Presentazione del volume Edipuglia 2015 IL PAESAGGIO DELLA VIA APPIA AI CONFINI DELL'URBS di Rachele Dubbini (original) (raw)

LA VIA APPIA MONUMENTALE (Porta Capena-Frattocchie) estratto

Nel vallone che separa il monte Celio dall'Aventino, si apriva, nella cinta serviana, la 'Porta Capena', questo luogo si chiamava la 'Moletta' fino all'epoca in cui fu creata la moderna Piazza di Porta Capena, fra il Circo Massimo e il viale delle Terme di Caracalla. Vi sono ancora in loco i resti di un parallelepipedo di tufo locale, in 'opus etruscum' della porta. In alto questo è stato forato dagli acquedotti delle acque Appia e Marcia, la cui acqua filtrava con tanta copiosità che la porta fu anche chiamata 'Porta bagnata': i poeti Marziale e Giovenale la chiamarono 'Arcus stillans'. Si ritiene che Domiziano Flavio la ricostruisse in quanto crollata per l'età, ma il suo crollo definitivo non avvenne che nel medio evo, verso l'anno 1084, al tempo di Giscardo.

PASSAGGI E PAESAGGI LUNGO LA VIA APPIA. DA SPAZIO PERCORSO A SPAZIO TRASCORSO

Still Appia FOTOGRAFIE DI GIULIO IELARDI E SCENARI DEL CAMBIAMENTO Immagini e prospettive per la via appia, a cura di Luigi Oliva e Simone Quilici, Gangemi Editore, Roma 2022, pp. 17-28, 2022

The strong iconographic dimension is thus part of experiencing landscapes. Such a close connection requires a critical awareness of the language of images and their meaning. Perceptual and patrimonial implications of landscape are well-established in studies, entailing a wider approach from just identification and protection to design and creation. In recent years, a large variety of activities and new evidences came from studies, excavations, planning and experimenting participatory actions along the Appian Way. All information must be connected to a multi regional territorial system in order to reconstruct the lost narrative continuity of the ancient road. The goal of a sustainable enhancement of the Appian Way can be reached through building a network of heritage communities aimed at developing a unique community landscape heritage.

Maurizio Triggiani e Luisa Derosa (a cura di), "Rotte murgiane", Le vie maestre 3, Edipuglia 2016.

‘Rotte Murgiane’ sono itinerari inusuali, spesso all’ombra di mete turistiche di grande richiamo; sono percorsi accidentati attraverso centri abitati, territori, tradizioni e cattive pratiche di tutela. ‘Rotte Murgiane’ costituiscono il primo contributo cartaceo suggerito dal sito www.pugliaindifesa.org che ormai da qualche anno, grazie allo spirito volontario di molti collaboratori, si adopera nel segnalare, approfondire, conoscere gran parte di quel patrimonio pugliese che rischia di scomparire o, peggio, di essere dimenticato. Itinerari e percorsi proposti per conoscere, ma anche per riflettere su alcuni aspetti architettonici, storici e artistici, sociali che connotano in modo radicale il territorio della Murgia.

Saggio bibliografico sull'antica via Appia

2013

Excerptum del sistematico lavoro di spoglio bibliografico sulla Regina Viarum in fase di elaborazione nell'ambito del progetto triennale di politica ambientale sulla via Appia e sue varianti promosso dalla Società Magna Grecia (http://www.animi.it/progetto\_appia-antica.htm).

Guida alla Via Appia e Via Traiana Nova (estratto)

Nel 1988 la Via Appia dalle Frattocchie a Brindisi giaceva dimenticata dagli archeologi e dalla gente comune, abbandonata da ormai molti secoli e soltanto percorsa da un antiquario o da un romantico olandese durante il suo Grand Tour , mi pare, nel 1777. Da Roma fino alle Frattocchie la via era per metà transitata da ogni tipo di veicolo e solo disponibile ai pedoni ai margini, per la rimanente metà, oltre il taglio netto dell'anello di circonvallazione, la via Appia Antica era una enorme discarica e ritrovo di prostitute di ogni sesso e nazionalità.