Nativi Digitali E Apprendimento Con Le ICT. La Ricerca GenY@ Work In Ticino, Svizzera (original) (raw)
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“Nativi digitali” e apprendimento con le ICT
2010
L"articolo presenta le radici storiche e il percorso dell"espressione "nativi digitali", introducendo anche il dibattito critico che è nato recentemente a mostrarne limiti e assunti non dimostrati. Presenta poi una ricerca, condotta in Canton Ticino (Svizzera), intesa a studiare le pratiche di uso delle ICT (Information and Communication Technologies) da parte di giovani impiegati in generazione Y, nati cioè dopo il 1980. Oltre a una migliore comprensione della popolazione studiata, la ricerca ha permesso di osservare come alcuni assunti diffusi a proposito della generazione Y e dei nativi digitali siano frutto di ipergeneralizzazioni, e richiedano quindi di essere fortemente limitati e ri-valutati in ricerche locali.
I nativi digitali tra rischi e opportunità. Le ricerche di Eu Kids online
ISBN: 9788827808382, edizione Youcanprint, versione e-book , 2018
Il rapporto uomo-computer si esplica in un’interazione a doppio senso, producendo una nuova full immersion (immersione totale) dell’individuo in una cultura della profondità interattiva e connettiva, che non è più quella di massa in cui la persona era coinvolta in un rapporto frontale con il mezzo televisivo. Alcune funzioni intellettive importanti, come la memoria, la classificazione e l’organizzazione del pensiero vengono esteriorizzate attraverso i media digitali, cioè vengono poste in essere al di fuori della mente umana, pur funzionando come essa stessa. Il computer agisce come un’estensione tecnologica della mente umana, una protesi tecnologica che produce appunto il processo di esteriorizzazione dei sensi. EU Kids Online è un network di ricerca presieduto da Sonia Livingstone e Leslie Haddon, tematico innovativo e unico nel suo genere, finanziato dal Safer Internet Plus della Commissione Europea che, incentra le sue indagini e analisi sul rap-porto tra bambini e tecnologie online, con un programma di indagini che copre diversi paesi europei, nel rispetto di standard rigorosi.
La diffusione delle tecnologie della comunicazione, e in particolare quelle legate al cosiddetto Web 2.0 , sta producendo forti mutamenti al modo di interrelarsi fra le persone. Il realtà il livello di mutamento delle proprie abitudini comunicative è quasi sempre correlato all'età anagrafica e varia in un range che va dallo "sconvolgente" per i soggetti adulti e poco tecnologizzati, all'assoluta normalità per i cosiddetti nativi digitali, ossia coloro che sono nati in un contesto già fortemente intriso di tecnologie, in particolare quelle della comunicazione mobile. E se è vero che il processo di insegnamento-apprendimento si basa soprattutto sulla comunicazione e l'interazione sociale, chi si occupa di formazione non può trascurare questo aspetto e, conseguentemente, adeguarsi. Prima fra tutti la Scuola, caratterizzata da una fascia d'utenza particolarmente delicata e vulnerabile, immersa sì nelle nuove tecnologie ma al tempo stesso incapace di usarle con metodo e consapevolezza e quindi esposta alle insidie che le stesse possono nascondere. È quindi evidente come la Scuola debba assumere un ruolo strategico nel guidare le nuove generazioni sia ad un uso eticamente corretto e consapevole delle tecnologie di rete (in particolare quelle del Web 2.0 e mobili), sia nel proporle come strumento in grado di potenziare lo studio e i processi di apprendimento individuali, estendendoli al di fuori del perimetro scolastico (fisico e istituzionale). E la Scuola può oggi intraprendere questa missione capitalizzando le numerose espe-rienze che hanno già dimostrato come la pluralità di risorse messe a disposizione dal Web 2.0 sia in grado di aprire nuovi orizzonti pedagogici sull'uso didattico-formativo delle tecnologie di rete. Ora, però, se è vero che i docenti rappresentano il motore propulsivo delle attività di insegnamento-apprendimento che si sviluppano nella Scuola, è inevitabilmente a loro che in prima battuta andrebbe chiesto di fungere da agenti attivi nel dar vita a un processo di cambiamento della didattica (a partire, è evidente, dalla propria) che tenga conto della pluralità dei canali informativi e di interazione che gli studenti hanno quotidianamente a disposizione. Si tratta di un compito di straordinaria rilevanza educativa ma che al tempo stesso implica un cambiamento sia del ruolo del docente sia del modo di organizzare la didattica. Un cambiamento che qualcuno non ha esitato a definire «epocale» Day et al., 2000; e che richiede al docente di «imparare a insegnare» in una modalità diversa da quella con cui lei/lui, a suo tempo, è stato formato sia disciplinarmente sia al ruolo stesso di insegnante . Ed è proprio per questo motivo che se si vuole diffondere conoscenze, competenze e cultura sull'uso didattico-educativo delle risorse 2.0 1 , è necessario usare strumenti e approcci formativi dei docenti basati sulle stesse risorse e sulle stesse modalità con le quali esse possono poi essere didatticamente proposte agli studenti. Quindi non più (o almeno non solo) interventi formativi di tipo formale (partecipazione a corsi in aula o a distanza) ma cen-
