Muzio Manfredi e i Gonzaga attraverso le lettere (original) (raw)

Gli archivi digitali dei Gonzaga e la cultura letteraria in età moderna, a cura di Luca Morlino e Daniela Sogliani, Milano, Skira («I Gonzaga digitali», 1).

Gli archivi digitali dei Gonzaga e la cultura letteraria in età moderna Q uesto libro inaugura la collana "I Gonzaga digitali", che si propone di raccogliere studi pluridisciplinari sui documenti dell'Archivio Gonzaga trascritti e consultabili nelle banche dati informatiche del Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te di Mantova. Il tema del primo volume è la cultura letteraria in età moderna, indagata nei suoi più vari riflessi a partire da notizie sinora malnote o completamente inedite, che permettono di illuminare meglio le esperienze biografiche e culturali di uomini di lettere che furono in contatto con i Gonzaga, tra cui poeti di prima grandezza (Torquato Tasso) e minori degni di considerazione (Muzio Manfredi), così come eruditi, italiani (Aldo Manuzio il Giovane, Traiano Boccalini) e stranieri (James Crichton, Stanisław Niegoszewski). Le carte mantovane consentono inoltre di approfondire le vicende di alcuni libri appartenuti o offerti ai Gonzaga, sin dalla genesi di una loro parte a lungo trascurata eppure ricca di implicazioni politiche e sociali quale la dedica, con importanti sviluppi tanto per la storia del collezionismo e del commercio librario, quanto per quella dei complessi rapporti tra i letterati e le istituzioni nella realtà italiana d'antico regime.

Una passeggiata tra i quadri Gonzaga

Una passeggiata tra i quadri Gonzaga, 2021

Il patrimonio artistico mobile custodito a Mantova dalla dinastia Gonzaga nella dimora principale di Palazzo Ducale e nelle dimore secondarie era certamente enorme. Spogliata la reggia in progressive ondate di vendite e devastazioni, restano rilevanti le tracce lasciate fra i documenti ancora oggi reperibili, in special modo gli inventari redatti nel 1540-1542 e nel 1626-1627. Roma quanta fuit ipsa ruina docet. Il motto tratto da Sebastiano Serlio che si legge all'esterno del teatro di Sabbioneta ben si adatta alla situazione. Ma le rovine sono in questo caso pagine e fogli, che i viandanti del pensiero percorrono alla ricerca di un frammento prezioso.

Federico II Gonzaga e le arti, ed. F. Mattei, Bulzoni, Roma, 2016 (Europa delle Corti 159)

Nel terzo atto della commedia La Cortigiana, opera che Pietro Aretino compone nel 1525 per irridere l'originale declinato al maschile di Baldassarre Castiglione, lo scambio di battute tra Valerio e Flaminio, due servitori, è una straordinaria sintesi del quadro politico della penisola italica alla vigilia del Sacco di Roma. Chiede il primo: "Dove voi tu ire, adesso, ch’è in disordine tutto il mondo? Se vai a Milano, el Duca sta come Dio vole; a Ferrara, quel principe attende ad altro ch’a fare bella corte; a Napoli non ci son piú li Re; a Urbino el signor è anche fastidioso, in disagio per i passati danni. E credi a me, che quando pate la Corte di Roma, patono gli altri ancora". La risposta non lascia dubbi sul cenno autobiografico inserito dall'autore e nemmeno sul favorevole giudizio della corte dei Gonzaga: "Anderò a Mantoa, dove la eccellenzia del Marchese Federico non nega el pane a niuno et ivi mi tratterrò tanto che Nostro Signore acconci le cose del mondo, non sol d’Italia". Federico II Gonzaga (1500-1540), filo conduttore di questa raccolta di saggi, è per la prima volta protagonista di uno studio monografico. A quasi trent'anni dalla mostra dedicata a Giulio Romano a Palazzo Te nel 1989, e dopo un convegno dedicato all'artista nel 2009, il convegno Federico II e le arti organizzato nel 2014 - di cui si pubblicano in questa sede gli atti - ha rappresentato un ulteriore e fertile terreno di dialogo e di scambio. Il presente volume raccoglie contributi di carattere diverso: alcuni propongono affondi mirati sulla biografia del primo duca di Mantova, sulle opere d’arte da lui commissionate o sugli artisti che lavoravano alla sua corte; altri optano per un tentativo di sistematizzare problemi storiografici più ampi. Mettendo a confronto generazioni di studiosi italiani e stranieri, i testi qui raccolti consentono la disseminazione e la “tradizione” – nell'accezione etimologica del temine – dei saperi, in una sorta di passaggio di consegne, i cui risultati rappresentano nuovi traguardi e nel contempo tracciano nuove piste di ricerca per studi futuri. Reviews: http://drammaturgia.fupress.net/recensioni/recensione2.php?id=6816 https://www.journals.uchicago.edu/doi/full/10.1086/697772 http://www.burlington.org.uk/current-issue

Le ossa di Manfredi

Il saggio narra le peripezie delle ossa del re Manfredi Lancia, dopo la battaglia di Benevento, a confronto del racconto dantesco in "Purgatorio".