Conference: Tradizioni del sapere botanico tra antichità e medioevo, Pisa 16-17 novembre 2016 (original) (raw)

Antichi libri e passioni botaniche nel Castello di Miramare

2024

Situati sul promontorio carsico di Grignano, a 10 km da Trieste, in una splendida posizione panoramica a picco sul mare, il Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare sono uno dei musei più visitati d'Italia e appartengono al MIC.

A. Puccetti, "Dal Giardino dei Semplici di Pisa alle lezioni di botanica del prof. Gaetano Savi"

La biblioteca del Giardino dei Semplici venne depositata, secondo l'ipotesi di Ciro Sbrana, quasi integralmente nella libreria dello Studio Pisano entro e non oltre il 1782. La raccolta costituita dai Prefetti dell'Orto tra la seconda metà del XVI e il primo ventennio del XVII secolo, comprende le importanti enciclopedie zoologiche del Gesner, dell'Aldrovandi, del Salviani, i testi botanici classici e contemporanei, opere mineralogiche e metallurgiche, farmacologia semplicistica, libri di magia naturale del Della Porta, l'opera alchemica di Paracelso e quella ermetico-cabalistica di Lullo. Da un inventario del 1626 la piccola biblioteca consisteva in 110 volumi stampati in Europa fra il 1517 e 1615, di nove manoscritti di cui sei di immagini e cinque di stampe. Le opere, tutte rilegate in pergamena leggera con lo stemma granducale impresso in oro sullo specchio anteriore o in entrambi gli specchi e contrassegnati da un numero progressivo, dovevano essere sistemate negli scaffali della Biblioteca della Galleria secondo il formato a iniziare da quelle più grandi. Non è casuale che la prima opera dell'elenco citi le Historiae Animalium stampata da Gesner a Zurigo dal 1551 al 1558. L'opera tenta di fornire per tutti gli animali citati dagli scrittori antichi e moderni ogni possibile conoscenza, non solo scientifica, ma anche letteraria, storica, simbolica. I volumi sono corredati da oltre 4500 xilografie. Nel complesso i testi sembrano essere stati scelti non solo privilegiando quanto di più aggiornato veniva stampato nel corso del Cinquecento e nel primo Seicento, specie quelli che presentavano un interessante apparato iconografico. È il caso di Ornithologiae [Hortus Pisanus A. 5]. Sul verso della terza carta, a penna e oro, la dedica a Ferdinando I dei Medici Granduca di Toscana. Legatura coeva in pergamena con impressioni in oro; al centro dei due piatti è dipinto uno stemma (a scudo ovale mediceo a sei palle, superiore azzurra con giglio d'oro). Anche De Animalibus insectis [Hortus Pisanus A. 4] di Aldrovandi Ulisse conserva la legatura originale in pergamena con impressioni in oro e al centro dei due piatti è disposto lo stemma mediceo come l'opera precedentemente nominata. Per la magnificenza delle tavole il Jardin du Roy tres chretien di Pierre Vallet, 1608 [Hortus Pisanus A.14] e l'esemplare ha conservato la legatura originale in pergamena morbida stemmata. Bry Johann T. Fluorilegium novum hoc est ,1612 [Hortus Pisanus A.20.1], legatura coeva in pergamena rigida, al centro del piatto anteriore, impresso in oro, lo stemma mediceo. Contiene: 2 carte con 4 xilografie di vegetali, fossili; 13 tav. incise di fiori semplici; 4 xilografie con animali, pesci e conchiglie; 11 tav, incise di fiori, frutti, parassiti ed animali nocivi; 2 xilografie con scoiattolo e serpente; 14 tav. incise con scene di vita agreste; 2 xilografie con organismo marino; 6 tav. incise con tarsie, e disegni geometrici; 7 xilografie con chimera e fauna marina; 8 xilografie con cammei ed insetti. Icones Piscium di Ippolito Salviani nell'edizione romana del 1593 [S.R. 14.18], legato in pergamena (nel sec. XVII o XVIII); il volume però non presenta nota di provenienza ed è collocato fra i rari. Abbiamo rintracciato anche Mattioli, Opera cum commentariis… Francofurti 1589 [Hortus Pisanus A. 8] L'esemplare conserva la legatura originale in pergamena morbida, stemmata, con legacci molto deteriorati in lino verde. Con la morte del Prefetto Tilli (1781) fare l'inventario dei libri esistenti nella biblioteca dell'Orto fu ardua impresa perché alcuni erano finiti in quella personale del Tilli. Fu deciso, allora, di incorporare la libreria del Giardino nella Biblioteca dell'Università.

