Luigi Nono e la Biennale del 1968: contestazioni e proposte (original) (raw)
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Luigi Nono e La Fabbrica Illuminata
2016
Analisi de "La fabbrica Illuminata" di Luigi Nono, con un'introduzione alla situazione storico-culturale legata all'autore. Tesina per l'esame del corso di Storia e analisi del repertorio elettroacustico, tenuto da Marco Ligabue presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.
La Biennale di Venezia 1968-1978 : la rivoluzione incompiuta
PhD Università Ca' Foscari Venezia Copyright: © Maria Vittoria Martini, 2011 Abstract: Nel 1968 il critico d’arte inglese Lawrence Alloway terminava The Venice Biennale 1895-1968. From salon to goldfish bowl sostenendo che fosse urgente che la Biennale elaborasse un “sistema di controllo” sulle mostre che risolvesse la sua complessa “struttura cellulare”. E’ in questo punto che cronologicamente si innesta questa ricerca: la crisi istituzionale e funzionale della Biennale giunse al culmine diventando la causa che ne fece l’obiettivo della contestazione sessantottina e il radicale rinnovamento richiesto dalla società civile si espresse nella riforma dello statuto “democratico e antifascista” del 1973. L’ipotesi di questa ricerca è che quel “sistema di controllo” sia stato trovato e testato con l’edizione del 1976 e che questo non sia altro che il frutto delle irripetibili esperienze civili e culturali realizzate all’interno e intorno alla Biennale immediatamente dopo la contestazione. In 1968 the art critic Lawrence Alloway ended The Venice Biennale 1895-1968. From salon to goldfish bowl asserting that it was necessary that Venice Biennale worked out a “control system” on its exhibitions in order to solve its complex “cellular structure”. It is in this very moment that this research inserts itself chronologically. The institutional and functional crisis came to the apex in 1968 when the Biennale became the target of the protests for these reasons. The quest for a radical renewal of the cultural institution coming from civil society, finally expressed itself in the 1973 “democratic and antifascist” reform. This research hypothesis is that the “control system” on the exhibitions has found and tested in occasion of 1976 Biennale and that it was the result of all the civil and cultural experiences developed soon after ’68 protests in and around the Venice Biennale.
Fuoco amico 02 – La Biennale sbagliata
Le fobie, le ossessioni e le distrazioni di un grande architetto, Rem Koolhaas, che ha lavorato con squadre di studenti e professori, con uno sguardo particolare alla situazione italiana. Un padiglione italiano più elaborato e intenso del solito, con un curatore, Cino Zucchi, che non ha risparmiato energie producendo almeno tre mostre in una, con risultati che meritano di sopravvivere alla temporalità dell’evento Biennale. E poi i commissari dei paesi che, di fronte alla sfida di raccontare cent’anni di modernità, hanno inventato mostre molto più interessanti e provocatorie del consueto.
Fuoco Amico 02 - Evviva la Biennale sbagliata
Fuoco Amico, 2014
Le fobie, le ossessioni e le distrazioni di un grande architetto, Rem Koolhaas, che ha lavorato con squadre di studenti e professori, con uno sguardo particolare alla situazione italiana. Un padiglione italiano più elaborato e intenso del solito, con un curatore, Cino Zucchi, che non ha risparmiato energie producendo almeno tre mostre in una, con risultati che meritano di sopravvivere alla temporalità dell’evento Biennale.
Musica-Manifesto n. 1 di Luigi Nono: origini e sviluppi di un dittico
Rivista Italiana di Musicologia, 2017
aBsTracT – Among all the problems that Musica-Manifesto n. 1 (1969) poses, argu- ably the most evident concerns the apparent incoherence between the two parts of the composition: sound materials, performing rules and performers’ voices factually change. Why did therefore Luigi Nono consider Un volto, e del mare and Non consumiamo Marx as two parts of the same composition? The lack of a writ- ten score makes the situation even more complicated. In such a context, sketches and old recordings, but also letters, interviews and writings, acquire a particularly great importance. Starting from the reconstruction of the historical context and compositional process, and proceeding through a detailed study of the extant sources, the Author proposes a general interpretation of the composition, also including some relevant considerations regarding its execution.
Napoleone Martinuzzi e la Biennale di Venezia, pp. 128-133
Saggi e Memorie di storia dell'arte, n. 37, 2013 (2015) , 2015
After his first appearance in 1920, Napoleone Martinuzzi was a regular visitor to the Venice Biennale exhibitions since the second half of the 1920s, coinciding with the secretary’s office of sculptor Antonio Maraini, who supported the normalization and the nationalization of the exhibition, wished by the Fascist regime, during the following decade. The text tries to contextualize Martinuzzi’s presences inside the various dynamics which crossed the Biennale until the fundamental personal exhibition he was granted in the 1942 edition. Some outcomes of that articulated exhibition were the basis for the following creative season which could also be revealed in the first post-war Biennale exhibitions.