GLI OSSERVATORI DEL PAESAGGIO TRA ISTITUZIONALIZZAZIONE E AZIONE DAL BASSO (original) (raw)
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LA PARADOSSALE " SFIDUCIA " DEGLI ITALIANI NELLE ISTITUZIONI 1
Ma gli italiani si fidano o non si fidano delle istituzioni? Uffici pubblici, giudici, politici, amministratori, ospedali, e via discorrendo. Ufficialmente e proclamatamente non se ne fidano, ma di fatto se ne fidano e le “usano”; ed anzi se ne fidano in quanto non se ne fidano, e non se ne fidano in quanto sanno di poterle usare e come, quando, e di chi fidarsi. Danno a se stessi attivamente la prova provata che istituzioni e funzionari sono inaffidabili sulle regole ufficiali ed i diritti ma ben affidabili su interessi privati e favori. La tesi che si sostiene è che la sfiducia degli italiani nelle istituzioni è molto diffusa e ad arte propagata, e pure fondata, ma è anche davvero di comodo, e per questo molto coltivata e attivamente e praticamente costruita. Dunque, il discredito delle istituzioni (e il loro pessimo funzionamento e corruzione) e la sfiducia negli altri (e le diffuse cattive condotte) sono analizzati come fondamento di pratiche illegali ed immorali che a loro volta fondano materialmente lo sfascio istituzionale e dell’ordine sociale. Vi è un circolo vizioso sistematico e funzionale (riproduttivo, auto-alimentantesi) tra sfiducia e cattive istituzioni: non solo le seconde fondano la prima ma anche vice versa, in modo diretto e indiretto, in quanto la sfiducia spinge a, fonda e giustifica cattive pratiche che inquinano le istituzioni e la cooperazione sociale. La sfiducia nelle istituzioni non è solo una “profezia auto-avverantesi” ma è funzionale alla sua riproduzione come fondamento del fare i propri comodi (familismo amorale, favoritismi, clientelismi, corruzioni, logge, “conoscenze”).
PASTORALISMO TRA AZIONE E CONOSCENZA. IL PROGETTO PROPAST IN PIEMONTE
SISTEMI AGRO-ZOOTECNICI BIOLOGICI ED ECO-COMPATIBILI IN AMBIENTE MONTANO, 2012
Pastoralism in Piedmont: between knowledge and action - The paper illustrates the case of the ProPast project. It includes a set of actions in support of the pastoral systems of the Cuneo and Turin provinces facing the challenge of wolf predation. The project is a case study of application to rangeland studies of the research-action approach. This approach is justified in the light of the social weakness of the social actor involved in comparison with a widespread support in favour of wolves reintroduction. Data on predation are provided as well as results of the qualitative analyzes aimed at identifying the many issues of the economic and socio-psychological constraints on rangeland systems. In order to promote a better public attitude towards pastoralism, communication actions were undertaken and some results are provided
OSSERVATORIO DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI COSTITUZIONALISTI
OSSERVATORIO gennaio 2014 Il precariato scolastico tra Giudici nazionali e Corte di Giustizia: osservazioni sul primo rinvio pregiudiziale della Corte costituzionale italiana nell'ambito di un giudizio di legittimità in via incidentale di Maria Pia Iadicicco -Ricercatore in Istituzioni di diritto pubblico presso la Seconda Università di Napoli SOMMARIO: 1. I molteplici motivi di rilievo dell'ordinanza n. 207 del 2013. 2. La pregiudiziale comunitaria nei giudizi di costituzionalità in via incidentale: continuo e discontinuo nella giurisprudenza costituzionale. 3. Dissensi tra giurisdizioni nazionali e collaborazione giudiziaria tramite il rinvio pregiudiziale
IL MONDO LOCALE: L’ESPERIENZA DELL’OSSERVATORE FRA FISICA RELATIVISTICA E NEUROSCIENZE
Thaumazein, 2022
In this paper, I have defended a transcendental interpretation of the concept of «world» in relativity theory. I have shown that despite the objectification implied by the unification of space and time (section one), subjective conditions are still relevant for the construction of spacetime. Therefore, I have tackled Weyl’s and Eddington’s interpretations of relativity in the second section. Weyl, influenced by Husserl, endorsed the vision that local reality is built via the temporal form of consciousness. Although with less famous philosophical references, Eddington peculiarly sided with idealistic trends. He defined the physical world as the description of events or objects from the standpoint of no one in particular. Therefore, world-geometry, that is, spacetime diagrams and the geometry adopted in relativity, is conceived regardless of its actualizations. However, it turned out that the mind imposes its demands (such as permanence or contiguity) on the physical world and that measurements set up particular conditions. Finally, I have tried to revise these statements in light of the contemporary debate in the philosophy of physics and neuroscience. I have shown that the world, conceived of as local reality, should be studied by combining assumptions on the nature of the mind or brain with the physical properties of signals.