L’Orto e l’Istituto botanico della Regia Università di Roma in Via Panisperna: le opere dell’Ingegnere Leopoldo Mansueti tra storicismo e tecnologia.

2017

Tema di approfondimento è la storia del grande Orto Botanico di via Panisperna, dalla sua genesi progettuale nel 1874 fino alla sua alterazione novecentesca dovuta all’apertura di via Milano e alla costruzione del Ministero degli Interni. Tra il 1874 e il 1879 l’ex orto conventuale di S. Lorenzo in Pansiperna fu oggetto di diversi interventi di risistemazione, soprattutto idraulica, che consentirono la sua trasformazione in giardino botanico. Tra i tecnici coinvolti, l’ingegnere del Genio Civile Leopoldo Mansueti, Direttore dell’Ufficio Speciale per i Lavori degli Stabilimenti Scientifici in Roma, rappresenta la figura-chiave per comprendere la valenza ideologica di quelle spinte modernizzatrici di matrice positivista che stavano riguardando le Università delle città italiane, in particolare Roma, Torino, Bologna, Firenze, Pisa, Pavia e Napoli. Nel corso degli anni Ottanta dell’Ottocento si diede avvio alla costruzione nel sito di via Panisperna di un nuovo Istituto Botanico. Questo edificio in stile neo-rinascimentale fu progettato da Mansueti per costituire un centro di ricerca scientifica all’avanguardia. La struttura, completata nel 1889, a partire dal 1938 divenne sede dell’Istituto di Patologia del Libro fondato da Alfonso Gallo.

La sezione di botanica della Biblioteca dell’Istituto Tecnico “G. B. Della Porta”, già Regio Istituto Tecnico di Napoli. Primi studi

Maio N., Crovato P., Palumbo G. (a cura di). Dall’antico Istituto di Incoraggiamento all’Istituto Tecnico G.B. Della Porta: le collezioni scientifiche dalle origini ai nostri giorni. Atti del Convegno. Napoli, 7 maggio 2016. pagg. 192, 2018

Si effettua un’accurata analisi del patrimonio librario a tema botanico della Biblioteca dell’Istituto Tecnico “G. B. Della Porta”, conseguente a una prima indagine avviata tra il 2 e il 6 dicembre 2013 e sul materiale fotografico raccolto durante tale circostanza. Tale prima ricognizione del patrimonio librario ha permesso di stimare la presenza di circa 700 volumi di botanica e agraria (compreso enciclopedie e periodici rilegati). Si fornisce l’analisi bibliologica, riferita esclusivamente ai libri a tema botanico e naturalistico, attraverso la quale è stata sottolineata e descritta, in particolare, l’importanza di alcuni tra i libri più antichi e significativi per la storia della botanica e per la storia dell’illustrazione botanica.

Giuseppe Camillo Giordano, botanico del XIX secolo. Estratto dal Bollettino Storico della Basilicata n.29. Deputazione di Storia Patria per la Lucania

La Basilicata, nel corso del tempo, ha dato i natali a illustri botanici, tra questi sicuramente alcuni hanno avuto più fortuna e notorietà di altri, tanto da aver costruito importanti carriere professionali e di cui è viva la memoria, è il caso di Guglielmo Gasparrini di Castelgrande, o Orazio Gavioli di Potenza. Altri, invece, hanno svolto la propria attività in sordina, con molta modestia e l'incanto di una modalità silenziosa tutta volta alle erborizzazioni, un termine che evoca un passaggio nella natura, fondamentale per comprenderla e raccontarla. Tra questi ultimi una figura di rilievo che desideriamo riportare alla memoria è quella del pomaricano Giordano.

Gli antichi erbari e la botanica nel Medioevo: Dante, Ildegarda di Bingen e Boccaccio

