Provana, Antonio 艾遜爵, (zi) Ruose 若瑟 SJ, 1662-1720 (original) (raw)

Cavallini, Pietro (fl. c. 1270–c. 1330)

Routledge Resources Online - Medieval Studies, 2023

The painter and mosaicist Pietro Cavallini (fl. c. 1270-c. 1330) is considered the most accomplished Roman master of his generation and one of the leading protagonists in the revival of the visual arts in Italy at the close of the thirteenth century. His work is rooted in the visual traditions of Late Antiquity and is close to, but distinguishable from, contemporary Tuscan and Byzantine painting. He lived in Rome for most of his life, receiving prominent commissions from influential patrons to decorate some of the city's most prestigious ecclesiastical buildings. Documents place Cavallini in Naples in 1308 and confirm that he held a significant cultural position at the court of the city's Angevin rulers. He may also have been active in Assisi to judge by Bruno Zanardi's (2002, 2004) authoritative studies of the painting techniques employed in the Saint Francis cycle of the town's upper church. Indeed, this scholar and conservator makes a convincing case for attributing part of the cycle to a team of craftsmen led by the Roman artist.

Parona, Carlo Fabrizio (1855-1939)

Dizionario Biografico degli Italiani (DBI), vol. 81, pp. 425-427, 2014

http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-fabrizio-parona\_(Dizionario-Biografico)/ http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-fabrizio-parona\_(Dizionario-Biografico)/?stampa=1

Per la formazione di Ludovico Trevisan, in In uno volumine. Studi sul libro e il documento in età medievale offerti a Cesare Scalon, a cura di L. PANI, Udine 2009, pp. 371-382.

Seppur circondato di un'aura un po' sinistra, il cardinale Ludovico Trevisan (1401-1465) operò in curia per ben trentacinque anni. Dal 1431 fu cubiculario di Eugenio IV, patriarca di Aquileia dal 1439 e dal 1440 cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa, ufficio che occupò sotto cinque pontefici: Eugenio IV, Niccolò V, Callisto III, Pio II, Paolo IP. Al camerlengato egli giunse in un periodo decisivo per la storia della sede apostolica: Eugenio IV scelse, infatti, come principale amministratore di curia colui che era uno dei suoi più stretti collaboratori. Il saggio aggiunge alcune notizie inedite sugli anni della sua formazione tra Venezia e Padova, notizie che permettono di riordinarne la biografia inziale e il curriculum di studi medici all’università padovana.

L’ORGANO “GIROLAMO ZAVARISE” DI ISERA (1802)

IL RESTAURO DELL’ORGANO GIROLAMO ZAVARISE DI ISERA (1802), Parrocchia di San Vincenzo Isera, 1998

Nell’indagine relativa alla costruzione e all’uso dell’organo in chiesa si è ormai diffusa una premessa di tipo antropologico, che relaziona l’evento strumentale alla situazione socio-culturale di cui diviene espressione. Dunque, soprattutto in abitati di piccole dimensioni, l’arredo musicale del tempio, centro radiante dell’intera vita collettiva, rivela direttamente il grado di coesione civile della comunità, ne rispecchia pure, indirettamente, la sensibilità musicale, anche oltre una dimensione prettamente liturgica.

IL PROTOBIZANTINO E LE PROVINCIE ORIENTALI DELL’IMPERO, TRA STORIA E ARCHEOLOGIA .pdf

Word Wide Archaeology Magazine #5 , 2013

Eraclio e Cosroe", un affresco realizzato da Piero della Francesca, noto pittore del Rinascimento italiano; il dipinto appartiene al ciclo delle "Storie della Vera Croce", ciclo pittorico realizzato in collaborazione con diversi artisti intorno alla metà del '400. La fonte d'ispirazione, per il pittore rinascimentale, fu il testo de "La Legenda Aurea", redatto nel XIII secolo d.C. dal domenicano Jacopo da Varagine, Varazze. La raccolta, che ha come oggetto le vite dei Santi, costituì per molto tempo il normale repertorio narrativo cui fecero riferimento i pittori, gli uomini di teatro, gli scultori e gli artigiani per gli episodi legati alla Chiesa cristiana e ai suoi protagonisti . Jacopo da Varazze, tra le varie informazioni tramandate, riporta che, nel 615 d.C. il re sasanide Cosroe II, una volta entrato in Gerusalemme, trafugò la vera croce di Cristo; grazie all'imperatore Eraclio la reliquia ritornò nelle mani della cristianità. La "Battaglia di Eraclio e Cosroe" congela un momento storico delicato e cruciale per l'Impero retto da Bisanzio.