"Ai margini dei giganti. La vita intellettuale dei romani nel Trecento", Roma, Viella, 2016 (original) (raw)

Ronald G Witt, L’eccezione italiana. L’intellettuale laico nel Medioevo e l’origine del Rinascimento (800-1300), Roma, Viella 2017

Il libro indaga l’elemento distintivo e caratterizzante della vita culturale italiana: la nascita della prima classe intellettuale laica dell’intera Europa e il fondamentale ruolo che i laici esercitarono sulla cultura. Coprendo un arco di tempo di oltre quattro secoli e mezzo, dalla conquista carolingia al Duecento, lo studio offre la prima analisi esaustiva degli scritti in latino prodotti nel regno d’Italia. Esaminando i testi religiosi, letterari e giuridici, ma non solo, Ronald G. Witt mostra come i cambiamenti presenti in questi testi siano il risultato dell’interazione del pensiero con le tendenze economiche, politiche e religiose della società italiana, nonché con le influenze intellettuali provenienti dall’estero. Il punto di arrivo della ricerca è costituito dall’insorgere dell’Umanesimo nell’Italia settentrionale: proprio il precoce sviluppo di una classe intellettuale laica e la sua partecipazione alla cultura latina incoraggiarono infatti la nascita di quel movimento culturale che, da ultimo, avrebbe rivoluzionato l’intera Europa.

I segni della fine. Storia di un predicatore nell’Italia del Rinascimento, Roma, Viella, 2021

Il 18 dicembre 1513, dal pulpito di Santa Croce, il predicatore Francesco da Montepulciano profetizzò una serie di sciagure che avrebbero colpito Firenze. L’episodio impressionò i contemporanei, afflitti da guerre e epidemie, ma è stato ridotto dalla critica a un’eco delle idee di Girolamo Savonarola. Grazie a una ricerca di prima mano su documenti e manoscritti, Michele Lodone mostra il peso di una tradizione diversa, e il rifiorire di attese apocalittiche coltivate per secoli ai margini dell’ordine francescano. Le varie emozioni di chi ascoltò la predica (paura, preoccupazione, scetticismo), consentono all’autore di illuminare in modo originale la parzialità e soggettività di ogni testimonianza. Seguendo le tracce di Francesco attraverso fonti disparate, il libro mostra l’evoluzione di un uomo che, prima di trasformarsi in profeta, era stato eremita e predicatore di pace, e aveva tentato, alla vigilia della Riforma che divise il mondo cristiano, di riformare almeno se stesso e i propri compagni.

rec. a "Ai margini della Commedia. Il Dante Vallicelliano. Atti del Convegno Internazionale di Studi, Roma, Biblioteca Vallicelliana, 23 settembre 2021", a cura di Paola Paesano – Gianni Pittiglio, Roma, Viella, 2023

«L'almanacco bibliografico», 70, giugno 2024, pp. 4-5

Andrea Gamberini, Inferni medievali. Dipingere il mondo dei morti per orientare la società dei vivi, Roma, Viella 2021

Come ben sapevano i predicatori medievali, delle due grandi leve del comportamento umano – la paura del castigo e la speranza del premio – la più efficace era la prima. Di qui, allora, lo sviluppo di immagini dell’Inferno che fra Tre e Quattrocento sono sempre più complesse e crude, così da turbare gli animi e smuovere le coscienze. Ma in che direzione? E a quale scopo? La domanda è assai meno scontata di quanto non possa apparire. Dal momento, infatti, che gli exempla negativi avevano senso solo in funzione di quelli positivi, il grande teatro dei reprobi si prestava anche ad una lettura al contrario, in cui le figure dei peccatori, lungi dal costituire solo un terribile ammonimento, indirizzavano il fedele verso atteggiamenti speculari e opposti a quelli puniti. La critica si faceva insomma proposta, complici le scelte iconografiche di artisti e committenti (comunità, privati, confraternite, ordini religiosi, ecc.), che attraverso il tema dell’Inferno potevano esprimere i propri ideali di convivenza civile.

- «Scrivere le cose d’Italia». Storici e storie d’Italia tra umanesimo e controriforma, Roma, Sapienza Università Editrice, 2020

2020

Questo libro si occupa di storie d'Italia nel Cinquecento. L'interesse per tale tema è scaturito dal constatare che, dopo la fine della guerra fredda, alcune categorie storiografiche sono apparse sempre meno adeguate e soddisfacenti per comprendere un quadro politico e sociale in profondo cambiamento. In particolare, è entrata in crisi-una crisi che allora si consolidò ma era iniziata ben prima dell'89-l'idea di Stato-nazione, quella ereditata dall'Ottocento, che nel suo sviluppo nazionalista aveva originato due conflitti mondiali e ridotto il vecchio continente in macerie. Sul piano politico, il processo di costruzione europea ha ricevuto un nuovo impulso dal crollo del muro di Berlino e con esso anche la promozione di un'idea e di un'identità europea che, con il suo bagaglio comune di valori e di radici storiche e culturali, andasse oltre le singole sovranità nazionali 1. Sul piano economico, l'affermazione di una dimensione mondiale degli scambi commerciali e finanziari e dei modelli di produzione e di consumo, ha progressivamente abbattuto le barriere tra le nazioni a loro volta connesse, e condizionate, nell'esercizio della sovranità da organismi e fattori transnazionali. Entrambi questi fenomeni hanno progressivamente portato alla marginalizzazione, anche negli studi storici, della dimensione nazionale, ed enfatizzato, da una parte, le pratiche e le strutture sovranazionali o comunque un approccio a temi e questioni su scala globale 2 , dall'altra, le identità regionali e 1