PERCEZIONI SOTTILI DEL PAESAGGIO: L'ARCHITETTURA COME IMPALCATURA PER VIVERE IL PAESAGGIO
2005
In queste note ho cercato di tracciare un percorso a tema che si sviluppa dall'architettura di un maestro come Mies van der Rohe, attraverso le esperienze californiane di Craig Ellwood (ma potremmo parlare anche di Richard Neutra o di Charles Eames) a importanti esperienze contemporanee come quelle di Glenn Murcutt, cui potremmo aggiungere -sulla stessa lineaun importante architetto sudamericano come Mathias Klotz. Il percorso a tema è caratterizzato, a mio avviso, da un uso dello strumento architettonicosecondo stilemi e materiali assolutamente moderni -in funzione di un'appropriazione del paesaggio vissuta secondo categorie di percezione "sottile": in Mies è una percezione distaccata, quasi astratta, fondamentalmente visiva e intellettualistica, ma legata a un senso dello spazio fortemente dinamico; in Ellwood e più ancora in Murcutt diventa uno sprofondare nel "clima" dei luoghi, in cui alla vista si aggiungono percezioni olfattive, tattili e sonore. In ogni caso, tuttavia, non vi è mai compromissione fra le forme dell'architettura e quelle del paesaggio: il rapporto è dialettico, l'architettura è un'impalcatura con una propria struttura specifica progettata per leggere, interpretare e vivere il paesaggio, ma non compromessa con le sue forme.
AREZZO NEL MEDIOEVO. LE ISTITUZIONI E LA POLITICA TRECENTESCA
2012
Tra la discesa in Italia di Arrigo VII nel 1311 e quella di Enguerrand de Coucy nel 1384 si svolge un XIV secolo aretino quanto mai convulso, in diversi momenti drammatico (Berti 2005, p. 36 ss.): il Trecento è epoca al tempo stesso grande e tragica per tutta la Penisola (per l'Europa intera), ma questi caratteri generali sembrano nel caso della città di San Donato -se possibile -ancor più accentuati. Contribuisce a creare questo clima la scarsità di documentazione pubblica dovuta alla distruzione dell'archivio comunale durante le lotte di fine secolo, che costringe ad attribuire valore paradigmatico a certi atti isolati non potendoli contestualizzare. Ma senza cedere più di tanto alla rituale lamentela sulla pochezza della documentazione (quale storico di quale città medievale italiana può dirsi soddisfatto delle fonti a disposizione?), cercheremo di rileggere quanto è giunto fino a noi con gli occhi della moderna medievistica, che vuole liberarsi da condizionamenti di varia natura ereditati dal passato. Nell'ambito della storia politico-istituzionale ciò significa soprattutto cambiare profondamente il modo col quale si guarda alla dialettica comune-signoria, che per Arezzo occupa una buona parte del primo Trecento.
DEL «RISARCIMENTO PUNITIVO» OVVERO DELL'OSSIMORO
DEL «RISARCIMENTO PUNITIVO» OVVERO DELL'OSSIMORO, in Europa dir. priv. , 2019
The essay investigates the compatibility of punitive damages with the Italian legal order and emphasizes their contrast with the Italian public order, understood as the regulatory framework given to the community. It examines the difficult integration of punitive damages with the Italian legal system from different viewpoints: i) that of the irreconcilability with the constitutional guarantees; ii) that of the contrast with the civil responsibility; iii) that of the unsuitability with respect to the infrastructure of the civil procedural rules. In this perspective, it examines a number of rules, catalogued by certain authors and judgments, in particular by the Sezioni Unite of the Corte di Cassazione no. 16601/2017, as points of emergence of the tendency in the punitive sense of tort responsibility. This investigation exposes, on the other hand, the tendency of such cases to reveal instead the various complementary means of protection provided by the legal order to react to the violation, in view of the protection of the public and private interests affected. Finally, the Author criticizes the emergence of a tendency towards the indiscriminate opening of the legal system to the solutions contemplated by foreign legal orders, which represents a threat to the principle of certainty of the law, as it involves the continuous and unpredictable rewriting of the legal categories ordering the social environment.
La presente ricerca si propone di indagare lo stretto rapporto tra l’individuo e l’architettura degli spazi che questo si trova ad abitare: ci si concentrerà in particolare sul significato che le architetture circolari, chiuse e autoreferenziali come le strutture di detenzione, assumono per le persone che sono costrette ad abitarle, i detenuti. Si indagherà la trasformazione delle percezioni all’interno delle strutture totalizzanti, che assorbono cioè l’individuo completamente e ne regolano ogni attività e tempo libero, sia nei confronti dello spazio sia nel processo di costruzione identitaria, fino a dimostrare uno stretto legame tra la cultura dei luoghi e l’”architettura corporale” dei detenuti.
