La Svolta Postcoloniale: Canone e Letteratura ‘Minore’ in Italia_ 16 Nov. 2016 – Università La Sapienza - Roma (original) (raw)
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Università degli Studi "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara, Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne, 29-30 maggio, 2025
A cinquant’anni esatti dalla pubblicazione di un volume fondamentale nel panorama della teoria letteraria del secondo Novecento, ovvero 'Kafka. Per una letteratura minore' (1975) di Gilles Deleuze e Félix Guattari, i dottorandi e i dottori di ricerca in Lingue, Letterature e Culture in Contatto dell’Università degli Studi "G. d’Annunzio" di Chieti-Pescara, in collaborazione con il collegio dei docenti del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne, organizzano un convegno dedicato alle numerose declinazioni delle nozioni di 'minore', 'minorità' e 'minoranza' in chiave letteraria, linguistica, filologica e traduttologica, con lo scopo di promuovere un vivace dialogo interdisciplinare e di sviluppare una riflessione che intersechi in maniera fertile prospettive di studio e d’analisi diverse ma complementari, nel tentativo di sondare, a cinquant’anni di distanza, la valenza epistemica e la tenuta trans-storica della riflessione di Deleuze e Guattari sulla 'letteratura minore', di problematizzare le modalità con cui è stata già variamente revisionata, rimaneggiata, riconfigurata, di scandagliare da vicino i vari ambiti di applicazione proposti in numerose aree del sapere umanistico. Al contempo il convegno vuole essere un’occasione di confronto per ragionare, slegandosi all’evenienza dal paradigma deleuziano, sui margini d’azione e sulle potenzialità critico-teoriche ancora inesplorate di tali fondamentali concetti-soglia, su loro nuove funzionalità e attestazioni, mettendoli magari in contatto o in attrito con ambiti disciplinari originali, rinnovati orientamenti metodologici e indirizzi d’indagine apparentemente distanti. Di seguito, si suggeriscono possibili ma non esclusivi indirizzi di ricerca. Sono accettati ulteriori argomenti d’esame purché affini alle tematiche e alla problematiche sopra proposte: ● Canone “minore” e campo letterario (problematizzazione del contesto di produzione e della ricezione critica primaria e secondaria di un’opera, processi di riscoperta, ricanonizzazione e attualizzazione); ● Letterature “minori”, cioè poco riconosciute in contesti nazionali maggioritari a forte carattere e tradizione identitaria (letteratura delle migrazioni, letteratura postcoloniale, scrittori bilingui o multilingui); ● Uso “minoritario” (in senso deleuziano) di una lingua maggiore nella letteratura contemporanea italiana e straniera; ● La critica letteraria nel dibattito culturale contemporaneo: rapporti di forza, strategie, tendenze “minori” e tendenze “maggiori” all’interno dell’industria culturale; ● Autrici e autori inquadrati nel “controcanone”: nuove tendenze criticointerpretative riguardanti opere incentrate sull’esperienza della deportazione, dell’esilio e della migrazione e sulle declinazioni dell’alterità e della diversità; ● Testimoni minori di tradizioni manoscritte; ● Studio dei marginalia; ● Minoranze linguistiche, dialetti, idioletti; ● Traduzione come strumento di emancipazione linguistico-culturale; ● Accessibility e AVT; ● Studio di fenomeni linguistici marginali; ● Analisi (sincronica o diacronica) delle lingue minoritarie, dei dialetti e degli idioletti; ● Didattica e acquisizione delle lingue minoritarie; ● Cultura e politica linguistica delle lingue minoritarie; ● Analisi interlinguistica e norma nativa; La call è rivolta a dottorandi, dottori di ricerca e ricercatori. Le proposte di contributo (in italiano o in inglese) provviste di titolo, abstract (max. 500 parole, bibliografia esclusa) e breve profilo bio-bibliografico dovranno essere inviate in formato pdf entro e non oltre il 15 febbraio 2025 all’indirizzo e-mail contattounich2024@gmail.com, inserendo come oggetto “Cfp_Titolo_Cognome Nome”. L’eventuale accettazione della proposta verrà comunicata entro il 1° aprile 2025. Il convegno si svolgerà in presenza nei giorni 29 e 30 maggio. Ogni relatore avrà a disposizione 20 minuti. Il comitato organizzativo resta a disposizione per ogni chiarimento.
BISANTI - Lecturae «Mediaeval Sophia» 15-16 (gennaio-dicembre 2014)
Si parla di Ars dictaminis, Ermanno il Contratto, Coluccio Salutati, Cristianesimo e cinema, Federico II, Giovanni Boccaccio, Libro dei Dodici Sapienti, Pietro Crinito, Medioevo degli antichi, Mitografi Vaticani, Bonvesin da la Riva, Guarino Veronese, Sindbad mediterraneo, Vangelo di Tommaso.
