Il Progetto ITHACA e le Faglie Capaci della Pianura Padana (original) (raw)
L’uso del termine “faglia capace” è da preferire al più generico “faglia attiva” nei casi di faglie in grado di dislocare e/o deformare la superficie topografica, in occasione di eventi sismici di magnitudo, in genere, medio-elevata. La capacità di tali faglie di dislocare i terreni di fondazione, con rigetti decimetrici o addirittura metrici, può determinare un impatto severo sulle infrastrutture e sul tessuto industriale e urbano (in particolare su impianti a rischio di incidente rilevante, oleodotti, gasdotti, ecc.), e costituisce perciò un criterio di esclusione di siti ad alto rischio, quali centrali nucleari, rigassificatori, depositi di stoccaggio di materiale radioattivo (vedi guide tecniche IAEA). La dettagliata caratterizzazione delle faglie capaci sul territorio italiano è l’obbiettivo del progetto ITHACA (ITaly HAzard from CApable faults), in corso di sviluppo da oltre 10 anni. Attualmente il relativo catalogo, gestito ed aggiornato dal Servizio Geologico d’Italia – ISPRA, contiene dati riguardanti circa 1500 faglie, tra i quali geometria, cinematica, età dell’ultima attivazione accertata, rigetto atteso, inclusa anche una valutazione dell’affidabilità dei dati stessi, derivati in gran parte dalla letteratura scientifica più recente e da studi specifici. Nel catalogo sono riportate, oltre alle faglie capaci accertate, anche strutture tettoniche pleistoceniche, talvolta sepolte (come nel caso della Pianura Padano-Veneta), comunque sospettate di poter indurre deformazione in superficie. L’esecuzione di precise indagini ad hoc è l’unico strumento per cercare di colmare le obbiettive lacune conoscitive relative alla effettiva capacità di tali strutture. Come ha dimostrato, ad esempio, il terremoto di L’Aquila del 2009, anche un rigetto cosismico di un decimetro può contribuire ad aumentare sensibilmente il danneggiamento. Pertanto il rischio nel territorio padano risulta tutt’altro che trascurabile e destinato ad aumentare, a causa dell’elevata antropizzazione in continua espansione. In un’ottica di riduzione del rischio, si propone quindi di introdurre, nella pianificazione territoriale, specifiche norme finalizzate a regolamentare l’espansione urbana e, soprattutto, la costruzione di impianti a rischio di incidente rilevante in aree attraversate da faglie capaci.