Oltre il confine del Tronto: il Maestro di Offida in Abruzzo (original) (raw)

Tabernacoli dipinti e scultura lignea in Abruzzo. Il Maestro di Fossa e il Maestro del Crocifisso

In Occidente la Madonna in trono è genericamente considerata l'erede della ben più antica categoria delle Sedes Sapientiae 1 , sculture raffiguranti la Madonna regina con il Bambino assisa sul trono con allusione a quello salomonico 2 . Se i primi esemplari di cui si ha testimonianza sono veri e propri reliquiari come la Madonna di Clermont-Ferrand del 946 circa, successivamente i manufatti lignei scolpiti si presentano rivestiti in lamina d'oro e pietre preziose come la Madonna di Hildesheim (Diözesanmus) dell'inizio del XI secolo. Immediata è dunque l'analogia sia con i reliquiari non figurali, a cassetta, sia con quelli 'parlanti' aventi la forma della parte del corpo del santo in esso contenuto, ma complessa è invece la questione relativa alla mancanza di reliquie corporali della Vergine, la cui statua in origine ne conteneva di appartenenti ai santi 3 . E come i reliquiari posti dietro gli altari, anche la statua della Madonna con il Bambino, soprattutto se inserita all'interno di altaroli a sportelli, scolpiti o dipinti, poteva essere efficacemente mostrata ai fedeli in determinate festività dell'anno 4 . In Italia troviamo, tra gli esempi più antichi, il celebre gruppo nella chiesa di Santa Maria Maggiore ad Alatri 5 , databile ai primi del 45 SMM 1-2/2011 1 H. BELTING, Il culto delle immagini: storia dell'icona dall'età imperiale al tardo Medioevo, Roma, Carocci, 2001 pp. 363-379, 429. 2 Si veda il contributo di Gaetano Curzi in questi atti. 3 Su questo argomento e sugli esempi citati la bibliografia di riferimento è ingente, si veda da ultimo G. CURZI, Immagine del culto e memoria dell'antico nella scultura lignea medievale: una traccia, in Medioevo: Immagine e memoria, Atti del convegno (Parma, 2008), a cura di A. C. Quintavalle, Milano, Electa, 2009, pp. 345-357(con bibliografia precedente). 4 M. BACCI, L'effigie sacra e il suo spettatore, in Arti e Storia nel Medioevo, a cura di E. Castelnuovo, G. Sergi, III, Del vedere: pubblici, forme, funzioni, Torino, Einaudi, 2004, pp. 199-252 e G. GENTILE, Sculture per l'immaginario religioso, ivi, pp. 253-270: 254. 5 Sulla Madonna di Alatri G. CAPONE, Santa Maria Maggiore: storia di una chiesa e della vita religiosa di Alatri dal protocenobio della Regula magistri al XIV secolo, Alatri, Hetea,1991 (con bibliografia precedente).

Oltre le frontiere. L'avventura di Abuna Michele Piccirillo

Culture e Religioni in Dialogo. Atti della IV Giornata di archeologia e storia del Vicino e Medio Oriente., 2019

L'esperienza dell'archeologo francescano a Qasr Hisham - Khirbat al Mafjar a Gerico e la creazione del Jericho Mosaic Workshop.

Alfina terra di confine tra Tuscia Patrimonio Umbria SilvioManglaviti

Alfina terra di confine tra Tuscia Patrimonio Umbria, 2021

The Alfina is a plateau, an ancient historical geographical area in Lazio and Umbria on the border with Tuscany, between Lake Bolsena and the Paglia river, a tributary of the Tiber. It was formerly in Etruria (territory of Velzna / Volsinii) and then in Tuscia (from the Middle Ages under Urbs Vetus, Orvieto), until 1860.

SAN CLEMENTE DI OCRIDA: ALLIEVO E MAESTRO

Slavia Barlieva Saint Clement of Ohrid in the Greek Tradition The author dwells on the Greek sources about the life and deed of Clement of Ohrid, which are also the oldest sources written in Greek about St. Cyril and St. Methodius: Ducange’s list where Methodius, Gorazd and Clement are listed among the archbishops of Bulgaria; Clement’s Vita Major written by Theophylact of Ohrid; his Vita Brevis by Demetrios Chomatenos. Afterwards, the author examines the Greek services to Clement, authored by Theophylact of Ohrid, Demetrios Chomatenos, Constantine Kavassilas, Gregory, and Cosmas of Dyrrhachium: a hymnographic corpus, created in the 11th-14th cc. comprising 6 canons and 50 separate monostrophic compositions. The article delineates the new stage of propagation of the cult of St. Clement in Northern Greece, starting from the 17th c., when the skull of the saint was laid at the Monastery of St. John the Forerunner near the town of Berat/Veria. In the 18th c. were published the Greek services to the Holy Heptarithmoi – Cyril and Methodius and their disciples Clement, Naum, Gorazd, Angelarius and Sava, which testify of the cult’s dissemination not only in Greek and Bulgarian but also in Albanian lands. Славия Бърлиева Святой Климент Охридский в грекоязычной традиции Автор останавливается на греческих источниках о жизни и деятельности Климента Охридского, которые являются и самыми древними грекоязычными источниками о свв. Кирилле и Мефодии: список Дюканжа, в котором среди «архиепископов Болгарии» указаны Мефодий, Горазд и Климент; Пространное житие Климента, написанное Феофилактом Охридским; его же Краткое житие, созданное Димитрием Хоматианом. Затем рассмотрены греческие службы Клименту, авторами которых были Феофилакт, Димитрий Хоматиан, Константин Кавасила, Григорий, Козма Драчский: гимнографический корпус, созданный в ХІ-ХIV вв. и охватывающий 6 канонов и 50 отдельных монострофических композиций. Очерчен новый этап распространения культа св. Климента в Северной Греции, начиная с ХVII в., когда череп святого был положен в монастыре Св. Иоанна Предтечи недалеко от города Берат/Вериа. В XVIII в. выходят в печати греческие служ- бы Святым седмочисленникам – Кириллу и Мефодию и их ученикам Клименту, Науму, Горазду, Ангеларию и Савве, – которые свидетельствуют о распространении культа не только в греческих и болгарских землях, но также и в албанских.

Il Maestro di Palazzo Araldi / Text

Parma per l'Arte, Nuova Serie, Anno XX, 2014

La storia dell'arte, quando applicata allo studio e all'approfondimento di quei generi minori che non hanno goduto particolari attenzioni da parte dei biografi e degli storiografi più titolati, ha ancora moltissimo da raccontare. I pittori di natura morta sono in grande maggioranza scarsamente conosciuti, perché ai loro tempi erano considerati alla stregua di buoni artigiani della decorazione e pochi assursero a ruoli di primo piano. Il fenomeno rivela un'accentuazione crescente quando, dai centri maggiori come Roma, Firenze, Bologna, Genova, Napoli e Venezia, l'attenzione si sposta su piccole sedi ducali quali Parma, Modena e Mantova o città padane minori del calibro di Cremona, Crema e Lodi.