Il nativo digitale è l'adolescente contemporaneo che, essendo nato nel pieno della rivoluzione digitale, si distingue per un alto livello di alfabetizzazione informatica e per un uso intensivo ed altamente competente delle nuove tecnologie di comunicazione digitale. Questo concetto, molto affascinate e suggestivo che tutti noi al giorno d'oggi siamo abituati a sentire, masticare e, soprattutto, a dare per scontato è appunto un mito. In un questo breve articolo cercherò di sfatare questo mito contemporaneo, mettendo in discussione sia le sue radici accademiche che le sue ramificazioni di senso comune. Infine mi piacerebbe commentare alcuni dati relativi ad una ricerca di prossima pubblicazione su
Giovani e tecnologie: tra nativi digitali e competenze effettive
Rivista Svizzera di Ricerca in Educazione, 2018
Il confronto generazionale nell'ambito delle tecnologie digitali è stato fortemente segnato dal concetto di «nativo digitale», che contrappone le nuove generazioni ai più anziani «immigrati digitali». Diversi studi confutano queste tesi, o quantomeno le mettono in discussione, anche se il dibattito è ancora aperto. L'indagine ICILS offre dati solidi per approfondire il rapporto tra giovani e tecnologie, in particolare contestualizzandolo in un contesto geografico e sociale puntuale nel quale le istitu-zioni scolastiche non hanno finora assunto un ruolo importante e definito. Questo studio cerca di rispondere alle seguenti domande: Quali caratteristiche del sistema educativo favoriscono lo sviluppo di competenze digitali? Esiste una relazione tra età di inizio dell'uso delle tecnologie, frequenza d'uso e tipologia d'uso e le competenze digitali nei diversi ambiti? In conclusione si cerca di aprire la riflessione al ruolo della scuola e delle politiche educative nell'uso dei dispositivi digitali e di internet da parte degli allievi. Introduzione: nativi digitali tra ricerca e scuola La rapida e pervasiva diffusione delle tecnologie digitali in tutti gli ambiti-personale, professionale, industriale, e istituzionale-è allo stesso tempo un dato di fatto e un elemento nella strategia di alcuni Stati, tra cui la Svizzera (Bundesamt für Kommunikation [AKOM], 2016). Questa evoluzione ha portato alla ribalta il grande tema dello sviluppo di competenze digitali nei giovani, come indicato anche dal Rapporto sulla digitalizzazione di recente pubblicato dalla Segreteria di stato per la Formazione, la Ricerca e l'innovazione (Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione [SEFRI], 2017). Il loro inserimento integrale come cittadini e come professionisti richiederà sempre maggiori competenze digitali, e questo ha portato alla definizione di nuove sfide per i sistemi educativi (OECD, 2015). T h e m a 2018 Revue suisse des sciences de l'éducation, 40 (2), 307-333 307
Generazioni a confronto: dove possono incontrarsi nativi e immigrati digitali
Nella mia tesi di laurea magistrale "La comunicazione digitale nelle organizzazioni strutturate: un caso pratico" ho effettuato uno studio di comunicazione interna all'interno di un'organizzazione strutturata intergenerazionale. Questo ha reso necessario discutere un aspetto molto dibattuto, anche in ambito accademico: quello che riguarda il rapporto tra i cosidetti nativi digitali e gli immigrati/tardivi digitali. Inserendosi dentro ad un discorso più ampio ho discusso questo argomento anche attraverso alcuni dati raccolti all'interno dell'organizzazione presa in esame a riguardo di alcuni aspetti che hanno messo in rilievo e confermato dinamiche conosciute, ma che hanno anche evidenziato alcune caratteristiche di questo rapporto generazionale che ci troviamo a vivere e che dobbiamo essere in grado, da una parte e dall'altra, di saper gestire correttamente. Nel mio lavoro espongo le motivazioni per cui entrambe le due realtà dovrebbero trovare dei punti di incontro per poter trarre reciproco beneficio da questa "contaminazione" di saperi e di abitudini.