2023

Come e dove sono nati gli antichi erbari? I primi codici medievali, che descrivevano le piante medicinali, erano prodotti negli scriptoria delle abbazie: le erbe vennero illustrate negli erbari e poi nei libri di botanica. Esistenti già nella antichità classica (Erbario di Creteua del 120-163 a.C., i testi di Dioscoride del I sec. d. C., il Codex Anicie Julianae del 512 d.C.) contenevano immagini stilizzate (copie o copie di copie di modelli antichi poco aderenti al vero che univano scienza e magia, come lo Pseudo-Apuleio del IV secolo d. C.). Anche i Benedettini scrivevano testi di botanica e allestivano erbari, compilando codici e arricchendoli di miniature, producendo iconografie xilografate, disegni colorati e incisioni: trasmettevano, così, le loro conoscenze sulla natura (i doni di Dio) preoccupandosi della salute dell’anima. Gli “speziali” raccoglievano i “semplici” per i medicamenti, li distillavano preparando infusioni e unguenti, decotti e sciroppi. Nascono i primi “dizionari scientifici” su usi, virtù e raccolta delle erbe. La Scuola Medica Salernitana consigliava di ispirarsi alla natura e i farmacisti, esperti del mondo e degli uomini, avevano il compito di riservare grande attenzione alla conservazione dei medicamenti e ai ricettari. Che rapporto avevano i letterati e i sapienti del tempo con le erbe e la salute? Santa Ildegarda di Bingen (una monaca che si occupava di erbe e di medicina) scriveva e miniava personalmente i suoi codici, credendo che ogni cosa ha un senso su questa terra perché è il riflesso di ciò che è in cielo. Non una semplice erborista, quindi, ma una medichessa “ante-litteram” che non descriveva solo la forma e le virtù delle piante ma illustrava l’effetto delle sostanze sui pazienti, che potevano praticarli autonomamente. I suoi scritti sono molto attuali: la “natura è una farmacia a cielo aperto” come sostengono i moderni naturopati. Il mondo vegetale è presente nelle opere dei grandi letterati medievali (Dante e Boccaccio) e sovente illustrate dai miniatori. Piante officinali (ortica, gramigna), erbe infestanti, fiori (rosa, margherita, viola, giglio), alberi (ulivo, sorbo, fico, pruno, alloro, melo e mirto, agrumi), piante, erbacce comuni e infestanti, sono citati, nella Commedia, come simboli allegorici, evidenziando la sensibilità del Sommo Poeta per la natura e i suoi doni, la sua attenzione per le malattie (quarantana, apoplessia, idropsia, scabbia, rogna, narcolessie e cataplessie, paralisi, epilessia) e i medici (gli “Spiriti Magni” (i grandi medici dell’antichità come Ippocrate, Galeno, Avicenna, Dioscoride e Pedanio). Anche per Boccaccio è importante il rapporto tra letteratura, natura e botanica: mentre la peste è la fine del mondo, il giardino costituisce un ritorno all’Eden dove celebrare la vittoria sulla morte. Le piante consolano gli affetti grazie alla loro forza salvifica e rasserenante e il giardino fa da sfondo alla virtù dei novellatori, che si oppone al degrado della peste e contribuisce alla ricostruzione spirituale e al controllo sulla vita. Arboscelli, piante verdi e fronde, erbette gelsomini, fiori, giardini e profumi si oppongono alla “mortifera pestilenza” dando sollievo. Salvia, maggiorana, basilico, rose, gigli, fiori d’arancio, gelsomini e spezie sono disseminate ovunque nelle novelle e nei giardini in uno stretto rapporto con le vicende amorose: le ‘erbe del cuore’ e fiori profumati accompagnano l’amato nella morte (Andreuola e Giannotto, Lisabetta da Messina) mentre le spezie insaporiscono il cuore degli amanti (Tancredi e Ghismonda, Guglielmo Rossiglione e Guglielmo Guardastagno). Quando e dove sono nati i primi Orti botanici e perché? Fondamentale, in questo percorso, la nascita degli antichi Orti botanici, di cui sono state brevemente illustrate storia e caratteristiche. Gli studenti di Medicina necessitavano di piante officinali fresche da osservare e l’Italia fu al centro della storia dei giardini botanici (utili per la classificazione delle piante), nati tra 1500 e 1550 a sostegno di attività didattiche e/o di ricerca. Con la nascita delle Università si studiano le sostanze responsabili dell’attività terapeutica; la cultura accademica favorisce la scienza delle piante medicinali, alla descrizione è associata una immagine legata a “criteri signaturali” (una specie vegetale porta nella forma, nel colore o nel sapore i segni dell’organo o della malattia che può curare).

