinking and experiencing spatiality that explicitly included the space of languages, in continuity and overlap with the commercial, political and religious spaces created in the global contexts of European expansion. 'TRADURRE IL MONDO' si concentra sugli eterogenei contesti missionari legati all’Impero portoghese, dal Brasile, all’Africa subsahariana, all’India, al Tonchino, alla Cina e al Giappone. In questi ambiti, tra il 1540 e il 1650 circa, la lingua portoghese, generalmente interpretata come ‘companheira do Império’, è stata utilizzata dai missionari cattolici, soprattutto gesuiti, e dai loro interlocutori locali, come idioma di contatto e traduzione per numerose lingue allora sconosciute in Europa. Tra queste, il tamil e il malayalam (lingue dravidiche); il konkani, il marathi e il bengalese (lingue indoarie); il cinese, il giapponese e il vietnamita; le lingue tupi e tupi-guaranì; il kimbundu e il kikongo (lingue bantù). Queste traduzioni linguistiche e culturali della prima età moderna sono state trascurate al di fuori del campo della linguistica missionaria. Questo volume evidenzia invece il loro straordinario potenziale documentario per la storia culturale dell’età moderna, al di là della linguistica e della storia delle missioni. Le implicazioni di questo spostamento di prospettiva sono rilevanti in tre ambiti principali: in primis, nell’ottica delle complesse relazioni tra imperi, proselitismo religioso e pratiche linguistiche, da una prospettiva globale; in secondo luogo, in riferimento alla periodizzazione delle storie connesse, come forma e momento di contatto tra popoli, lingue e culture precedentemente sconnesse; infine, sulla formazione, nella prima età moderna, di un nuovo modo di pensare ed esperire la spazialità che includeva esplicitamente lo spazio delle lingue, in continuità e sovrapposizione con gli spazi commerciali, politici e religiosi creatisi nei contesti globali dell’espansione europea.

La letteratura italiana tradotta in Argentina

I. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale, vale a dire quello di delimitare una cartografia che faciliti la sua organizzazione, comporta il registro dei momenti più fecondi e l'interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale. Visto il carattere versatile che la traduzione di opere letterarie ha in questo paese, è questo -senza dubbio-un obiettivo difficile da raggiungere, per cui si prevedono tappe di indagine successive nelle quali potranno includersi, oltre ai registri quantitativi, le valutazioni particolari delle opere tradotte, le quali sono considerevolmente aumentate nella seconda metà del Novecento, e lo studio degli specifici contesti di produzione. Ciononostante, e a prescindere dalla magnitudine dell'oggetto, è fattibile in quest'occasione definire inquadrature e segnare cronologie possibili.

L'altrove della traduzione.

Il passaggio da una lingua a un'altra è traslazione più che traduzione, trasporto più che introduzione. (A. Bensoussan) La traduzione può svolgere un ruolo d'innovazione, arricchendo la lingua del paese d'arrivo. (M. C. Batalha) Ciascuna traduttrice, ciascun traduttore assume nei confronti dei testi, autori, società e ideologie dominanti con e in cui lavora posizioni variabili, mobili e continuamente negoziabili. (M. Baker) Voglio intraprendere una pratica della traduzione speculativa, provvisoria e interventista. (T. Niranjana) La traduzione densa potrà spinger[ci] ad andare oltre e a intraprendere il più difficile compito di giungere a una forma di rispetto per l'altro. (K.A. Appiah) La scrittura come traduzione da un metatesto culturale, che non è un testo originale, quanto piuttosto un originale immaginario. (P. Bandia) Nell'era degli attacchi informatici, futuro teatro di guerra, futura zona traduttiva sarà il terreno elettronico. (E. Apter) L'importanza di divenire traduttori perpetui per porci a leggere un mondo plurilingue. (S. Mehrez) Traduco, dunque sono. (J. Lahiri)