LA NECROPOLI DELLA TERRAMARA DI CASINALBO (original) (raw)
Related papers
NECROPOLI DI CANNAS DI SOTTO, CARBONIA. LO SCAVO DELLATOMBA12. NOTIZIA PRELIMINARE
Riassunto: Le indagini nella cella B della tomba 12 della necropoli di Cannas di sotto, nel centro abitato di Carbonia, stanno restituendo importanti dati per la decodifica del Neolitico Sardo. Il rinvenimento di 62534 reperti ossei, di cui 51161 sono riferibili a individui adulti e 11373 a subadulti, ha consentito l'individuazione di 225 individui adulti e 60 individui subadulti di età inferiore ai 7 anni. Tra i reperti che facevano parte del corredo funerario, si segnalano in particolare due statuette femminili in osso, pertinenti allo stile cosiddetto "delle braccia conserte", ascritto ad orizzonti San Ciriaco. Lo studio del contesto di rinvenimento di questi straordinari reperti consentirà di proporre datazioni e associazioni a contesti materiali, effettuate su base stratigrafica e non più solo, come avvenuto finora, su base tipologica e stilistica. Parole chiave: San Ciriaco, Neolitico, domus de janas, statuette femminili, ipogeo.
Quaderni , 2015
Investigations carried out in cell B in Cannas necropolis' tomb 1 2, in the town of Carbonia, are returning important data concerning Sardinian Neolithic. The discovery of 62.534 bone remains has allowed the identification of 225 adult individuals and 60 under-the-age-of-7 sub-adult individuals. Of particular note, among the grave goods, are two female bone statuettes, belonging to the so-called "arms crossed" style, ascribed to San Ciriaco horizons. The study of the context in which we found these extraordinary exhibits will enable us to propose datings and associations to material contexts, made not only on a stylistic and typological basis, as hitherto, but also on stratigraphic criteria.
LA NECROPOLI TARDO ETRUSCA E ROMANA DEL PROFICO PRESSO CAPOLIVERI (ISOLA D'ELBA
La scoperta di materiale archeologico al Profico, a est di Capoliveri, risale al 1816 ed è dovuta a un contadino che, incuriosito, raccolse alcuni 'idoletti' venuti in luce "nello scassare il terreno per piantarvi vigna" 1. I manufatti (bronzei?) furono consegnati al colonnello Giacomo Mellini il quale decise di tentare uno scavo "per naturale inclinazione a illustrare un paese per cui nutro un particolare attaccamento" 2. La relazione manoscritta del colonnello Mellini è puntuale e densa di osservazioni anche oggi molto utili, ma, soprattutto, è corredata da una documentazione grafica eccellente dei reperti, che spesso consente di proporre motivati riferimenti cronologici. Giacomo Mellini fu spronato a iniziare le ricerche anche dai racconti del sig. Salvatore Bartolini secondo il quale negli anni passati erano stati trovati, a valle di Capoliveri, vasi o urne. Dalla relazione risulta che furono tre le spedizioni-e tutte coronate da successo-effettuate da Mellini al Profico 3 nel 1816 e che, nel 1817, ci furono altri recuperi ad opera del sig. Luigi Morel. Si ha notizia che nel 1886 i materiali furono donati al Comune di Portoferraio e da quel momento se ne perdono le tracce. Nel 1969, durante il livellamento di un'ampia zona da coltivare a vigneto sulla riva sinistra del Fosso delle Concie, assai vicina all'area in cui scavò 1 MELLINI 1965, p. 12. 2 MELLINI 1816. 3 MELLINI 1816 : "Non andarono a vuoto le mie speranze, ma ho potuto vederle coronate dal più felice successo, giacché fu tale la quantità e la qualità degli oggetti scavati, che indussero il sig, Conte Strafoldo, governatore civile e militare di quest'isola, a farne rapporto al Reale Imperiale Governo. L'ottimo ed erudito nostro sovrano Ferdinando III si degnò immantinente ordinarmi di continuare a sue spese la regolare escavazione, che con sommo dispiacere è stata, benché momentaneamente, sospesa. Un piccol colle da due valli diviso ed innaffiato alle sue falde da un rivo di limpid'acqua, forma il recinto che volgarmente dicesi Prefico, distante un miglio e un quarto circa dalla terra di Capoliveri. Esso è circondato all'intorno da piantagioni di viti e altri alberi fruttiferi e non resta incolto che nella sua sommità e in un dirupo prodotto dallo sgorgo dell'acqua e dall'incuria del proprietario. Se esaminar si vuole l'etimologia di un tal termine, cioè prefico, esso è, a mio credere, derivato da quelle donne di cui facevasi uso nei funerali dagl'Egizi, Ebrei, Etruschi, Romani … Fu alla sommità del colle che diressi le mie prime scoperte e in questo sito ove, fino alla precipitata sua sospensione, ho continuato il regolare scavo, quantunque abbia tutto motivo di credere che vi sarebbero a trovar dei sepolcri, vasi e urne anche fino alle falde e specialmente dalla parte dell'ovest, giacché sebbene essa sia coltivata in oggi a vigna, pur nondimeno non han possuto i villani, piantandola, scavar sì al fondo per trovar tra i sepolcri ch' esistono in qualche luogo, alla profondità di circa tre braccia e tanto poi alle falde del colle ove il terreno portatovi dall'acque per un sì gran lasso di tempo deve averne coperto a qualche braccio la prima superficie. Tentai di fatti di scavar nel dirupo di cui sopra ho parlato e sebbene sia d'una considerevole profondità pur nondimeno vi ritrovai diversi vasi e qualche urna, tutti per altro mutilati e infranti…".