1998
Research on the genus Agaricus Il. A. heterocystis Heinem et Gooss., an African species naturalised in Sardinia, and A. fr agilivolvatus, a new species of the section Clarkeinda. Agaricus heterocystis, an african species belonging in the section Arvenses, seems to be naturalized in Sardinia where it has often been recorded. A description of the sardinian collections of the species is given. A. fragilivolvatus is described as a new species into the section Clarkeinda and the delimitation fr om similar entities is discussed. KEY WORDS: Basidiomycotina; Agaricales, Agaricaeae, Agaricus, A. heterocystis, A.fragilivolvatus sp. nov. RIASSUNTO. Studi su i genere Agaricus Il. A. heterocystis Heinem et Gooss., una specie africana natu ralizzata in Sardegna ed A. fr agili volvatus, nuova specie delia sezione Clarkeinda. Agaricus heterocystis, una specie di origine africana appartenente alia sezione Arvenses, sembra essersi ben adattato al clima delia Sardegna, dove è stato raccolto in diverse...
© Provincia Autonoma di Trento Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità Redazione del testoz dott.ssa Michela Cozza, dott.ssa Barbara Poggio Progettazione e coordinamento dott.ssa Lucia Trettel, dott.ssa Francesca Alioli Ufficio per le politiche di pari opportunità GENERE scienza e tecnologia: ricerche e buone prassi. -Trento: Provincia Autonoma di Trento. Giunta, 2006. 114 p. ; 24 cm. -(Osservatorio per le politiche di pari opportunità; 3) In testa al front.: Provincia autonoma di Trento, Assessorato alle pari opportunità 1. Donna e scienze 2. Donna e tecnologia I. Trento (Provincia). Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità 500.82 La responsabilità complessiva del lavoro è condivisa dalle autrici. Barbara Poggio ha scritto introduzione e conclusioni. Michela Cozza ha scritto i capitoli ,2,3 e 4.
Dall'esperienza di Digital Mate Training all'attività di Alternanza Scuola Lavoro
Atti di Didamatica 2016, 2016
Fornire agli studenti in uscita dal secondo ciclo di istruzione competenze spendibili nel mondo del lavoro è un tema di attuale interesse internazionale che ha dato vita in Italia all’alternanza scuola lavoro. Il presente contributo propone un’analisi del progetto Digital Mate Training, finanziato dalla Fondazione CRT all’interno del Progetto Diderot e realizzato dal Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino, come proposta di alternanza scuola lavoro. Il progetto, volto a rafforzare le competenze matematiche, informatiche e di problem solving, condivide i principali cardini dell’alternanza quali le finalità, le caratteristiche delle strutture ospitanti, i rapporti con i tutor, la valutazione e la certificazione delle competenze acquisite. All’interno di un ambiente di apprendimento virtuale vengono proposti agli studenti problemi matematici contestualizzati da risolvere con un ambiente di calcolo evoluto, in un percorso scadenzato e correlato da strumenti di tutoring sincrono e asincrono, collaborazione tra pari, autoapprendimento, valutazione e autovalutazione.