Carlo De Maria, Una famiglia anarchica. La vita dei Berneri tra affetti, impegno ed esilio nell’Europa del Novecento, Viella, Roma 2019

A partire dalla vicenda umana e politica di Camillo Berneri, il più importante intellettuale anarchico italiano del XX secolo, questo lavoro intende allargare lo sguardo alle protagoniste femminili, Giovanna Caleffi e Maria Luisa Berneri, di una family biography che si intreccia in modo profondo con le passioni e le ombre che percorrono l’Europa nel Novecento: dalla Prima guerra mondiale all’avvento del fascismo, dall’esilio in Francia alla guerra di Spagna, dall’avanzata dell’esercito tedesco su Parigi all’esperienza della deportazione nei campi di concentramento tedeschi, fino al difficile ritorno in Italia e alla faticosa difesa di posizioni indipendenti e anticonformiste negli anni della guerra fredda. A emergere sono i network transnazionali di una sinistra eretica impegnata nella critica dei totalitarismi e i frammenti di una riflessione politica di “frontiera” sui temi dell’autonomia, del federalismo e dell’educazione alla libertà.

Vincenzo Frustaci, Il secolo lungo di Carlo Muscetta. Le carte, le lettere e i libri, Roma, Viella 2016

Carlo Muscetta (1912-2004), critico letterario e organizzatore culturale, editore e accademico, partigiano e politico sui generis della sinistra italiana, maestro di diverse generazioni di studiosi e intellettuali, è stato uno straordinario testimone del XX secolo, che ha attraversato quasi nella sua totale interezza coi suoi drammi, le sue speranze, i suoi ideali. Con questa pubblicazione si vuole dare notizia delle carte del suo archivio personale, che egli ha voluto donare all’inizio di questo millennio alla città capitale e al suo Archivio storico, nonché dare fondamento alla ripresa degli studi su una figura così importante della storia recente di questo nostro paese a oltre dieci anni dalla morte. In aggiunta alle carte vengono pubblicate una nuova edizione della bibliografia degli scritti, rivista e aggiornata, e una appendice fotografica.

Giovanni da Legnano. Un intellettuale nell'Europa del Trecento, Bologna, Bononia University Press, 2018

Figura fondamentale nella storia bolognese del Trecento, Giovanni da Legnano fu uno dei massimi giuristi dell'epoca, molto apprezzato presso le corti europee e, soprattutto, presso la curia pontifica. Il volume si propone di indagare l'importanza di questo autore, il suo impegno politico e la diffusione "internazionale" delle sue opere, con una attenzione particolare per il ruolo giocato da alcuni suoi trattati nella fase cruciale dell'insorgere del grande scisma d'Occidente (1378-1380). Altro aspetto importante e del tutto originale che viene indagato nell'opera è il ruolo di Giovanni da Legnano come docente di diritto canonico presso lo Studium di Bologna: la ricostruzione delle carriere ecclesiastiche e civili dei suoi allievi dimostra l'esistenza di una vera e propria scuola e la sola presenza del Legnano appare capace di richiamare a Bologna studenti da ogni parte d'Europa.

Michele Lodone, I segni della fine. Storia di un predicatore nell’Italia del Rinascimento, Roma, Viella 2021

Il 18 dicembre 1513, dal pulpito di Santa Croce, il predicatore Francesco da Montepulciano profetizzò una serie di sciagure che avrebbero colpito Firenze. L’episodio impressionò i contemporanei, afflitti da guerre ed epidemie, ma è stato ridotto dalla critica a un’eco delle idee di Girolamo Savonarola. Grazie a una ricerca di prima mano su documenti e manoscritti, Michele Lodone mostra il peso di una tradizione diversa, e il rifiorire di attese apocalittiche coltivate per secoli ai margini dell’ordine francescano. Le varie emozioni di chi ascoltò la predica (paura, preoccupazione, scetticismo) consentono all’autore di illuminare in modo originale la parzialità e soggettività di ogni testimonianza. Seguendo le tracce di Francesco attraverso fonti disparate, il libro mostra l’evoluzione di un uomo che, prima di trasformarsi in profeta, era stato eremita e predicatore di pace, e aveva tentato, alla vigilia della Riforma che divise il mondo cristiano, di riformare almeno se stesso e i propri compagni.