Kalevala - Glossario dei Nomi, dalla M alla V (original) (raw)

Etimologie per il TLIO (V) – 2021

In antico il nome camangiare serviva a riferirsi, come spiega bene la Crusca, a «ogni erba buona a mangiare, o cruda o cotta» (alla p. 145 della prima impressione del Vocabolario, 1612); valeva insomma 'verdura', ancora non toccato da quella dilatazione del significato che viene riconosciuta anch'essa dalla Crusca: «Oggi noi pigliam camangiare più largamente, per ciascheduna vivanda, che anche diciam companatico». Le definizioni si possono confrontare, per esempio, con questo brano di Zucchero Bencivenni: «e conviene che ll'uomo usi cose che sieno molli, sì come brodetto di polastri, uova molli, del c a m a n g i a r e sì come atrebici, borana, bietole e altre cose somiglianti» (esempio del TLIO, attinto da Rossella Baldini, Zucchero Bencivenni, «La santà del corpo» [...], «Studi di lessicografia italiana», XV, 1998, pp. 21-300, a p. 99); e con la rubrica Frutte e camangiare della fiorentina Gabella delle porti (in Domenico De Robertis, Una proposta per Burchiello, «Rinascimento», s. II, VIII, 1968, pp. 3-119, a p. 70; da notare, ivi, la nota 1: «Miniatura nel quadrante alto sinistro del testo (un'erbaiuola-anche carina-al banco)»). Oltre che, in abbondanza, dalla Toscana le attestazioni provengono dalla Romagna e dall'Umbria (i dati essenziali sono alla p. 139 del Glossario diplomatico toscano di Pär Larson, Firenze, Accademia della Crusca, 1995, che tiene conto anche dei derivati e delle forme latinizzate). L'etimo della parola, a dispetto della netta chiarezza di un suo componente, è ritenuto oscuro, anche perché il quadro pare confuso dall'onomastica personale, che registra un tipo Calmangiare a partire dal 1088 (in una carta lucchese, dopo di che in più carte pisane; vedi il citato Glossario del Larson). Di fronte al tipo, infatti, Arrigo Castellani commentava come segue: «Questa forma con cal-, attestata fin dal 1088, mi sembra escludere sia l'etimologia capo-mangiare del Ménage (accettata dal Diez [Et. Wörterb. d. rom. Spr.] e, con riserve, dal Meyer-Lübke [Rom. et. Wörterb.] e dal Migliorini [Migliorini-Duro, Pront. et. it.]) sia l'etimologia com-mangiare proposta nel Diz. et. it. del Battisti e dell'Alessio» (Antroponimia medievale e storia della lingua italiana [1962-1963], in Saggi di linguistica e filologia italiana e romanza (1946-1976), Roma, Salerno Ed., 1980, vol. I, pp. 457-64, alle pp. 462-63). Va anche rilevato che l'etimologia del DEI si fondava, con cautela, sul significato secondario: «forse da un anteriore *co(m)mangiare ciò che si mangia insieme (al pane), cfr. calabr. cumpani». Nonostante tutto, però, questa seconda spiegazione è la più verosimile (così pare anche a Ralf Cornelissen, Lateinisch COM-als Verbalpräfix in den romanischen Sprachen, Bonn, Romanisches Seminar der Universtität Bonn, 1972, p. 86) e conviene perciò tentare di affinarla.

Scicli: onomastica e toponomastica - Prefazione: Il Mosaico dei Nomi

Scicli: onomastica e toponomastica, 2017

La Prefazione di Giuseppe Pitrolo al volume "Scicli: onomastica e toponomastica" di Salvo Micciché (Il Giornale di Scicli - Biancavela), 2017. Sinossi: A 26 anni di distanza da Onomastica di Scicli (Il Giornale di Scicli, 1991), Salvo Micciché propone un nuovo studio sull’etimologia e la storia dei cognomi e dei luoghi di Scicli (Xicli) che comprende le 550 voci onomastiche del precedente libro (ora sono 1100 i cognomi trattati) e aggiunge oltre 200 toponimi, con note storiche, archeologiche, araldiche, etimologiche e semantiche. Un apparato testuale di 600 note, una bibliografia ampliata e un indice analitico aiutano il Lettore a portare avanti la ricerca. Un prezioso Stemmario con 138 armi araldiche di Scicli impreziosisce l’opera (altri 150 blasoni sono descritti nel testo). Nel libro sono inseriti contributi di Stefania Fornaro, Ignazio La China, Elio Militello, Pietro Militello, Paolo Militello, Giuseppe Nativo, Paolo Nifosì, Giuseppe Pitrolo.

Sciascia e i nomi dell’Alfabeto pirandelliano

«il Nome nel testo», XX, Edizioni ETS, Pisa, 2018, 2018

This paper is intended as a analysis of onomastics in Leonardo Sciascia’s Alfabeto Pirandelliano (1989). Sciascia identifies 33 lemmas through which he «narrates» various biographical, stylistic, aesthetic, linguistic elements of the literary work of Luigi Pirandello. The author of Racalmuto highlights key names (for example: Sicilia, Pascal, Abba, Landi) and from them weaves the descriptive or argumentative fabric of his narrative.

Indice dei nomi, a cura di Silvia Finazzi, pp. 411-421

De divinatione 280 De inventione 267 De natura deorum 369, 371, 377 De officiis 92, 125, 377 De oratore 375 De re publica 377 De senectute 272, 273 Pro Archia 272, 378 Pro Cluentio 160, 389 Somnium Scipionis (De re publica, vi) 392 Tusculanae disputationes 91, 131, 380 ps.-Cicerone Invectiva in Sallustium 371 Rhetorica ad Herennium De sui ipsius et multorum ignorantia 369 De viris illustribus 85 De vita solitaria 91, 226 Epistole miscellanee 356, 365