“Nature as Oikos and Kepos: Ecocriticism as a Branch of Bioethics in Romantic Studies”, ISBN: 978-88-96419-61-8 ISSN: 1826-4328 (original) (raw)
Il mio saggio esamina come l'ecocritica sia a tutto diritto una della possibili scuole interpretative critiche della letteratura. Nata come scuola critica negli anni Novanta del 900 è concentrata, al suo apparire, su problematiche ambientali relative soprattutto all'inquinamento del pianeta e ai cambiamenti climatici e volta alla ricerca di una politica della sostenibilità. La scuola si è rapidamente però evoluta a comprendere vasti temi quali: la relazione natura/cultura, umano non umano, letteratura ed ecologia, fino ad arrivare anche ad una forma di bioetica volta alla salvaguardia dei diritti umani, animali e vegetali. L'ecocritica si interessa soprattutto a come questi temi vengono svolti, dibattuti e veicolati all'interno delle opere letterarie. Esamino quindi la nascita di tali studi in Inghilterra che, fin dal loro apparire, con il libro di Jonathan Bate, Romantic Ecology, si concentrano soprattutto sulla poesia della natura, e in particolare sul poeta William Wordsworth. Su proposta di Bate tale scuola riattualizza il discorso di Wordsworth a partire dal suo implicito messaggio ecologista. A partire dalle concettualizzazioni della natura in ambito britannico esamino i grandi cambiamenti climatici e le conseguenti concettualizzazioni del sistema natura che, da un ambiente del tutto negativo nella letteratura antico-anglosassone passa ad essere percepito nel Medioevo, con la diffusione della visione giudaico cristiana, come un sistema unitario, secondo il modello biblico. La ricezione dell'antichità classica nel Rinascimento porterà sì all'enfasi sul nuovo sapere scientifico, ma attraverso il filtro della scolastica passerà anche alla teologia naturale il modello e il sistema ordinato di una Natura codex Dei basato sul modello analogico della scala natura. Con la spinta della filosofia di F. Bacon e l'attacco all'innatismo della scuola empirica britannica di Locke e Hume, l'enfasi sarà quindi sull'ambiente natura come luogo di fenomeni naturali dalle manifestazioni anche più crudeli, che vieppiù diventa difficile contenere in un sistema olistico che solo la Teodicea di Leibniz riesce ancora agevolmente a sostenere. È questo il modello che il neoclassicista Pope ad inizio Settecento icasticamente così sottoscrive: "whatever is is right". L'enfasi è ormai però volta alla Natura e ai suoi vari dati e alle sue varie manifestazioni e soprattutto alla mente che la recepisce. L'osservazione diretta porta quindi alla constatazione della diversa Natura dell'isola britannica. I nuovi paradigmi sono ora volti alle caratteristiche precipue della specifica Natura nordica, un filtro epistemico finalizzato all'emancipazione dai modelli greco-latini e i suoi sistemi di bellezza votati all'idea del bello quale esempio di perfezione 'universale' che mal si aggrada al pittoresco e gotico paesaggio britannico. Addison, Hogarth, Gilpin e Burke diventeranno quindi i fautori dell'invenzione del paesaggio nordico e della sua estetica, che culminerà storicamente nel pittoresco, nel sublime paesaggistico, e nelle atmosfere di un gotico definito 'sassone', paradigmi che costituiranno i capisaldi dell'estetica nordica. Promossi tramite l'enfasi posta sul 'democratico' viaggio turistico volto alla ricerca del pittoresco – che è paesaggio libero – e che nella sua declinazione in giardino 'inglese' è anche paesaggio politicamente cifrato della monarchia costituzionale, esso è anche viaggio domestico (interno alla nazione) alla ricerca di ideali estetici in pieno contrasto con l'estetica classica e l'aristocratico e continentale 'Grand Tour'. È questa un'estetica che anche il romantico Wordsworth con la sua celebrazione della natura britannica contribuirà a veicolare e promuovere. Prendo quindi in esame l'interesse di tale autore per l'ambiente e il paesaggio naturale sottolineando come la sua richiesta di salvaguardia paesaggistico-ambientale abbia promosso l'istituzione dei parchi naturali e di leggi e fondazioni a tutela dell'ambiente naturale e culturale, il 'cultural and natural heritage' che ancor oggi è in essere, protetto, ad esempio, da istituzioni quali quella del National Trust.