IL RESTAURO DELLA TOMBA N. 4 -1975 DELLA NECROPOLI DI VANNULLO -PAESTUM
In occasione della mostra tenuta ad Athene nell'estate 2005 dal titolo "Spirito Atletico ed Olimpico nella Periferia del Mondo Greco" sono state restaurate due lastre dipinte della tomba n. 4 rinvenuta nel 1975 in località Vannullo, presso Paestum, e conservate al Museo Archeologico Nazionale di Paestum, che come noto custodisce il corpus principale di pittura campano-lucana 1 . Il restauro, diretto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, è stato realizzato con il contributo finanziario della Goulandris Foundation -Museum of Cylades Art di Athene 2 .
Riassunto: Le indagini nella cella B della tomba 12 della necropoli di Cannas di sotto, nel centro abitato di Carbonia, stanno restituendo importanti dati per la decodifica del Neolitico Sardo. Il rinvenimento di 62534 reperti ossei, di cui 51161 sono riferibili a individui adulti e 11373 a subadulti, ha consentito l'individuazio-ne di 225 individui adulti e 60 individui subadulti di età inferiore ai 7 anni. Tra i reperti che facevano parte del corredo funerario, si segnalano in particolare due statuette femminili in osso, pertinenti allo stile co-siddetto " delle braccia conserte " , ascritto ad orizzonti San Ciriaco. Lo studio del contesto di rinvenimento di questi straordinari reperti consentirà di proporre datazioni e associazioni a contesti materiali, effettuate su base stratigrafica e non più solo, come avvenuto finora, su base tipologica e stilistica. Parole chiave: San Ciriaco, Neolitico, domus de janas, statuette femminili, ipogeo. Abstract: Investigations carried out in cell B in Cannas necropolis' tomb 12, in the town of Carbonia, are returning important data concerning Sardinian Neolithic. The discovery of 62.534 bone remains has allowed the identification of 225 adult individuals and 60 under-the-age-of-7 sub-adult individuals. Of particular note, among the grave goods, are two female bone statuettes, belonging to the so-called "arms crossed" style, ascribed to San Ciriaco horizons. The study of the context in which we found these extraordinary exhibits will enable us to propose datings and associations to material contexts, made not only on a stylistic and typological basis, as hitherto, but also on stratigraphic criteria.
The necropolis of Le Castagne and the fortified site of Colle Cipolla (Castel di Ieri and Castelvecchio Subequo; AQ), close to the mountainous pass of Forca Caruso in the Abruzzo region, were investigated on several occasions between 1983 and 2002. The necropolis, composed approximately by 300 tumulus tombs, was individuated by Ezio Mattiocco, a local expert, and confirmed by aerial photograph monitoring, that evidenced its wide extension. A first excavation was carried out during 1983, bringing to light 11 tombs, 7 of which concentrated in a single area. The tombs, characterised by shallow pits for single inhumations covered by a huge amount of earth and stones, were partially disturbed by post-depositional events, although a certain part of their grave goods was preserved. They can be dated to a period between the 8 th and the beginning of the 6 th century BC, and the burial rite adopted is quite homogenous and typical of the inner area of the Abruzzo region: male individuals marked by the deposition of offensive weapons (daggers, swords, spears) and women characterised by jewellery and other ornaments (neck-laces, fibulae, belts and also ornamental drilled disks), in addition to a small number of pottery vessels for each grave. During the same year, the site of Colle Cipolla was investigated, sampling a part of the defensive walls, made by irregular stones. Another sample was carried out inside the settlement, without finding any structural evidence. Instead, a large tumulus tomb was localised just in the middle of the site. Based on the finds, the area was frequented since the Neolithic and the Copper Age, but the fortified site was probably settled together with the use of the necropolis (8 th-6 th century BC). In 1984 a bronze sheet jug was found in the area of the necropolis and, in 1989, the excavation of the tumulus localised inside the site of Colle Cipolla revealed the presence of two quite contemporary graves: one of an adult man and the other of a woman, with typical grave goods (weapons, fibulae, some pottery vessels), both dated during the second half of the 6 th century BC. It is quite possible that the end of the site of Colle Cipolla was marked by the building of this tumulus, as a ritual abandonment act and, probably, the community originally settled in, moved to another location, which can be individuated in the low-valley site of Superaequum. Since the middle-republican times, Supaeraquum became the main centre in the surrounding area, controlled by the Roman authority, but its role began to increase since the end of the 6 th century, as demonstrated by the first establishing of the funerary area of Macrano, with a monumental tumulus grave, similar to that in Colle Cipolla, originally occupied by two fossa pits (one of a man and the other of a woman).
IL RENDICONTO DI SAN GREGORIO DI NAZIANZIO VESCOVO DI COSTANTINOPOLI
L’orazione XLII di San Gregorio di Nazianzio presenta un’interessante analogia con un’istituzione fondamentale dell’Atene della democrazia, quella che chi aveva ricoperto una qualunque carica di governo, allo scadere del mandato, era tenuto a rendere conto del suo operato. Così san Gregorio di Nazianzio rende conto davanti al Concilio di Costantinopoli I del 381 d. C. del suo operato come vescovo di Costantinopoli. Questa orazione ci mostra, inoltre, quanto sia distante il cristianesimo delle origini dall’attuale Chiesa cattolica in cui il vescovo detiene un potere assoluto e non è tenuto a rendere conto a nessuno.