NUOVE MODALITA’ DI CONFIGURAZIONE IDENTITARIA NELLO SPAZIO GEOPOETICO DEL SUD.pdf (original) (raw)
Sebbene già da qualche anno il pensiero debole del postmoderno abbia perso la sua efficacia nell'orientare il presente, è indubbio che nel suo set ancora ci muoviamo e ambientiamo le nostre storie. Luogo di vuoti simulacri, oggi simulacro esso stesso, lo spazio postmoderno reca traccia, al suo interno, di molte delle importanti trasformazioni antropologiche in questi decenni ha prodotto. Tra di esse, interessanti derive letterarie possono offrire le nuova modalità di costruzione dell'identità territoriale. Se da un lato, infatti, la personalità del soggetto postmoderno tende ad assumere i tratti peculiari dell'epoca -flessibilità, disponibilità, relativismo, anomia, eterarchia, etc.-così riproducendo il passaggio epocale dallo spazio isotopico allo spazio isotropico-dall'altro, la trasformazione dello spazio [space] in territorio e in spazio vissuto 1 denuncia le sostanziali modificazioni o lo smantellamento dei tradizionali criteri di costruzione delle identità territoriali. La questione presenta ricche e contraddittorie articolazioni allorché la si vada a verificare entro gli spazi finzionali e/o reali -oggi, d'altronde, sempre più inclini a confondersi e sovrapporsi-del Sud d'Italia. La difficoltà nel de-finire le disomogenee realtà del Sud ha antiche origini, è vero: in quanto spazio della geostoria 2 o risultato geo-politico dell'avvenimento storico, il Sud d'Italia presenta una natura marcatamente ibrida, sia per le note ragioni storiche, appunto, sia per l'ambigua collocazione geografica: all'interno del bacino del Mediterraneo, ma con affaccio sull'Adriatico, più vicina all'Africa e che al Nord d'Italia. Così, a partire dall'iscrizione entro tali coordinate storico-geografiche, si son fatte discendere le più disparate teorie, non tutte fondate e plausibili. Mantenendoci nell'ambito letterario, può esser utile ricordare almeno la posizione di Ignazio Silone 3 , che interpretava il Sud non tanto come «nozione geografica» quanto come categoria «storica e sociale, in antagonismo con Nord», aprendo così la strada al successivo inserimento del Meridione d'Italia nella più tarda e vasta mappatura che include tutti i Sud del mondo; proposta analoga, d'altronde, a quella, altrettanto ben attestata, che oppone tutto ciò che è economicamente, socialmente, culturalmente periferico rispetto a un centro in grado di proporre/imporre i canoni per l'inclusione. Avvicinandoci rapidamente agli anni Novanta, un'altra dibattutissima lettura del Sud d'Italia è quella offerta da Franco Cassano ne Il pensiero meridiano, che colloca il Meridione entro gli originari confini culturali del bacino del Mediterraneo, mentre, all'incirca negli stessi anni, Goffredo Fofi offre una silloge di giovani scrittori 4 del Sud quale exemplum della «vocazione» meridionale che faceva poi coincidere con la