La chiesa di S. Giovanni a mare a Gaeta: osservazioni sui caratteri architettonici, al Convegno internazionale "Gaeta medievale e la sua Cattedrale" (Gaeta, 11-13 marzo 2016). (original) (raw)

G. BORDI, I dipinti murali in palinsesto della chiesa di Santa Lucia a Gaeta, in Gaeta medievale e la sua cattedrale, Convegno internazionale di studi (Gaeta, Palazzo De Vio, 11-13 marzo 2016), a cura di M. D’Onofrio e M. Gianandrea, Roma, Campisano editore, 2018, pp. 145-156.

2018

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La cattedrale di San Giovanni Battista costruita dal Santo Vescovo Callisto, in Città Viva, Pro Todi Editrice, anno XXXII (2015), n. 4, pp. 28-30.

Tra le tradizioni riguardanti l'antica esistenza di una chiesa cattedrale di Todi diversa da quella attuale, particolare diffusione ha quella relativa ad un edificio consacrato a San Giovanni Battista che sarebbe stato costruito nei pressi del foro della città da un vescovo di nome Callisto, il quale dopo aver subito il martirio sarebbe stato accolto tra i Santi Patroni della città accanto a Fortunato, Cassiano, Degna e Romana. In molti hanno provato a collocare nello spazio questo edificio proponendo diverse soluzioni e diverse identificazioni, nessuna delle quali, a mio giudizio, accettabile. Per rispondere alla domanda se sia mai esistita una chiesa di San Giovanni Battista e se essa abbia assolto alla funzione di Cattedrale credo sia fondamentale gettare luce sulla figura del suo presunto costruttore. Cosa sappiamo davvero sullo sfuggente personaggio del Vescovo Callisto? Le due questioni sono strettamente correlate e non possono essere affrontate se-paratamente come sino ad ora è stato fatto. La semplice analisi dei dati editi da questo nuovo punto di vista è sufficiente a risolvere buona parte degli interrogativi e ad aprire nuove interessanti prospettive. Come è stato notato da Getulio Ceci, non c'è traccia del culto di San Callisto prima del 1297; eppure per questo periodo i documenti non mancano. Nel 1192 Papa Celestino III riformava la comunità monastica camaldolese residente nel monastero tuderte la cui chiesa era dedicata soltanto a Cassiano e Fortunato. Nel 1198 il Pontefice Innocenzo III dedicava nella chiesa numerosi altari a Cassiano, Fortunato e altri santi, ma non a Callisto. Una bolla di Alessandro IV del 1257 concedeva un'indulgenza alla chiesa dove erano conservati i corpi dei soli Cassiano e Fortunato. Lo Statuto Comunale del 1275 ricorda festività locali in onore di molti santi ma non di Callisto. Una bolla di Nicolò IV del 1290, infine, conce-deva un'ulteriore indulgenza alla chiesa senza menzionare minimamente Callisto. Un'ulteriore conferma archeologica della dedica della chiesa primitiva ai soli Fortunato e Cassiano è data dalla lastra marmorea con le immagini dei due Santi e del Cristo benedicente databile tra la fine del XI e il XII sec., rinvenuta durante i lavori di restauro del convento e oggi conservata presso il Museo Comunale. Una prima dubbia menzione del Santo è presente nel resoconto, rogato nel 1296 dai notai Riccardo di Todino e Arletto di Ranaldo, relativo al rinvenimento dei Corpi Santi avvenuto durante la demolizione dell'antica chiesa in occasione dell'inizio dei lavori di costruzione dell'attuale tempio. Il nuovo edificio era voluto dai frati Minori Francescani che dal 1254 si erano insediati nel convento sostituendosi ai Vallombrosani che a loro volta dal 1234 erano succeduti ai Camaldolesi. Purtroppo conosciamo questo testo soltanto nella versione alterata tramandata da un manoscritto del matematico ed erudito G.B. Guazzaroni, vissuto a cavallo dei secoli XVI e XVII. Mentre il ritrovamento dei corpi di Cassiano e Fortunato è descritto nei minimi dettagli, si allude soltanto in maniera vaga a quello di Callisto. La perdita del testo originale non consente di stabilirlo con certezza, ma è plausibile che si tratti di un'aggiunta realizzata in un momento successivo in cui il culto congiunto delle tre figure era ormai una realtà consolidata, per colmare quella che dovette sembrare una dimenticanza. In particolare la notizia, a cui è stata data molta importanza, dell'esistenza nella chiesa di un antico dipinto raffigurante Cassiano al centro e Fortunato e Callisto ai lati, oggi sembra meno credibile a seguito del rinvenimento della citata lastra marmorea. Per trovare la prima sicura menzione del Santo bisogna arrivare al 5 marzo

CASTIGLIA G., ZONI F. 2019 “La chiesa di San Giusto alla Caipira a Marlia (LU): nuove acquisizioni e riflessioni su un monumento dell’alto Medioevo toscano”, in “Archeologia dell’Architettura”, 23 (2018), pp. 109-130.

Il presente articolo analizza nel dettaglio la chiesa di San Giusto alla Caipira, in provincia di Lucca, un monumento chiave per la compren- sione dell’evoluzione delle tecniche edilizie altomedievali e dei secoli centrali nel territorio toscano. L’edi cio, infatti, rappresenta uno dei pochi palinsesti architettonici di lunga durata ancora superstiti in elevato: attestato nelle fonti per la prima volta nel 987, esso godette di almeno tre grandi fasi costruttive, che videro anche la comparsa dell’opus quadratum in fasi precoci rispetto a quelle note nella maggior parte del territorio toscano e non. Questo studio presenta inoltre, per la prima volta in assoluto, un rilievo dettagliato della chiesa di San Giusto – sia delle parti esterne che di quelle interne – nonché un ac- curato inquadramento storico-topogra co del monumento, aspetti che consentono di metterlo in dialogo con problematiche storiogra che di ampio respiro.