CfP Letterature minori nel mondo culturale italiano: editoria e traduzione
Convegno internazionale sulla presenza delle letterature dell'area centro-orientale e sud-orientale europea nel mondo editoriale e culturale italiano L'interpretazione della traduzione come parte integrante del polisistema letterario e culturale (Even-Zohar 1979) e come prodotto culturale (Bordieu 2005) risultato di una serie di atti consapevoli operati da diversi attori costituisce il presupposto teorico alla base di questo convegno. Poiché la traduzione di un testo letterario non è qualcosa di automatico (Pym 1998), editori, autori, traduttori (Chesterman 2009) e lettori, ovvero gli agenti che costituiscono l'inserimento di un libro "straniero" in un campo letterario specifico (Bourdieu 1992), ricoprono un ruolo cruciale: sono essi che partecipano in modo fondamentale alla creazione del valore dell'opera in virtù del quale avviene l'inserimento o meno del testo tradotto nel campo letterario di ricezione. Il rapporto tra questi fattori è articolato e ancora più complesso quando la cultura di provenienza dell'opera è tra quelle comunemente chiamate "minori", non solo perché meno conosciute ma perché appartenenti a contesti culturali meno influenti e soggette quindi a dei rapporti di potere completamente diversi. È in questa realtà di periferia del potere (Casanova 2004) che si collocano le letterature dell'area centro-orientale e sud-orientale d'Europa (albanese, bosniaca, bulgara, ceca, croata, macedone, montenegrina, polacca, romena, serba, slovacca, slovena e ungherese) nel contesto letterario ed editoriale italiano. Le letterature di questi contesti nazionali si trovano in una posizione mista: da un lato partecipano alla tradizione europea monolinguistica, umanistica e nazionale, ma dall'altro sono soggette a essere percepite come Altro, come ibrido di vicino e lontano, conosciuto e sconosciuto. Inoltre, tale situazione comporta un meccanismo di semplificazione che tende a far rientrare fenomeni di plurilinguismo e interculturalismo, minoranze e macroregioni nella dicitura di "nazionale", per la sua facile immediatezza di comunicazione e ricezione. In tale situazione di asimmetria, il valore dell'opera, stabilito dal campo letterario del contesto di ricezione, cambia completamente rispetto a quello di origine. Alla luce di un crescente interesse per lo studio della traduzione come atto culturale e politico (il database Letteratura tradotta in Italia https://www.ltit.it/; Sisto 2018; Ljuckanov 2014; Vorderobermeier 2014) e di studi legati ai singoli ambiti linguistico-culturali (Cepraga 2018; Vrinat-Nikolov 2014), il convegno vuole essere momento di incontro nonché di riflessione sugli aspetti culturologici
‘La “svolta” postcoloniale negli studi italiani.’
Cristina Lombardi-Diop and Caterina Romeo (eds.), L’Italia Postcoloniale. Milan, Mondadori-Le Monnier, pp. 46-60. , 2014
Mentre il campo degli studi postcoloniali, come testimoniato da un'opera importante quale Orientalism di Edward Said, ha già ottenuto un ragguardevole livello di diffusione e consolidamento sia a livello istituzionale che commerciale, l'ambito degli studi postcoloniali italiani è ancora agli albori. Ciò non significa che questi non abbiano priorità o non siano ritenuti legittimi o addirittura vitali: si tratta semplicemente del fatto -e la cosa non sorprende -che questa area di studi, in Italia, è piuttosto in ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Sarebbe ovviamente rischioso, e chiaramente contro le premesse e i principi degli studi postcoloniali, operare un'analisi che separi le funzioni, il ruolo e la valenza politica del postcolonialismo nei vari ambiti nazionali. Questo finirebbe per riprodurre la storia degli imperi europei assemblando le varie 'risposte postcoloniali' lungo le direttive dei vecchi centri metropolitani (Londra, Parigi, Amsterdam, Lisbona e Roma), oppure organizzandoli in termini di importanza, prestigio e dominio.
(2016) Pensare la laicità nell’età ‘postsecolare’
«Politics. Rivista di Studi Politici», 6/2016, pp. 107-122 (ISSN 2279-7629)., 2016
The aim of this essay is to examine the connection between contemporary debates on political secularism and institutional arrangements between State and religions on one hand, and, on the other, on secularization theory and its latest ‘rebirth’: postsecularism. Analysing the link between the theories and concept of postsecular society and the debate on political secularism and its institutional forms and practices allows to understand the multidimensionality of the latter in its very latest theorisations and realizations.
Il New Italian Epic è morto. È morto perché recava in sé il suo epitaffio con tanto di date: 1993-2008; ed è giusto che sia così, in un paese in cui non sembra morire (né nascere) mai nulla, in cui il ciclo della vita è arrugginito, inceppato.» Così scriveva Jadel Andreetto sei anni fa, nel gennaio 2009, e proseguiva: «Il più grande pregio [del memorandum di Wu Ming 1] è stato quello di rimanere liquido, di individuare una nebulosa di opere; che si intrecciano, si sfiorano, si muovono su direttrici simili anche se lontane; senza congelarle irrimediabilmente in un genere o in una definizione. Il New Italian Epic è 1/20