Il Mondo in un Giardino. Ricerca scientifica a carattere storico-botanico per il “Restauro e valorizzazione del giardino di Villa Strozzi presso ITAS di Palidano di Gonzaga (MN)” per il Consorzio Oltrepò Mantovano

2024

La Ricerca scientifica a carattere storico-botanico per il “Restauro e valorizzazione del giardino di Villa Strozzi presso ITAS di Palidano di Gonzaga (MN)”, che ha visto quali principali oggetti di indagine la Villa e il Parco Giardino di Villa Strozzi a Begozzo, è stata svolta fra l’estate del 2023 e la primavera del 2024, nell’ambito dell’intervento per il “Restauro e valorizzazione del giardino di Villa Strozzi presso ITAS di Palidano di Gonzaga (MN)”, intervento a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), Missione 1, Componente 3, Investimento 2.3 “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici” finanziato dall’Unione europea. Coordinamento: Ph.D. Lisa Valli, Conservatore dei Beni Architettonici e Ambientali. Gruppo di lavoro: Dott. Michele Cassini, Dottore in Architettura; Dott. Massimo De Marchi, Ingegnere; Dott. Stefano Frignani, Agrotecnico; Ph.D. Giulio Girondi, Dottore di ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici; Dott. Monica Nascig, Architetto; Ph.D. Lisa Valli, Conservatore dei Beni Architettonici e Ambientali. L’indagine è consistita in un articolato progetto di ricerca scientifica, a prevalente carattere storico e botanico, dedicata alla comprensione dell’attuale assetto e delle vicende storiche del Parco Giardino della Villa. Il progetto ha visto coinvolti professionisti afferenti a vari settori della ricerca. Oggetto della ricerca. Il Parco Giardino di Villa Strozzi di Gonzaga (MN), nella sua duplice natura sia di complessa entità vivente in costante trasformazione, sia di articolato bene culturale storico, architettonico e ambientale, trova la sua identità nell’essere un fondamentale elemento attrattore delle dinamiche sociali del territorio. La ricerca storico-botanica si è occupata di approfondire la conoscenza del Parco Giardino nelle sue molteplici componenti formali e tecniche, storiche, culturali e sociali, dalla loro introduzione e attraverso le progressive trasformazioni fino allo stato attuale.

Tre secoli raccontati nelle piante storiche di Roma

Analisi dei cambiamento dei geostorici di Roma dall'analisi della cartografia storica. The present work stems from the study of historical Roman maps, maps of Rome that are artistic masterpieces but also useful documents in retracing the urban, architectonic, social and economic growth in the eternal city. This is just an example of the spatial analysis that can be made with historical maps, which are rich in information and full of important details that can be studied one by one. In this article we have examined the urban changes and the water distribution inside the ancient wall of Rome, using the maps of the XVIth, XVIIth and XVIIIth centuries. Not confining ourselves to the most famous maps such as the work of E. Du Perac, A. Tempesta, G. Maggi and G.B. Fal- da, we also analyzed those less well-known, but yet useful for achiev- ing our purpose.

Piante antiche e tecnologie moderne nell'Accademia della Villa Adriana di Tivoli (Roma), 2009

Questo articolo è stato pubblicato negli Atti del Convegno “Historic Maps and imagery for Modern Scientific Applications”, tenutosi a Berna, Svizzera, il 28-30 novembre 2008. Il Progetto Accademia ha rilevato per la prima volta l'Accademia della Villa Adriana di Tivoli con Total Station e Laser Scanner. I risultati del rilievo sono stati confrontati con i dati delle precedenti piante antiche e moderne dell'Accademia, rilevando imprecisioni, errori ma anche sorprendenti corrispondenze con la pianta di Piranesi. This article was published in the Proceedings of the Conference "Historic Maps and imagery for Modern Scientific Applications", held in Berne, Switzerland, on 28-30 November 2008. The Project Academy has surveyed for the first time the Accademia (Academy) of Hadrian’s Villa in Tivoli with Total Station and Laser Scanner. The data of the survey were compared with the data of previous ancient and modern plans of the Accademia, noting inaccuracies, errors but also surprising correspondences with the plan by Piranesi.

Vasi da giardino dall'Orto Botanico di Pisa (XVII-XX secolo)

Atti del L Convegno Internazionale della Ceramica (2017), 2018

L'Orto Botanico di Pisa, tra i più antichi di Europa, fu fondato tra il 1543-1544 nei pressi della chiesa di S. Vito e degli Arsenali medicei, per poi essere trasferito nel 1563 nei pressi del convento di Santa Marta. Infine, nel 1591 venne definitivamente collocato nella posizione attuale a qualche centinaia di metri dalla Piazza dei Miracoli (GARBARI, TOMASI TONGIORGI 1991, pp. 15-27) ( ).