Luisa Bonesio MONTAGNE SENZ'AURA. LE ALPI TRA SPETTACOLO E PATRIMONIALIZZAZIONE 1. Disalpinizzazione
Atti de Convegno Spazio e tempo nelle civiltà montane, 2019
Da tempo le Alpi hanno smarrito quel fascino sublime prima e romantico poi che lo sguardo delle élites cittadine aveva proiettato su di loro a partire dal XVIII secolo. La vicenda-troppo nota per essere ripercorsa qui-della eteronarrazione delle montagne, che plasma un duraturo immaginario, le cui propaggini giungono fino ai nostri giorni, al quale le genti di montagna si sono prontamente adeguate, da qualche decennio conosce un'accelerazione che riflette la globalizzazione tecnica delle percezioni e delle rappresentazioni, fino a sfociare in una sparizione delle differenzialità di identità, culture e paesaggi delle regioni alpine, diventate un'estensione spaziale e urbanistica delle città di pianura, attraversate e incatenate da reti infrastrutturali e comunicative continentali, ma soprattutto plasmate da un immaginario globale e omologato. La fine dell'aura delle Alpi viene decretata senza appello dalla Prima Guerra mondiale, che le fa entrare definitivamente nella logica industriale e di massa e insieme ne consente la conoscenza da parte di migliaia di soldati provenienti da ogni parte d'Italia, i quali poi torneranno con le loro famiglie sui teatri di guerra, utilizzando la rete viaria e sentieristica realizzata in epoca bellica e guidati dalla cartografia delle guide del CAI e poi del TCI. A questo fenomeno si affiancherà l'esperienza delle attrezzature di risalita e trasporto allora utilizzate, che costituiranno la condizione di possibilità di uno sport epocalmente decisivo per le sorti alpine come lo sci da discesa. Inoltre, le prime folle turistiche che usano "democraticamente" le montagne come luogo di vacanza possono avvalersi dell'uso di massa delle automobili, che rivoluzioneranno modalità, tempistiche e senso della villeggiatura, provocando la rapida espansione dei centri turistici già esistenti o l'insorgere di nuovi. Il binomio sci-auto, il consumismo portato dal boom economico degli anni '60 del secolo scorso, la costruzione di vie d'accesso più rapide riescono là dove nemmeno la costruzione dei grandi impianti idroelettrici, con i distruttivi lavori necessari, era pervenuta 1. Si tratta di una rapidissima domesticazione e banalizzazione delle montagne, in cui cominciano ad affermarsi stili di vita, aspirazioni, modalità costruttive del tutto esogene, a partire dalle modalità di edificazione 2 , che fanno deperire in poco tempo i saperi e la perizia elaborata nei secoli, rendendo, al contempo, dipendenti da tecniche e materiali industriali le popolazioni alpine. Il mondo che rapidamente sovrascrive il paziente, minuzioso e secolare tessuto territoriale e le sue elaborate forme paesaggistiche è l'espressione di un movimento irresistibile della modernità, fatto di tecnica, industria e consumo, ma soprattutto permeato da un immaginario irresistibile e nichilistico: rapidità, consumismo, democrazia del divertimento, necessità e aspirazione di omologarsi al mainstream mondializzato, che collude perfettamente con le logiche espansionistiche del capitalismo industriale, di cui l'emblema storico italiano sarà la realizzazione da parte della 1 "Non fu tutto, perché da quel disordine scaturì quella 'deformazione artificiale del paesaggio' che le avanguardie artistiche europee-prima fra tutte il futurismo-avevano preconizzato e perseguito, e che prefigurò a sua volta quello imposto più tardi dal turismo di massa […]. 'Un mare di neofiti dell'alpinismo si spinse sui sentieri delle montagne di casa, portando gusti, costumi e attitudini certamente assai meno signorili e distinti di quelli dei pionieri ottocenteschi' […]. La guerra, dunque, portando enormi quantità di uomini e di macchine in montagna, aveva spezzato per sempre le vecchie gerarchie d'accesso: in tal modo, l'universo del non equilibrio si configurava ancora come un universo coerente" (D. Leoni, Regioni di confine. Il caso trentino, in S. Audoin-Rouzeau e J.-J. Becker (a cura di), La prima guerra mondiale, ed. it. a cura di A. Gibelli, Einaudi, Torino 2007 e 2014, vol. II, p. 108). Cfr. anche L. Bonesio, Palinsesti bellici. Le montagne tra appropriazione e memoria, in M. Dei Cas e L. Schena (a cura di), Quotidianità della vita valtellinese durante gli anni della "Guerra Bianca", Ed. Centro Studi Storici Alta Valtellina, Bormio 2018. 2 Cfr. G. Menini, Costruire in cielo. L'architettura moderna nelle Alpi italiane, Mimesis, Milano-Udine 2017 e A. De Rossi, La costruzione delle Alpi, 2 voll., Donzelli, Roma 2014-2017.